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AGAMENNONE POV'S

Un' altra volta quell'incubo. Non mi viene spesso ma é terribile. Non voglio pensarci, non voglio pensarci.
Sono sempre nervoso dopo quell'incubo.
Voglio solo dimenticarlo. Lui ha trovato qualcuno con cui sostituirmi e io non ho piú motivo di restare.
Ma non posso andare.

ARCHIMEDE POV'S

É tutta la settimana che lavoro a questa stupida sella e a un giorno dalla partenza si rompe. Perfetto...
Una cinghia. Una maledetta cinghia!
Mi fa salire il nazismo.
Sono le undici e sto cucendo una cintura a una sella di polistirolo e pelle finta (mio padre non sa ancora di dover comprare un'altra giacca).
Spero regga. In ogni caso ho delle corde da usare come sicure.
Vado a dormire. Spero vada tutto bene; ció che mi ci vuole é proprio una bella dormita:sono stanchissimo.
Mi stendo e chiudo gli occhi. Il mio cervello mi dice ÷Vuoi dormire? Lol! Non te lo lascio fare!÷
La mattina dopo ho gli occhi rossi e stanchi non ho fame ma i costringo a mangiare e mi faccio un caffè.
Mi ricordo che una volta Lorenzo (un centauro mio amico) mi ha detto che la cioccolata combatte il sonno.
Due tavolette di cioccolata dopo non mi sento meglio. Sveglio Nico e dopo aver assistito ad una sua ripugnante colazione a base di mucca avverto mamma che stiamo a dormire da Luca.
Lui ci aspetta al campetto dove ci siamo allenati.
Agamennone non é ancora arrivato.
Ne approfitto per sonnecchiare all'ombra di un albero di fico per una ventina di minuti.
Luca é visibilmente nervoso é non fa alro che pestare gli zoccoli per terra e spogliare l'albero dai suoi frutti.
Dopo una buona mezzora la testa dello spettro apparve da dietro una roccia.
÷Temevo non fossimo degni della tua presenza÷ dico sarcastico mentre per la terza volta controllo la sella e i bagagli.
Luca ridacchia mentre nervoso si rigira la spilla dorata della ghiandaia imitatrice sulla tracolla.
÷Volete farci l'onore di spiegarci il motivo di tanto ritardo?÷ proseguo.
÷Non sono fatti tuoi, e ora partiamo.
Non può fare come vuole, siamo una squadra e lui non é il capo quindi non puó rallentarci. Ma ci passo sopra.
Partiamo.
Luca é terrorizzato per dire qualsiasi cosa; il viso incavato é bianco e gli occhi spalancati dal terrore sono iniettati di sangue. Le nocche si sbiancano per quanto forte stringe la sella .
Facciamo qualche sosta durante il tragitto per permettere a Nico di riposarsi. Ma siamo in ritardo e durano meno del previsto.
Luca passa la maggior parte del tempo a terra a vomitare.
Arrivati a Napoli Luca é evidentemente debilitato: é bianco e debole, e gli tremano le zampe.
÷Sono io che ho volato per sei ore, non tu.÷lo rimprovera Nico.
Sono le quattro e mezza.
Tra un ora iniziano le selezioni e andiamo a registrarci. Il tizio con i registri é un omone calvo e panciuto si mostra scettico quando gli diciamo la nostra etá, in oltre non si risparmia un'alzata di sopracciglia alla vista di un fauno provato da un viaggio durato sei ore e poco piú.
Evidentemente dovremo fare grandi viaggi una volta finita la gara.
Evito accuratamente di informare il mio amico.

Non incontro molte facce conosciute, anzi quasi nessuna. Mi fermo a salutare un paio di conoscenti e un amico perso di vista da tempo. Ogni tipo di creatura esistente si puó trovare quí. Saremo una trentina di squadre, più del previsto a quanto pare:un uomo urla che le "selezioni"avverranno in tre giorni: oggi cinque squadre, domani dieci e dopodomani quindici.

La nostra squadra é la numero ventisei e si "esibirá" alle sette dell'ultimo giorno.

Tiro un sospiro di sollievo; sarebbe stato difficile passare con Luca in questo stato.

La sera andiamo a dormire dentro quella casa fatiscente dove c'era stato il raduno trenta giorni addietro. L'aria é fresca quindi mi metto una felpa e mi addormento. É notte quando mi sveglio.
Voglio vedere le stelle.
Esco e mi stendo sull'erba con la testa sul collo di Nicoló. Lui sta dormendo, ignaro della mia presenza.
Mi sveglierá il sole.

Il giorno dopo cerchiamo in tutti i modi di scoprire cosa ci attende al dilá del casolare. Nessuno parla, alle nostre domande tutti sfuggono, fanno finta di non aver capito o sentito, ci ignorano o danno risposte evasive. Non riusciamo nemmeno a sbirciare al dilá della tenda. Non si sente niente. Non una voce, non un rumore.
Eppure tutti passano da lí, tutti escono da lí. Chi bene chi male.

Giorno trentatré sono teso, molto piú di quanto ritenessi possibile; sono tentato di chiamare i miei....mamma e papà!!
Non li ho ancora sentiti poiché il cellulare di Luca é scarico ed il mio era spento.
Meglio accenderlo ma non oso chiamare nessuno ne vedere quante sono le chiamate perse.

÷Archimede 04!
Chiama l'omone dei registri. ÷Siamo noi÷ mi guadagno le occhiate velenose dei miei amici.
÷Non vi piace il nome?÷Non rispondono.
Dietro il lenzuolo tre squadre:in una delle due noto una vecchia conoscenza. ..

CASSANDRA POV'S

÷Cassandra! ÷ dove ho sentito questa voce....
÷Cassandra!÷mi giro....o no...
÷Che ci fai quí Archimede?
÷Vinco!
÷Ha ha ha...÷dico sarcastica÷ ma voi Archimedei siete tutti cosí insopportabili?
÷Ci siamo svegliati cor la luna storta he...ma, aspetta tu non sei un Archimedea? Allora cosa sei?
÷Discendi dal piú grande scienziato della storia e non ci arrivi....
Mi guarda imbarazzato.
÷Discendo da Enea razza di idiota!
÷Calmina he..
Da un tavolo il signore panciuto ci prega di disporci in ordine e di ascoltrlo;accanto a lui ci sono le stesse persone di trentatré giorni prima, ed altre.
÷Bhe, devo andare..
÷Vai.
÷Buona fortuna÷mi augura.
÷Non ne avró bisogno.

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