Confusione

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Kyle era confuso su cosa fare con lei. L'aveva baciata per essere sicuro che fosse stata lei quella sera ma ora.. era confuso sul da farsi. Non voleva di certo prenderla in giro perché di sicuro lui non era il bravo ragazzo che lei si aspettava che fosse però..la sua testa gli dice che poteva provare ad esserlo se era lei che glielo chiedeva. Era strano ma lei per lui era quasi importante in un modo incredibile. Quando l'aveva vista ridere li,in quel letto, il suo cuore aveva perso un battito e ora stava pensando a lei. Era strano ma si sentiva diverso. Passò tutta la mattinata a pensare e quando il dottore lo raggiunse in camera per dimetterlo lui ne era felice. Poteva finalmente andarsene da quel posto così desolato e triste. Non era venuto quasi nessuno a salutarlo,e di certo sua madre non era venuta a trovarlo ancora dopo quello che era successo la prima volta. Ricordava come l'aveva guardato con la sua indifferenza e ora che ci ripensava gli aveva fatto male più lo sguardo che lo schiaffo che gli tirò. Si era decisamente strano. Una volta vestito prese il suo borsone ed uscì dalla camera che le infermiere avevano sistemato mentre lui era nel bagno,in corridoio decise di passare dalla camera di Kimberly. La porta della sua camera era aperta e lui si affacciò. La vide seduta sul letto vestita,quindi anche lei doveva essere dimessa. Kyle sgranò gli occhi alla vista di un ragazzo con lei. Era alto, muscoloso e molto abbronzato,le sorrideva amorevolmente e la prese per mano dirigendosi verso la porta. Kyle corse via prima che lo vedessero e una volta fuori dall'ospedale si fermo in un angolo a riprendere fiato. Chi poteva essere quel ragazzo? Che fosse il ragazzo di lei? O un amico d'infanzia? "Di certo non sembravano solo amici quei due!" si rimproverò Kyle. Doveva chiamare qualcuno per farsi portare al suo appartamento visto che la sua macchina era a casa e doveva aspettare un'altra settimana per guidare. Prese il telefono e iniziò a scorrere la rubrica quando una macchina nera di lusso si fermò davanti a lui. Il finestrino del guidatore si abbassò e Kyle ne rimase sorpreso . «James? Cosa cazzo ci fai tu qua?». L'uomo,in abito elegante con tanto di cappello da guidatore che non poteva avere più di 30 anni,lo guardò con i suoi occhi verde e gli sorrise amorevolmente. Quanto gli era mancato quel sorriso lo sapeva solo lui. «Signorino Kyle è un piacere rivederla dopo tanto tempo». Kyle rimase a bocca aperta mentre l'uomo gli spiegava che sua madre l'aveva mandato a prenderlo per portarlo nella loro villetta in campagna dove i suoi "parenti" vorrebbero vederlo. Si accomodò sul sedile posteriore pensando a cosa volessero ora i suoi "parenti". Non aveva mai parlato molto con loro negli anni, solo qualche visita di cortesia . Ora volevano vederlo? Doveva esserci lo zampino di sua madre. "Maledizione! Una giornata meno stressante no? Prima lei con un altro e ora questo. Spero sul serio che finisca tutto in fretta,ho bisogno di dormire". Ci misero quasi un ora e mezza nel'arrivare alla villetta di campagna. Quando scese dalla macchina, che si era fermata davanti all'ingresso,la porta di aprì immediatamente e venne accolto dalle quattro cameriere di fiducia di sua madre. Certo che il lusso non gli mancava proprio. Lo scortarono nel salone principale dove vi erano tutti, ma proprio tutti, i suoi "parenti" radunati li. Dai più vecchi ai più giovani si girarono a guardarlo con uno sguardo inorridito dal suo aspetto. "Meglio così. Di certo siamo d'accordo sullo schifo reciproco". La cosa che lo confondeva di più non era il fatto che gli stessero rivolgendo la parola ma il motivo per cui tutti si interessavano alla sua vita privata con una ragazza. Quando sua madre entrò venne seguita da una ragazza. Alta, snella, capelli neri lunghi fino ai fianchi e occhi celesti. Non era niente male ma non di certo non era come Kimberly. «Mamma,scusa la mia maleducazione ma... Si può sapere perché cazzo mi hai fatto portare qui?» sua madre e tutti gli altri, ragazza compresa, lo guardarono inorriditi dalle parole che aveva scelto per far capire meglio la sua confusione. Rimasero sconvolti per poco tempo perché in pochi secondi ritornarono composti come eleganti mobili antichi. Sua madre si avvicinò a lui e fece cenno alla ragazza di sedersi al suo fianco. Kyle guardò uno ad uno i presenti nella stanza. "Che diamine succede?" chiese lui a se stesso con confusone e panico che nel suo cervello facevano scommesse. Sua madre lo guardò dritto negli occhi e con mano elegante indicò la ragazza al suo fianco dicendo testuali parole «Kyle, lei è Samantha. Lei sarà la tua futura moglie. Siamo qui oggi per ufficializzare il vostro fidanzamento». Kyle stesso rimase allibito dalle parole della madre. Moglie? Ufficializzare? Ma chi si credeva di essere per decidere al posto suo chi doveva sposare? Si alzò dal divano elegante color crema su cui era seduto e guardò la madre furioso. Provo ad aprire bocca ma appena sua madre inarcò un sopracciglio perfettamente ad arco la sua rabbia prese il sopravvento. Butto il tavolino da caffè che era davanti a lui contro il muro che si sporcò e mandò i pezzi contro i suoi "parenti". Le urla iniziarono a sentirsi quando Kyle spacco una finestra con il divano e prese la madre per la gola scaraventandola contro il muro. Sentì il fiato spaventato di sua madre contro la sua faccia e con un sorriso che fece paura Kyle si avvicino di più al suo viso. Gli occhi di sua madre si spalancarono quando quelli di Kyle si fecero neri come la pece dalla rabbia. «Mia cara Madre,se tu credi che io stia al tuo gioco sadico ti sbagli. Non sceglierai mai chi io debba sposare. Ficcatelo in quella testaccia da troietta snob che ti ritrovi. Se speri che io mi sposi una ragazza ricca solo perché tu lo vuoi ti sbagli. Sono già fidanzato con una ragazza e non intendo lasciarla per una simile a te». Finito il suo premuroso discorso lasciò cadere la madre a terra e quando si girò tutte le persone nel salotto indietreggiarono impaurite. Adorava l'effetto che faceva a queste persone. Chiese a James se lo potesse portare a casa e quando accettò gli diede il suo indirizzo di casa. Apprezzò il fatto che si mise a ridacchiare in macchina per il modo in cui aveva trattato sua madre e adorava ancora di più il fatto che gli rivolse la parola . Dopo anni di silenzio aveva sputato addosso a sua madre lo stesso veleno che lei aveva usato per corrodere lui. L'odio. Certo era ancora confuso sul perché avesse fatto ciò contro di lui ma la felicità di averla umiliata lo fece sentire bene. Appena la macchina si fermò davanti casa sua salutò James con un abbracciò e gli chiese di non dire a nessuno il suo indirizzo di casa. Una volta finiti i saluti entrò in casa e andò dritto in camera. Era stanco e aveva bisogno di dormire per schiarirsi le idee.

Il ragazzo che trovò se stessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora