Impossibile

40 7 0
                                    

Erano passati tre mesi da quel giorno in cui Kim e Kyle rimasero abbracciati a guardarsi come innamorati nel letto di quest'ultimo. Era strano come si era addolcito da allora con lei, ma solo con lei perché con gli altri era il solito. Ultimamente,però,lei si era allontanata molto da lui . Appena lo vedeva cambiava strada, non gli rivolgeva la parola e trovava sempre scuse per non passare del tempo con lui. Questo gli dava fastidio ma quando vedeva quel suo splendido sorriso stamparsi su quelle labbra spettacolari allora tutto andava meglio per lui. Perché sì,non c'era cosa migliore secondo lui che vedere quella ragazza felice e spensierata e anche se non era lui il motivo - e questo lo rattristava - non importava purché lei stesse bene. Passava le sue giornate con Marc ma i suoi occhi seguivano sempre lei o si perdevano nel vuoto dei suoi ricordi. Era strano come quella ragazza avesse dominato i suoi pensieri e gli stesse lasciando un completo vuoto all'interno del suo petto,dove già ve ne era uno. Le ore a scuola passavano velocemente,la quarta ora arrivò subito e lui ne era felice. Prese il telefono,si mise le cuffiette e fece partire una canzone a caso dopodiché appoggiò le tasta sulle braccia che a loro volta erano appoggiate sul banco e si addormentò leggermente guardando il vento spostare le foglie degli alberi. Si addormentò con il rumore della voce del professore e come ogni volta che chiudeva occhio si ritrovò a rivivere quell'incubo solo che stavolta.. non vi era Nate a guardare fisso verso di lui con la vita che lo abbandonava ma vi era Kimberly. Kimberly che lottava,il coltello che lacerava la sua carne e la vita che la abbandonava mentre una pozza di sangue si allargava sotto di lei. Si svegliò di soprassalto e si alzò in piedi candido di sudore urlando il nome di Kim. Lo guardarono tutto professore compreso e divenne rosso come un peperone mentre si rimetteva a sedere a testa bassa.«Kyle? Tutto bene? Perché i sei messo ad urlare?» sussurrò Marc ma lui lo ignorò e continuò a guardare fuori cercando di calmare il proprio respiro. Aveva bisogno di sfogare la sua rabbia,di tirare pugni e calci a qualcosa o qualcuno. Aveva voglia di far scorrere del sangue e non gli importava se fosse stato il suo o quello di un altro. Finite le ultime ore,e con le cuffie nelle orecchie che sparavano musica a tutto volume,si diresse verso l'uscita di scuola e senza accorgersene andò a sbattere contro qualcuno. Guardò il ragazzo davanti a se e gli era molto familiare. Vide che Kim era davanti a lui a occhi spalancati forse per la sorpresa di vederlo e notò le mani del ragazzo intrecciate a quelle di lei. Con una fitta al cuore diresse il suo sguardo verso Marc che lo chiamava,chiese scusa al ragazzo e senza salutare Kim se ne andò via con Marc. Ora sapeva. Sapeva quando male facesse l'amore. Sapeva quanto era impossibile che lei lo amasse. Sapeva fin troppo bene ora che il dolore che stava provando era più forte di quello che provò quel maledetto giorno. I giorni passavano,le ore e i minuti scorrevano senza colpirlo e lui soffriva senza darlo a vedere. Vederla con un altro,abbracciata ad un altro con le loro mani unite chi procurava dolore,un così grande dolore che lo lacerava sul serio dall'interno. Il suo amore sembrava quasi una malattia per lui,lo stava facendo morire e lui non faceva altro che ritornare come all'inizio , strafottente che se ne fregava di tutto, che si sfogava col sesso e con le risse. Ma ora neanche entrare all'interno del corpo di una ragazza o spaccare la faccia ad un ragazza avrebbe risolto. In pochi giorni la sua vita stava peggiorando e lui si sentiva morire. 

Il ragazzo che trovò se stessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora