Jack.
Le correnti oceaniche erano riuscite a farmi staccare da Rose, portandomi chissà dove.
Sono stato cinque minuti in apnea per cercarla, vagando sott'acqua, ma niente.
Non la trovavo più, sono stati i cinque minuti più terrificanti della mia vita: mi sentivo davvero di morire, ma d'altra parte, per lei sarei disposto a sacrificare anche la mia di vita.
Così, ritornai su, e mi ritrovai in mezzo a tantissime persone disperate che urlavano.
Alcune non sapevano nuotare e per questo usavano altre per galleggiare, altre gridavano aiuto, altre ancora piangevano in acqua, consapevoli che quelli erano forse gli ultimi minuti della loro vita.
Mi chiesi se in quel mare che presto sarebbero diventati morti, ci fossero stati anche Fabrizio e Tommy, i miei amici.
In quella maledetta crociera persi tutti: i miei amici, i miei compagni di stanza, i miei sogni,e adesso non volevo perdere anche lei, dopo tutto quello che avevamo passato insieme.
É incredibile: solo tre ore fa eravamo dentro ad una carrozza antica a consumare il nostro amore, e ora ci ritroviamo in balia dell'Oceano Atlantico.
E meno male che questa nave doveva essere inaffondabile, in quel momento pensai che erano stati molto fortunati i miei compagni di Poker a non aver vinto quel maledetto biglietto.
Anzi, io mi sentivo fortunato, perché senza quel biglietto non avrei mai incontrato Rose.
Iniziai a cercarla disperatamente, sapevo che doveva essere lì vicino, la corrente che mi ha trasportato non ci aveva separati di molto.
Ad un tratto, sentii uno strillo.“Jack!” Era la voce di Rose che mi chiamava.
Mi avvicinai a quel suono e quando vidi che un uomo la stava usando come 'galleggiante', non resistetti alla mia rabbia.
Gli diedi due forti pugni in faccia per farla liberare da quell'uomo, e ci riuscii alla fine.“Jack.” Disse.
“Rose! Devi nuotare!” Le dissi, e nuotammo come anatre senza un'ala.
In quelle acque gelide non si riusciva a fare nulla.“Forza! Continua a nuotare!” Le presi la mano, dato che lei non riusciva a farlo.
Ad un tratto, vidi quella che poteva essere un'anta d'armadio.
Forse, poteva fungere da salvezza mentre i soccorsi arrivavano, se arrivavano.“É gelida!” Disse, ma io continuavo a ripeterle che doveva farlo se non voleva morire.
Quando arrivammo all'anta dell'armadio, sospirai di sollievo.“Mettiti sopra, mettiti sopra.” Le dissi, e così fece.
Poi, provai a mettermi su anche io ma in due non ci stavamo, così la lasciai a lei.
Io mi misi di fronte a lei, sperando che tutto andasse per il meglio.“Non preuccuparti, ce la caveremo.” Cercai di rassicurarla.
Girammo lo sguardo verso un generale che fischiava, dicendo che le scialuppe dovevano tornare.“Le scialuppe stanno tornando a prenderci, non preuccuparti.” Mi guardó sfiduciosa, così continuai.
“Ci vorranno un paio di minuti per riorganizzare le barche, non so tu, ma io ho intenzione di scrivere una vibrante lettera di protesta alla White Star riguardo all'accaduto.” Non riuscivo nemmeno più a parlare, faceva davvero troppo freddo.
“Ti amo Jack.” Mi confessó, e io la guardai.
“No Rose, non dire addio, non ancora, mi hai capito?” La rimproverai.
“Sento...t-tanto freddo.” Balbettó, chiudendo gli occhi.
“Rose, tu te la caverai. Andrai avanti, con la tua vita, e avrai molti bambini e li vedrai crescere. Morirai quando sarai vecchia, al calduccio, nel tuo letto. Non qui, non stanotte, non così. Sono stato chiaro?” Le feci questo bel discorso, sperando che non si lasciasse morire.
“N-non sento più il mio corpo...” Disse.
“Vincere quel biglietto, Rose, é stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Mi ha portato a te, e ne sono grato per questo, ne sono grato.” Dissi, poi alzai il braccio e unii la mia mano gelata alla sua.
Lei sorrise leggermente.
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TITANIC. || Jose.
FanfictionRose, tu te la caverai, andrai avanti con la tua vita, e avrai molti bambini, li vedrai crescere. Morirai quando sarai vecchia al calduccio, nel tuo letto. Non qui, non stanotte, non così sono stato chiaro? Devi farmi questo favore: devi promettermi...