Chapter 5.

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Rose.

Jack mi portó in terza classe.
Quella sera si ballava,e c'erano degli uomini che suonavano alcune tarantelle.
Lì,erano tutti così felici,vivevano la loro vita intensamente,se fregavano di tutto.
Non come noi ricchi,costretti a sembrare delle bamboline perfette.
Quando mi videro entrare,tutti mi guardarono stupiti,si saranno sicuramente chiesti cosa potesse farci una ragazza di prima classe in terza classe.
Jack mi fece sedere ad un tavolino,mentre ballava con Dora,la sua nipotina.
Difianco a me,c'era uno straniero che cercava di dirmi qualcosa,ma io continuavo a rispondergli che non lo capivo.
Poi,presi un bicchiere di birra e bevvi un sorso.
Sentii un forte rumore provenire da un tavolino vicino,e vidi un uomo cadere a terra,ripetendo di stare bene con la birra in mano.
Non potei fare a meno di ridere,quando girai la testa vidi Jack che si avvicinava verso di me.
Mi prese per una mano e mi trascinó in pista da ballo.

"No,Jack aspetta." Provai a fermarlo.

"Non so ballare." Cercai di giustificarmi.

"Dobbiamo avvicinarci un po' di più." Mise una mano sulla mia schiena e mi diede una leggera spinta verso di lui.
Poi,la musica inzió.
Jack rivolse uno sguardo verso Dora,che sembrava arrabbiata o delusa.

"Sei ancora la mia preferita." La rassicuró Jack,e la bambina sorrise di sollievo.
Lui inizió a muoversi,ma io mi sentivo impacciata.

"Non conosco i passi."

"Neanche io. Segui il ritmo. Non pensare." Jack mi diede questi consigli,e applicandoli,capii che aveva ragione.
É così bello divertirsi e,a volte,spegnere il cervello.
Ma lui incominció a prendere troppa velocità,e io non riuscivo a stargli al passo.

"Jack. Jack." Continuavo a ripetere,ridendo.
Poi,lui si staccó e andó sul palchetto a fare il tip tap.
Salii ,mi tolsi i tacchi lanciandoli ad una signora,e gli mostrai che lo sapevo fare anche io.
Lui mi guardó stupito,e incominciammo a farlo insieme.
Ad un certo punto,mi prese a braccietto e incominciammo a girarci attorno,cambiando il braccio ad ogni giro.
Mi stavo divertendo così tanto.
Jack era l'unico che sapeva farmi stare bene.
Si fermó e ci presimo per mano,uno difronte all'altro.
Gli rivolsi uno sguardo preuccupato,quando lui inzió a girare.
E più lo faceva più aumentava la velocità,mi stavo divertendo,ma non ero abituata e quindi mi sembrava tutto molto strano.
Ad un certo punto,la velocità era troppo forte e io continuavo a dirgli che si doveva fermare.

"Jack,Jack,no,fermati."

"Sì! Ahah,woo!" Lui si divertiva e capivo che non aveva alcuna intenzione di fermarsi.
Rideva e io dietro a lui.
Quando smise,la testa mi girava completamente e per farmi riprendere,andó a prendere un po' di birra per me e per lui.
Iniziai a bere tantissimo,fino a svuotare metà bicchiere.
Jack mi guardó sbalordito.

"Che c'é? Pensi che una fanciulla della prima classe non possa bere?" Gli feci notare,come se fosse una cosa del tutto normale.
Fecimo una risata all'unisono,quando Jack mi buttó la sua birra addosso per colpa di un ubriaco che gli venne contro.

"Stai bene?" Mi chiese preuccupato e io annuii.
Davanti a noi,due uomini stavano facendo braccio di ferro.
Erano Tommy Ryan,l'amico biondino di Jack,e lo straniero che prima mi parlava.
A quello scontro,non vinse il biondino e l'altro si vantava di aver vinto,così intervenii.

