06. Ying & Yang

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"All alone. I tried to pretend it didn't matter if I was alone; but deep down I know if you were gone for even a day I wouldn't know which way to turn, 'cause I'm lost without you..."

Quella mattina Brian trovò Adam davanti alla finestra, con in mano un taccuino. Aveva passato la notte da lui, non aveva più un posto dove stare.

-Cosa stai facendo? - Commentò sorpreso Brian

-Niente, buttavo giù qualche idea per una possibile canzone –

-Posso vedere? – chiese lui timidamente

-Tieni – gli offrì Adam – sono solo parole buttate a getto, non prenderle per oro colato –

-Sono bellissime, invece – commentò lui con un sorriso. –Non sminuirti, sei davvero bravo. Posso chiederti a cosa fai riferimento? A una persona in particolare? –

-In realtà no. Cioè, a prima lettura sembra che il testo faccia riferimento ad una seconda persona, una metà che ne completa un'altra. Ma non è questo il senso. Quello sono io, e l'altra metà è quella che sto cercando. Quella che non conosco, quella che vorrei conoscere. Quella che mi è mancata. Tutti abbiamo una metà più nascosta, una sorta di lato oscuro che deve essere portato alla luce, non credi? –

-Wow, tu mi stendi ragazzo –

Adam arrossì. –Non prendermi troppo sul serio, potrei dire qualche stupidata di tanto in tanto –

-Hai detto delle bellissime parole, invece –

Dopo circa dieci minuti Brian rivarcò la soglia della porta, questa volta con un foglio in mano.

-Questa ho iniziato a scriverla qualche anno fa. Ma non riesco ad andare avanti. Mi manca qualcosa, e sono sicuro che tu riuscirai a completarla. Ti va di darle un'occhiata? –

-Certo – annuì Adam

Prese in mano quel foglio e cominciò a scorgere le prime parole:

"Have you lost your way? Livin' in the shadows of the mess that you've made. And so it goes, everything inside you circle starts to overflow."

E poi ancora: "Wanna scream out, no more hiding: don't be afraid of what's inside. Gonna tell ya, you'll be alright in the aftermath".

Passò una buona mezz'ora a leggere quelle parole. E un'ora buona a riempire i buchi. Quella canzone era come se parlasse di lui: di tutti gli anni passati in mezzo a tante bugie, di come avrebbe voluto urlare contro tutti e al mondo intero che non si sarebbe mai arreso. Era sua. Completamente.

Quando Brian prese in mano quel foglio e cominciò a leggere venne attraversato da brividi intensi. Era perfetta. Non rimaneva altro che inciderla. La base la aveva già progettata, adesso ci voleva una voce.

-Adam ti va di venire un attimo di là con me? –

-Arrivo – rispose – dove mi stai portando? –

-È un segreto, chiudi gli occhi –

-Ma come faccio a entrare allora? –

-Ti guido io, tranquillo –

Varcata la porta, Adam venne fatto sedere su una sedia. Brian a questo punto premette un tasto. Ne partì una base musicale.

- Questa l'ho progettata io, per la canzone che fino a poche ore fa non era completa. Una scelta un po' coraggiosa secondo me, magari più soft sarebbe stata emozionante, ma volevo rendere l'idea dell'urlo. E voglio che sia tu ad urlarla per me -

-Cosa? – Adam era sorpreso – io...io non posso –

-Puoi eccome. Hai completato la seconda parte del testo, e la canzone ti calza a pennello. È la TUA canzone, Adam, e voglio che tu la canti per me –

-Ma se non mi hai mai sentito cantare – Adam cercava di sviarlo

-Mi fido – rispose – e adesso vieni, forza

Adam entrò nella sala di registrazione, e davanti a lui vide un microfono. Fu per lui la prima volta, e se la sarebbe ricordata a vita, sicuramente.

Lavorò insieme a Brian sulle tempistiche, i timbri vocali, i lead e i back vocal, dopo di che iniziò a cantare, tirando fuori tutto quello che avrebbe voluto far sentire al mondo.

Un'ora di lavoro e una nuova traccia appariva sul desktop del pc di Brian: "Aftermath", interpretata da Adam Lambert.

***

Il lavoro del pomeriggio aveva spronato Adam a continuare e continuare a scrivere. Aveva ascoltato una centinaia di volte quella canzone, si era riascoltato una centinaia di volte. Era ancora incredulo.

Completò il testo che aveva iniziato quella mattina, che adesso aveva un titolo e un testo completo.

Parlava della metà di sé stessi che si continua a cercare, che si trova, che si vorrebbe magari negare, ma di cui non si può fare a meno. Perché è proprio quella parte che, insieme all'altra, ci fa vivere la vita.

'Better than I know my self" fu la canzone che Adam fece leggere a Brian la mattina seguente. Brian era davvero soddisfatto di Adam, pensava che sarebbe diventato un cantante famoso, con una forte personalità. E aveva ragione.

***

Una strana figura era entrata e si era diretta alla scrivania.

-Paul è stato trovato morto questa mattina. Avvelenamento, si vocifera –

-Incompetente. Bonnie? –

-Non si hanno più sue notizie, ha fatto perdere le sue tracce –

-Beh, per lo meno sappiamo chi ha commesso tale 'crimine'. Chiamiamolo crimine, per essere benevoli. Sinceramente credo mi abbia fatto un favore a togliermi di mezzo un incompetente come Paul. –

-E adesso? – chiedeva quella voce

-Adesso entri in gioco tu, mia cara. E cerca di non deludermi –

-Non lo farò signore –


Un piccolo capitolo di sosta per Adam, che pian piano comincia a fare emergere il suo lato creativo e interpretativo. Aftermath e Better than I know myself sono forse le due canzoni che più amo di lui, penso perchè mi rispecchio molto nelle parole, e soprattutto raccontano la mia storia, e le mie emozioni.

La storia continua. Ci sarà 'Una nuova direzione' da seguire, quella che porterà alla verità.

Spero vi stia piacendo davvero, e mi farebbe davvero piacere sentire qualche parere. In ogni caso, al prossimo aggiornamento ;)
Giovanni.

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