04. Incroci pericolosi

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"Caro Adam,

se in questo momento stai leggendo questa lettera allora vuol dire che ci hanno scoperto, e che tu sei in grave pericolo. Non curarti della nostra sorte, poiché solo una sarà, la morte. Siamo morti sì, ma per proteggerti. Non possiamo spiegarti tutto in questa lettera, corriamo il rischio che tu non la legga e che qualcun altro ne entri in possesso. C'è sotto qualcosa di grosso, troppo grosso.

Tua madre, mia sorella, ti ha affidato a Petunia e Minerva per una ragione, non ha voluto assolutamente separarsi da te perché non ti amava.

Adesso è giunto però il momento che tu scopra la verità e risolva una volta per tutte questa situazione.

Ti spiegherà tutto Katherin. Lei è più di un'amica di famiglia, e credimi, una volta che scoprirai la verità, tutto ti sarà più chiaro (e meno doloroso).

Sappi che dal momento in cui ti abbiamo visto nascere, sia io che Maxime (anche se sembra non l'abbia mai dimostrato) ti abbiamo amato e abbiamo sempre voluto il meglio per te, e siamo certi che lo avrai.

Continua ad essere così come sei, continua a coltivare le tue passioni, insegui i tuoi sogni e non farti mettere i bastoni tra le ruote da nessuno.

Ti amiamo più della nostra stessa vita. Addio.

Anne e Maxime.

Ps: tutte le risposte le troverai a Fifth Avenue, chiedi di Katherin Larsen all'edificio più imponente che riesci a individuare."

Scoppiò in un pianto liberatorio, ma silenzioso: non poteva permettersi di dare nell'occhio. Erano la sua famiglia. E avevano pagato per un errore che non avevano sicuramente commesso. Come era potuto accadere tutto ciò? Ma adesso aveva anche un'altra certezza: sua madre era viva, e doveva trovarla. Doveva risolvere assolutamente la faccenda. Ma cosa doveva risolvere di preciso?

Si mise subito alla ricerca di Katherin. Doveva trovarla prima che l'avesse fatto qualcun altro.

***

-Siamo fregati, Bonnie. Se non ritroviamo quel dannato ragazzo, sicuramente moriremo –

-Non dire stupidate, Paul – lo aggredì – riusciremo a trovare quel dannato ragazzo. Dopo tutto è un ragazzo, per giunta indifeso. Non sarà così difficile, te lo assicuro –

-Lo spero, per la mia pelle –

-Ora muoviti, dobbiamo metterci immediatamente a cercarlo –

-Sì, ma dove? –

-Io ho un'idea –

-Sarebbe –

-Fifth Avenue –

-E perché mai? –

-Ti fidi di me? –

-DEVO –

-Allora andiamo –

***

-Niente male, davvero. Non solo non ho un indirizzo, ma qui non esiste uno stabile che si distingua dagli altri. Adam, mio caro, sei proprio messo male –

Camminò per qualche chilometro, poi si arrese. Poteva fare solo una cosa: entrare in ogni padiglione e chiedere di quella Katherin Larsen.

Stava aprendo la porta, quando una persona gli andò addosso: aveva una certa fretta di uscire dallo stabile e non aveva fatto caso al ragazzo.

-Stia attento dannazione! – urlò Adam, cadendo per terra

-Scusami, davvero non l'ho fatto apposta – disse il ragazzo sconosciuto

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