11. Impatto cruciale

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Lucy aveva risposto da sola alla domanda di Lily.

-Adesso tocca a me raccontare l'ultima parte della storia. Quindi state in silenzio e ascoltate, o se preferite, potete fare una brutta fine –

Tutti rimasero ad ascoltare. Bonnie si era alzata e seduta su un divano. La ferita al braccio fortunatamente non era stata grave.

-Sono figlia di un cocainomane, che non potendo farsi tutte le dosi che voleva, aveva ucciso la moglie per la rabbia del momento. Non durò a lungo, solo una notte, e lui morì per mano mia. Sono stata affidata ad un centro di recupero minorile, accusata di entrambi gli omicidi. Il mio Gran Salvatore mi aveva fatto uscire, a patto che lavorassi per lui. Era mio compito punire tutti coloro che non erano stati fedeli ai patti stabiliti. E in questi patti era incluso anche quello del tuo patrigno Lily.

Il Gran Salvatore, però, si era ammalato gravemente, e in fin di vita aveva deciso di lasciare tutta la sua attività a me. Diceva che ero diventata quasi una figlia per lui, una figlia che non aveva mai avuto. Non avete idea di cosa avesse significato per me, in quel momento, sentire quelle parole. Io che un vero padre non l'ho mai avuto.

Decisi di prendere in mano la società, e dopo la sua morte, ero sempre più determinata a risolvere ogni tipo di attività lasciata in sospeso. Mi sono messa alla ricerca di Adam, invano. Allora mi sono avvicinata a Bonnie,e avevo scoperto quali fossero le sue intenzioni. Mi sono finta una sua aiutante, per arrivare a ciò che mi interessava veramente: Adam stesso.

E adesso l'ho qui davanti a me. Dopo sedici lunghi anni, finalmente ho davanti a me la persona che nessun altro era riuscito a trovare. Ce l'ho fatta, ho quasi portato a termine la missione che il Gran Salvatore aveva iniziato tanti anni fa. Un colpo di pistola, e tutto sarà finito –

Lily urlò: -Non puoi dire davvero! Non puoi uccidere mio figlio! –

-Oh si che posso, invece. Anzi è quello che farò proprio in questo momento – disse, puntando la pistola su Adam.

-Prendi me al suo posto, ti prego! –

-Non ha senso tutto questo Lily – spiegò lei – lo scopo del Gran Salvatore è stato da sempre quello di vedere soffrire te. Se morissi, come soffriresti? Anzi, ti alleggerirei –

Era decisa, questa volta. Si alzò in piedi, si diresse fino ad Adam, e aveva puntato sulla sua fronte la pistola.

Premette il grilletto, e sparò...ma quello che ne uscì fuori, non fu certamente un proiettile. Al contrario, non era uscito niente. Solo un soffio d'aria.

-Credevi davvero che ti avrei lasciato la mano in questa partita? – disse Bonnie, che nel frattempo si era alzata. – Ti ho scoperto da tempo, mia cara –

-Ccc...come facevi a sapere... -

-Sono furba, e intraprendente. E oggi so da chi ho preso: ho preso da mia madre –

La rabbia accumulata in tutti quegli anni, la scaricò su Lucy. Sparò, dritto nel petto,e lei cadde a terra. – Nessuno più merita di soffrire, non per colpa vostra. È finita –

Ed era finita questa volta, veramente. Ogni mistero era stato svelato. La storia si era conclusa. La polizia arrivò, chiamata dai vicini che avevano sentito lo sparo.

-Cosa succede, qui? – chiesero, una volta entrati

-Agente – cominciò Lily – siamo stati vittime. Vittime di una lunga storia, durata ormai sedici anni. Abbiamo una ferita, agente, occorre portarla in ospedale. E una morta. –

-Una morta? Ma chi... -

-Sono stata io, agente – mentì Lily – aveva minacciato le sorti dei miei figli. Sedici anni fa ha anche ucciso mio marito, non potevo permettere che accadesse qualcosa anche a loro. Sarebbe stato troppo, per me, da sopportare. –

Bonnie era rimasta incredula. Non avrebbe mai pensato che Lily avesse mai potuto fare una cosa del genere. E invece era successo. Sua madre si era sacrificata, per lei.