"Allora. Credete di essere uomini forti e vigorosi,eh?" Dissi,sfilando dalla bocca del biondino la sigaretta e fumandola.

"Vediamo se siete capaci di fare questo." Gliela restuii.
Lui mi guardó male,come se fossi una bisbetica viziata.

"Tieni qua,Jack. Tienilo su." Dissi,dandogli in mano un lembo del vestito.
Chiusi gli occhi e alzai le braccia,formando un arco,poi incominciai ad alzarmi sui piedi fino restare in punta,con l'unghia del pollice.
Mi feceva tantissimo male,e dopo cinque secondi caddi in braccio a Jack.
La gente mi fece un applauso.

"Stai bene?" Mi domanda.

"Erano anni che non lo facevo!" Mi giustificai,e ci misimo a ridere,mi teneva ancora in braccio,e fui solo io ad accorgermene,alzandomi.
Un'altra musichetta partì,e notammo che la gente inizió a fare un trenino e a girare intorno a tutta la stanza in cui si svolgeva la festa.
Fabrizio,l'altro amico di Jack,ci incoraggió ad unirci a loro,così,da un lato presi per mano un uomo a me sconosciuto e dall'altro lato presi per mano Jack.
Iniziammo a correre e a girare intorno,io risi come una matta per tutto il tempo.
Il resto della serata passó molto in fretta,ci divertimmo e ridemmo per tutto il tempo,bevemmo tanta birra.
Jack non mi perse di vista nemmeno per un momento,non mi lasció mai andare.
Non sono sicura di provare seriamente quel sentimento per lui,perché mi sembra così strano.
Come potrei innamorarmi di uno della terza classe?
Ma con lui mi sento protetta,mi sento al sicuro.
Lui é stato l'unico,tra tutte le persone che ho conosciuto fino ad oggi nella mia vita,che si é accorto della mia sofferenza.
E ha fatto di tutto per salvarmi.
É un ragazzo gentile e felice,anche se povero.
Il discorso che ha fatto a cena,sulla vita,é stato qualcosa di unico.
Quelle parole mi frullano ancora nella testa.
Lui era l'unico che aveva capito il motivo della mia sofferenza.
Quel pomeriggio,sul ponte,quando mi ha chiesto se amavo davvero Caledon,dopo essermi sfogata con lui.
Rimasi sconvolta da quella domanda,perché pensavo che nonostante avessi parlato in modo superficiale della mia sofferenza,lui non avrebbe mai capito il vero motivo.
E invece,non é stato così.
Mi sono pentita di averlo insultato e trattato male,ma in quel momento mi sembrava così assurdo.
Così assurdo che un quasi sconosciuto abbia saputo centrare il bersaglio.
E quando mi mostró i suoi bellissimi disegni,parlando di quelle persone e capendole così bene,iniziai a pensare che era un dono.
Un dono da non perdere.
Aveva capito il mio problema,la mia trappola.
Ed era per questo che non volevo lasciarlo andare.
Ma più penso a Caledon e a mia madre,e più perdo le speranze di una possibile storia con Jack.
Comunque,tornai alla mia cabina verso le cinque della mattina,perché la festa si era prolungata di molto.
Jack si offrì di accompagnarmi,e quando arrivammo trovammo tutto buio.
Non potevamo accendere la luce perché,altrimenti,si sarebbero svegliati tutti.
Così presi una torcia che si trovava sul comodino per fare luce.

"Grazie per la bellissima nottata Jack." Sussurrai.

"Grazie a te,Rose." Mi prese la mano e me la baciò,poi se ne andó,chiudendo delicatamente la porta.
Mi cambiai,mettendomi il vestito per andare a dormire.
Decisi di riposare nel mio letto,non con Caledon.
Non volevo dormire con uno che non amavo.
In realtà,non riuscii ad addormentarmi pensando e ripensando a Jack,e poi erano già le cinque e mezza della mattina,avrei dovuto solo aspettare che arrivassero le otto per 'svegliarmi'.

TITANIC. || Jose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora