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Il giorno dopo al muro della casa é appeso un cartello:
"La seconda prova avrá luogo oggi alle ore 15:30 e finirá alle ore 17:15.
I partecipanti sono pregati di presentarsi alle ore 15:20 nel salone di Casa Dionisiana; chi arriverà dopo l' inizio della prova non potrà partecipare e di conseguenza lui ed i suoi compagni verranno squalificati.

Cordiali saluti, gli organizzatori."
Seguivano un elenco di nomi italiani e stanieri.
Proprio in quel momento il cellulare (col 5% di batteria) inizia a squillare.
÷Pronto?
÷Archimede!÷urla mia madre....ops...
÷É quasi una settimana che non ti fai sentire! Non un messaggio, non una chiamata, niente di niente! Hai idea di quanto io e tuo padre fossimo preoccupati per te e Nicoló?!? Poi ci chiama Lucia e ÷urla mia madre tutto d'un fiato .
÷Mamma, mamma, mi ascolti? Senti ho poca batteria, siamo al sicuro. Ti chiamo io ciao.
Le attacco il telefono in faccia. Se non muoio prima mia madre mi ucciderá non appena metto piede in giardino.
Per le tre e venti mancano ancora piú di cinque ore e cerco Medea per chiederle del cibo.
La vedo parlare col tizio dei registri sotto un albero.
÷...quindi hanno optato per la prova scritta? ÷dice Medea.
÷Pare di si cara mia.
÷Io avrei optato per la simulazione.
÷

Ormai e fatta.
÷Ormai...ah,senti,per il trasferimento a Milano?
÷Non voglio darti false speranze, ma pare che un' arpia stia per andare in pensione e forse potresti subentrare al suo posto.
÷Speriamo...
Mi spiace interrompere questa amichevole conversazione ma è da ieri mattina che non mangio e non bevo.
÷Ehm...signorina Riisa, disturbo?
÷No, no, io ed il signor Pavarotti stavamo solo parlando.
÷Medea io tolgo il disturbo...
÷Tranquillo Gianni, puoi restare.
÷Vado, non voglio disturbare.
÷Va bene, ciao÷si arrese la grifonessa.
÷Ciao ÷la salutó l'altro.
÷Allora, che c'é?
÷No, niente e che mi chiedevo se avesse risolto il problema dei viveri.
÷Oh, me ne ero dimenticata, scusa . Vieni con me.
Si incammina verso il casolare e la seguo. Mi ricordo un'altra cosa che devo chiederle.
÷Ma questa Casa Dionisiana...?
÷La casa abbandonata davanti alla quale vi siete accampati.
÷Ah..okay ÷Mi mette in soggezione parlare con lei.
Arriviamo difronte una cisterna a cento metri dal mio accampamento.
÷Vedi quel rubinetto?÷me ne indica uno che no avevo notato.
÷Si.
÷Da lí puoi prendere l'acqua, vedi quella baracca laggiù?
Me ne indica una vicino la villa abbandonata.
÷Li c'é il cibo. Puoi prendere lí due fette di carne, una pagnotta, del formaggio e qualche verdura a tua scelta. La chiave é sotto l'anfora all'ingresso.
÷Grazie.
÷Ho da fare, scusami.
÷Figurati.
Spicca il volo e se ne vá.
Nico é a caccia, cosí corro ad avvisare Luca che possiamo mangiare. Al campo non c'é anima viva....quindi chiedo ad Agamennone di aiutarmi a riempire le borracce d'acqua.
La campagna é bellissima, l'erba é dorata e bassi arbusti crescono vicino a pochi alberi sparsi quá e lá. Un boschetto di pini e altri alberi si estende in lontananza.
÷Strano che non ci sono palme.÷esordisco.
÷No, in Europa solo in Sicilia le palme sono spontanee.
Lo guardo stupito.
÷Che c'é? Cosa credi che faccia quando non sono a Siracusa?
÷Di certo non studiare...
÷Non studiavo da vivo e di certo non inizieró a farlo da morto.
÷E allora come...
÷Come só la cosa delle palme? Bhe, provengo da una famiglia abbastanza povera che non viaggiava molto cosí ora che per viaggiare non mi servono soldi vado in giro per il mondo.
÷Okay÷Sono curioso di sapere altro sulla sua famiglia ma ogni volta che gli si fanno domande a tal proposito risponde evasivamente e si innervosisce. Non voglio litigare con lui di nuovo.
Arriviamo alla grande cisterna e riempiamo d'acqua le borracce; me ne scolo una intera e la riempio di nuovo.
÷Senti, sai dove é Luca?
÷Alla ricerca di piante a lui commestibili.
÷Dovremmo dirgli che abbiamo del cibo...
Ci guardiamo negli occhi e esclamiamo in coro÷naaaaa.
÷Io, peró, ho fame.
Ci dirigiamo allo sgabuzzino dove ci sono i frigoriferi.
Ci vuole un po' di tempo per trovare la chiave dato che di anfore ce ne sono piú di una e qiella giusta era nel retro. Apriamo la porta e riempiamo la borsa di Luca con una pagnotta, un insalata, una fetta di pepato stagionato e due bistecche di vitello.
Prendo una grossa prugna e la mangio tornando al campo.
Nico é lí inzieme a Luca che assiste inorridito ad un tipico pranzo del primo.
÷Che mangi?÷chiedo.
÷Cervo÷risponde menre stacca una coscia al mammifero morto in modo sicuramente doloroso che avrá modo di vendicarsi quando la viverna piú tardi si sarebbe per poco strozzata con un suo corno.
Agamennone accorse in suo soccorso.
Ad un certo punto guardo l'orologgio e mi metto a correre verso la Casa Dionisiana.
÷Presto, siamo in ritardo!!!÷urlo.
Naturalmente Nico e Agamennone arrivano per primi e ci salvano avvisando che eravamo quasi arrivati.
Io e Luca arriviamo col fiatone.
Ci accoglie l'uomo dei registri con un sorriso pacioso÷Per un pelo ragazzi, un minuto di ritardo in piú e sareste stati squalificati÷dice con la sua voce fluida e pacata÷Chi partecipa di voi due?
÷Lui!÷ diciamo in coro io e Luca.
÷Ma, Archi, non volevi andare tu?
÷Volevo....ora voglio che lo faccia tu, ho fiducia in te.÷ da quanto ho capito é una prova scritta e non sono bravo in queste cose.Lui si, spero si convinca.
÷O-okay.÷dice e con passo incerto entra e mi guarda.
Faccio il sorriso piú rassicurante possibile.

LUCA POV'S

La testa mi ronza e non riesco a pensare ad altro oltre al fatto che non riusciró a superare questa prova.
Il tizio che ci ha accolto mi porta in una stanza arredata con sei banchi, sei sedie ed il tavolo dei giudici.
L'omone mi indica un banco e si mette a distribuire dei fogli. Per ogni banco c'è un concorrente, per ogni concorrente un piccolo fascicolo. C'è un goblin accanto a me, piú in lá un ragazzo con una coda di cavallo e ancora un centauro, un banco vuoto ed infine un ent.
La voce squillante della grifonessa Medea mi riporta alla realtà÷ Compilate i fascicoli entro il tempo stabilito. A partire da ora.
In cima ad ogni pagina c'é una maschera dorata, simbolo di tutte le creature magiche. Rappresenta il fatto che siamo nascosti dagli umani. Chissá per quanto ancora.

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