-Portate la ragazza in ospedale, i due illesi possono andare. Lei deve seguirci in stazione centrale per un interrogatorio –

***

Lily era stata portata in carcere e, sebbene avesse reagito per 'difesa personale', avrebbe dovuto passare cinque anni della sua vita in quel posto orrendo. Bonnie aveva tentato più volte di opporsi, non voleva che la madre avesse pagato per un crimine che lei aveva invece commesso. Ma Lily si era rifiutata: così facendo avrebbe pagato per abbandonare comunque il sangue del suo sangue e, una volta uscita di lì, pulita, avrebbe potuto conoscerla meglio, insieme ad Adam.

Lo stesso giorno, Adam si era recato in ospedale per verificare le condizioni di Brian: gli avevano semplicemente diagnosticato un trauma cranico, ma non era grave, avrebbe potuto lasciare l'ospedale la settimana seguente. E così fu.

Il mese successivo, Katherine aveva chiamato Brian, per parlare della data di uscita del suo disco. 'Aliens & Rainbows' sarebbe arrivato nei mercati musicali a partire da novembre dello stesso anno, e il suo singolo 'Rush' aveva raggiunto la #3 delle classifiche generali americane. Niente di più soddisfacente per un giovane emergente. E ancora più emozionante, il fatto che Katy Perry in persona avesse chiesto a Brian di duettare con lei, in quella canzone, durante un suo unplugged.

Adam vi aveva partecipato, curioso di vedere com'era fatto quel mondo a cui tanto aspirava, ma di cui aveva paura. Per questo motivo aveva deciso di non presentare niente a nessuno, e nessuno oltre Brian aveva sentito la sua voce.

Ma qualcosa era cambiato, perché Brian aveva dato a Katherine la famosa demo. Solo dopo averla ascoltata una volta, subito aveva preteso che quell'artista emergente si fosse rivelato. Una voce come la sua non la avrebbe ritrovata tanto facilmente.

Brian chiamò Adam per confessare quello che aveva fatto:

-So che forse mi odierai...ma ho dato una tua demo a Katherine –

-Cosa hai fatto? –

-Ho dato la tua demo. Hai un talento enorme, e sprecarlo in questo modo sarebbe un errore. –

-Lei cosa ha detto? – domandò a questo punto lui, confuso

-Ti vuole, non importa qualunque cosa dirai –

-Stai scherzando, ovviamente –

-Te lo posso giurare. Adam, ascoltami, una voce come la tua non può rimanere nascosta, demi emergere! –

-Ho troppa paura di... -

-Di sbagliare? Di essere giudicato? Ascoltami bene: il mondo là fuori sarà sempre pronto a giudicarti, per ogni cosa che farai. Quindi datti una mossa, e fa vedere cosa sai fare –

-Ci proverò –

-Hai un appuntamento con Katherine alle 16.00; non mancare –

-Non so cosa farei se non ci fossi tu... -

-Preparati adesso! E comincia a tirar fuori il quaderno con i testi e diamoci dentro, anche a scrivere! –

Il colloquio, quel pomeriggio, non andò bene. Ma molto più che bene. Adam era una voce emergente imperdibile, Katherine non avrebbe mai buttato via un'occasione simile.

-Ecco quello che faremo Adam: hai dai 3 ai 5 anni massimo per dare vita ad un tuo disco. Non ti chiedo un numero di canzoni, le voglio potenti, ritmate, anche delle ballate. Punta sul tuo limite estremo, fa emergere la tua trasgressione –

Ad Adam sembrava un'impresa possibile, ma sapeva che si sarebbe impegnato per dare il massimo, e con un compagno d'eccezione: Brian. Aveva deciso di chiedere consiglio esclusivamente a lui. E per quanto riguardava la parte manageriale, aveva le idee ancora più chiare: avrebbe chiesto aiuto a Caroline. Sin dalla prima volta che lo aveva sentito cantare, in orfanotrofio, aveva creduto in lui. Quel posto non se lo meritava nessuno, più di lei.

La aveva chiamata la sera stessa. Lei aveva accettato all'istante e si sarebbe trasferita a New York, anche per stare vicino ad Adam, soprattutto dopo aver sentito tutta la sua storia.

Era iniziata l'ascesa di uno dei cantanti che presto sarebbe diventata un'icona. Sarebbe stato difficile non parlare di lui.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 15, 2016 ⏰

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