Chapter 18.

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28 Aprile 1912.

Ciao Jack, sono sempre io, la tua Rose.
Scusa se non ti ho scritto per un po' di tempo ma sono successe parecchie cose in questi ultimi giorni.
Sì, sono notizie belle, per fortuna.
Hai presente la mia amica Stephanie, quella di cui sempre ti parlavo?
Ecco, un suo amico dice che é in cerca di una partner, e infondo anche io lo sono...perché te l'ho promesso.
Così, ha combinato un appuntamento a mia insaputa con questo uomo e proprio l'altro ieri sera sono stata praticamente obbligata ad andare a cena con lui.
Era un ristorantino molto raffinato e carino, in cui si mangiava molto bene.
Ovviamente, mi sono vestita elegante: un bel vestito rosso, rossetto rosso e capelli legati in uno chignon.
Hai presente come ero vestita il giorno in cui venni a cena dai ricchi?
Più o meno così.
E lui, appena mi vide spalancó subito gli occhi e mi bació la mano, come feci tu quando scesi le scale di quel salone sul Titanic.
Devo ammettere che é un bell'uomo, ma mai quanto te ovviamente.
É anche molto interessante, con un passato intrigante. É un uomo intelligente ed educato, e solamente nel bel mezzo della nostra conversazione capii che era un sindaco.
Si chiama: James Calvert. Solo allora mi venne in mente quel nome, lo avevo già sentito da qualche parte.
Spontaneamente, mi venne da sbarrare gli occhi e lui rise divertito.
Quasi mi stava andando storto il boccone.
Non pensavo che la mia amica conoscesse uomini così importanti.
Lui sembró molto interessato a me, tantoché gli diedi il mio indirizzo di casa, e mi promise che uno di questi giorni mi sarebbe venuto a trovare.
Ora lo sto aspettando, chissà se ci ha ripensato o verrà veramente.
E poi, c'é un'altra notizia: da atea, sono diventata un'ebrea. Ci ho pensato molto prima di fare questa scelta, ma dopo quello che é successo ho deciso. Dopo la mia esperienza sul Titanic, mi sono sentita come miracolata da qualcuno di immenso. Forse non lo sai e io non te l'ho mai raccontato, ma quando ero girata verso il cielo infinito, stringendo la tua mano gelata, a cantare "Tu Josephine sulla barchina" ho capito che non ero sola, e non lo sono mai stata. Ho improvvisamente capito che nulla si é potuto creare dal nulla. É lo stesso principio di come fare a creare una semplice pallina di carta: sei tu che crei la pallina, e quest'ultima non si crea a caso da sola. Così dev'essere con l'universo e tutto il creato. Come puó essersi creato tutto da solo? No, é impossibile. Ci deve perforza essere un creatore. E questo creatore, per creare l'universo, i pianeti, la Luna, le piante, il mare, il Sole, gli animali e noi, dev'essere stato così buono...ma infinitamente buono. E forse lui ha voluto darmi una possibilità per vivere...anzi, due: la prima, che sei tu. Che mi hai salvata da tutto ció da cui ero intrappolata, e mi hai reso felice e libera. E poi, dopo aver visto quei dati... pochissime scialuppe per le persone, solo per i ricchi e per giunta, inizialmente, erano state riempite con solo sei o dodici persone quando ce ne potevano stare ben settanta o sessacinque. Millecinquecento persone finite nelle gelide acque dell'Atlantico, solo sei salvate. E io sono tra quelle sei. Dimmi, come posso non sentirmi così miracolata e fortunata? Come posso fare finta che sia accaduto tutto per caso senza qualcuno che mi abbia concesso un'altra possibiltà di vita? Non posso. Devo essere devota a lui, colui immenso, colui che solo sa cosa accadra alle nostre vite.
Bene, penso che per oggi ti abbia fatto molto lavaggio del cervello.
A presto,
La tua amata Rose.❤

TITANIC. || Jose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora