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NICO POV'S
÷Adelina io e Archimede usciamo ÷
÷Dove andate?
÷A mare ÷mentii.
÷Divertitevi÷
÷Lo faremo÷
Non amo mentire ma in questi giorni lo sto facendo sempre più spesso.
Il 31 questo sará finito;saremo tornati da quella stupida prova e Archi lascerà perdere. Naturalmente non passeremo e mi dispiace per la delusione degli altri ma non possiamo farcela. Ne sono felice.
Non capisco perché si sia offerto volontario; é così bello stare qui. Perché disturbarsi?
Io e Archi andiamo a prendere Luca; Agamennone ci aspetta al campo d'addestramento improvvisato da Archi dietro la spiaggia dove facciano il bagno di solito:sul cortile sterrato vicino alla costa sono posati ordinatamente dei pneumatici, ostacoli fatti in casa, bersagli con i quali allenarsi e una linea d'arivo e di partenza. Agamennone ci aspetta sotto un albero e appena ci vede si alza inpaziente di cominciare; in realtà lui é quí solo perche non ha che fare: i fantasmi non possono migliorare ne peggiorare; il suo unico allenamento consiste nell'escogitare trappole.
A dir la veritá neanche io faccio molto; volo, corro e nient'altro.
Gli unici ce faticano sono Archi e Luca. Si inizia cosí: corsa sui pneumatici, corsa ad ostacoli, corsa sugli scogli, salto in lungo e i alto, arramicata e utilizzo di ami varie ( bastoni, nurf, l' arco di Luca e freccette).

÷Mancano esattamente cique giorni al grande giorno a so per certo che se ci impegnamo possiamo farcela! Quindi...
÷Basta Archi lo sappiamo a memoria il tuo discorso÷ ruggi nervoso Agamennone.
÷Calmati, che hai?÷chiese il ragazzo infastidito.
÷Niente, e che tu ed il tuo stupido discorso mi da te sui nervi!
Archimede era infuriato ma sapeva di non poter competere con uno spettro e fece finta di non aver sentito.
÷In ogni caso dobbiamo decidere cosa portare ecosa dire ai miei e a Lucia÷ disse acido.
÷Io direi che siamo a dormire l'uno a casa dell'altro e di aspettare una loro chiamata per spiegare tutto÷proseguí Archimede autoritario÷per quanto riguarda il cibo uno zainetto con dei panini basta, provvederanno gli organizzatori dopo; in ogni caso vi consiglio di fare un abbondante colazione. Come armamenti direi di portare solo l'arco. O,dimenticavo sopra fa freddo e dovremmo raggiungere Napoli volando quindi...
÷Volando!!??÷Interruppe Luca visibilmente terrorizzato?
÷Si, Nico ci dará un passaggio, detto ció...
÷Ma non può, voglio dire non abbiamo una sella per draghi ne una sicura; in piú ti faccio notare le vertebre che spuntano dalla schiena..
÷Ho preparato una sella e l'ho giá provata...
÷Ma i bagagli?
÷Li legheremo da qualche parte e fammi finire che mi stó arrabbiando; portati dei vestiti.÷per chi non lo sapesse i fauni e i satiri indossano vestiti solo d'inverno e quando hanno freddo.
Il fauno in questione era chiaramente deluso e sconfitto.
Una volta congedati i componenti della compagnia vanno a casa ognuno per i fatti suoi.

LUCA POV'S

Mi fa male ovunque, sono sudato e devo cambiare la corda all ciondolo dei doni della morte; come se non bastasse tra cinque giorni passeró sei ore sul dorso di un drago a Dio solo sa quanti metri da terra con moltissime probabilità di cadere...potrebbe andare peggio? Un tuono in lontananza mi risponde....sono costretto ad accellerare il passo e ad uscire dalla modalità morto vivente per tornare a casa prima che si mette a piovere... un tentativo inutile.
Mancano dieci minuti per arrivare quando si scatena il diluvio.
Un immagine sconvolge i miei pensieri io che cado da un drago durante una tempesta...brrr, mi vengono i brividi solo al pensiero. Ormai sono fradicio non vale la pena correre; torno in modalitá morto vivente.
Quasi non sento la sfuriata di mamma mentre entrò e sporco di fango la casa; mi vado a fare una doccia evado a cena.
÷Che hai ? Non hai mangiato niente.
÷Non ho fame,Archi ha portato una torta.÷mentii.
÷Ahh...era buona?
÷Una deliziosa torta al cioccolato÷cerco di essere piú convincente possibile, fortunatamente le ninfe sono delle credulone.
Subito dopo cena vado a dormire. Ma non ci rieso, rimango a fissare una foto di me e mio padre. Quanto mi manca...
É morto quando avevo nove anni dilaniato da una chimera mentre era con degli amici nel bosco. Quando uccisero la chimera mio padre era giá morto. L'unica cosa che mi rimane di lui é il suo arco. L'aveva lasciato a casa. Un arco e una foto, e basta. Mi manca tanto a volte che mi rinchiudo in bagno a piangere.
Mi addormento solo a notte fonda; il mio sonno é breve e agitato, sogno mio padre: un satiro dai lineamenti affilati e con una barbetta riccia sul mento appuntito, ha i capelli grigi e le corna storte. Non é l'essere piú bello del mondo ma è l'unico col quale voglio stare ora, ride, un suono profondo e caldo riempie la mia testa.
Piano piano si trasforma in tempesta e poi in un ruggito infastidito. Infine nelle mie urla mentre cado lentamente nell'oblio.
Mi sveglio, é ancora buio ed il sudore freddo é sulle mie labbra, sulla mia schiena e inzuppa ogni centimetro della pelliccia che mi sta crescendo. Vado a farmi una doccia fredda e torno a letto. Non dormo, chiudo gli occhi e mi riposo.
Sono le cinque.
Sono le sei.
Sono le sette.
Sono le sette e mezza.
Mi alzo e vado in cucina a fare colazione con una tazza di latte e del pane schietto; non ho nemmeno voglia di prendere qualcosa per condirlo.
Quando Archi e Nichi arrivano per portarmi al campetto dietro la baia fingo di stare male.
Vorrei andare con loro ma sono sfinito dalla nottara appena trascorsa.



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Scusate per il ritardo ma per motivi di famiglia non ho potuto scrivere molto.

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