Rose.
La nostra lussuosa macchina era diretta verso il Titanic,la nave più grande che sia mai stata costruita.
Difianco a me,c'era il mio findanzato Cal,che continuava a tenermi stretta la mano e farmi strani sorrisini.
Davanti c'erano mia madre e l' «aiutante» del mio fidanzato,e in mezzo stava Trudy,la mia «servitrice».Quando finalmente arrivammo,mi sporsi verso lo sportello, un signore mi aprì la portiera,gli diedi la mano e lui mi aiutó a scendere.
Sentivo le grida di entusiasmo delle persone,ma sinceramente,non li capivo."Non capisco il motivo di tutto questo chiasso. Non sembra più grande del Mauretanio." Confessai.
"Si puó essere blasé riguardo ad alcune cose Rose,ma non riguardo al Titanic. É almeno 30 volte più lungo del Mauretanio,e molto più lussuoso." Mi spiega Cal.
"Allora,sarebbe questa la nave che dicono inaffondabile?" Domanda mia madre,guardandola.
"Certo signora,nemmeno Dio stesso potrebbe affondare in questa nave." Le rispose il mio fidanzato.
"Be',ora é meglio sbrigarci signore!" Annuncia Cal,guardando il suo orologio da tasca.
Così,tutti noi ci incamminammo verso l'entrata."Oh,il mio soprabito?" Chiesi a Trudy,la mia «aiutante»,me ne ero ricordata solo a metà strada.
"L'ho preso io signorina." Rispose,tranquillizzandomi.
Quando arrivammo a destinazione,mi resi conto che,solo dall'entrata,era davvero molto lussuosa,ma a me non importava.
Per gli altri era la nave dei sogni,per me era una nave carica di schiavi,che mi riportava in America.
Agli occhi degli altri ero tutto ció che una fanciulla di buona famiglia doveva essere,ma dentro,invece,urlavo.Jack.
Eravamo seduti ad un tavolino rotondo,Fabrizio,Sven,Olaf ed io.
Stavamo giocando a carte,chi avrebbe vinto si sarebbe preso due biglietti di terza classe per il Titanic."Sei pazzo Jack?! Hai scommesso tutto quello che abbiamo!" Urla Fabrizio.
Mi tolsi,lentamente,la sigaretta dalla bocca.
"Quando non hai niente,non hai niente da perdere." Gli sussurrai.
"Bene. Siamo giunti alla fine." Annunciai.
"Fabrizio,niente."
"Sven,niente."
"Olaf...uh,due coppie..scusa tanto Fabrizio.." Decisi di far prendere un bel colpo al mio amico.
"Ma che scusa,ma vaffanculo! Hai scommesso tutto-" Lo interruppi.
"Scusa tanto,non rivedrai tua madre per un bel po' di tempo,perchè noi ce ne andiamo in America!
Uh uh,ragazzi!" Esultai.
Il mio amico rimase senza parole per alcuni attimi,ma poi si alzó e inizio ad urlare cose a caso,a fare giravolte con i biglietti in mano.
Notai che Olaf voleva darmi un pugno,infatti mi prese per il colletto della maglia con il pugno già serrato,ma evidentemente ci ripensò,e lo diede al suo amico,io mi misi a ridere."Figli di puttana!" Urla,ridendo,Fabrizio.
"Andiamo in America!" Esulto.
"Ti sbagli ragazzo. Il Titanic va in America,tra cinque minuti." Dice il buffo barista,indicando l'orologio.
"Oh merda! Dai,Fabrizio metti tutto qui dentro! Su forza!" Lo incoraggiai,e lui mise tutte le monete dentro al sacco.
Iniziammo a correre come due disperati,verso l'entrata,quella che sembrava lontanissima.Quando arrivammo al ponticello esultai di gioia,capendo che eravamo arrivati appena in tempo.
Ci chiesero se avevamo fatto il controllo sanitario,e noi mentimmo dicendo di sì.
Così,l'agente sospiró e ci diede la chiave per la nostra stanza.
Correremmo per cercarla,ma fortunatamente la trovammo subito.
Ci presentammo ai nostri 'compagni di stanza' ,e subito uscimmo fuori per salutare e dire addii,a persone mai viste e conosciute in vita nostra.
Ma non ce ne importava,tanto lo facevano tutti e lo facevamo anche noi a caso.
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TITANIC. || Jose.
FanfictionRose, tu te la caverai, andrai avanti con la tua vita, e avrai molti bambini, li vedrai crescere. Morirai quando sarai vecchia al calduccio, nel tuo letto. Non qui, non stanotte, non così sono stato chiaro? Devi farmi questo favore: devi promettermi...