Chapter 11.

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Jack.

"Jack!" Mi chiamó Rose,mentre nei corridoi l'acqua saliva troppo velocemente: dovevamo muoverci ad uscire da quella nave.
Mi girai di scatto e la vidi metri più indietro di me,bloccata.
Mi avvicinai subito a lei,chiedendole cosa c'era che non andava.

"Si é impigliato il vestito alla piastrella del corridoio!" Urló preuccupata,ma io la tranquillizzai.
Andai subito sott'acqua,cercando disperatamente, con le mani, il vestito.
Dovevo fare in fretta,perché l'acqua non si fermava.
Ad un tratto sentii una stoffa e la strappai violentemente.
Poi,ritornai su.
Ero stato cinque minuti in apnea,sentivo quasi di morire.

"Fatto,adesso andiamo Rose!" Indicai l'acqua che ci arrivava ormai al mento,e facevamo fatica anche a camminare.
Prendemmo l'unica strada possibile: la direzione destra.
Dopo un lunghissimo corridoio,ci ritrovammo senza via d'uscita.
Il corridoio finiva sia a sinistra che a destra,e davanti a noi c'era una porta che non si poteva aprire.
Così,mi venne l'assurda idea di spaccarla.

"Jack,non fare pazzie! Ti farai male!" Cercó di farmi cambiare idea.

"No,Rose! Meglio farsi male che morire!" Le risposi.
Andai tre passi indietro,presi la rincorsa e mi precipitai sulla porta.
Non ero riuscito a sfondarla,e l'acqua ci arrivava ormai all'inizio del collo.

"Jack!" Urló,quando vide che avevo intenzione di riprovarci.
Era troppo preuccupata per me,pensava che mi facessi davvero male.
Feci uno strano verso,e nell'esatto momento in cui mi fiondai sulla porta,lei lanció un:
'No!' di paura,coprendosi la faccia con le mani.
Vidi che ce l'avevo fatta senza farmi male,fortunatamente.
Uscimmo,guardandoci attorno.
Ci trovavamo ancora all'interno della nave,ovviamente.

"Ma che fai? Lo sai,quella é proprietà della White Star! Dovrai pagare i danni!" Ci sgridó,uno stupidissimo Steward che ancora non aveva capito che la nave stava affondando,e anche molto velocemente.

"Sta zitto!" Gli urlammo in faccia all'unisono,e lui fece un passo indietro,intimorito.
Seguimmo i corridoi molto velocemente,tutti bagnati.
Avevo molto freddo,ma per fortuna correndo potevamo riscaldarci.
Finché non arrivammo ad un cancello di terza classe,dove c'era una folla immensa che protestava.
Partivano colpi di pistola,davano l'ascia in testa alle persone: capii immediatamente che lì non ci sarebbe stata speranza.
Poi,nella folla in lontananza,vidi Tommy.

"Jack!" Mi chiamó.

"Tommy!" Gli diedi una pacca sulla spalla.

"Non c'é speranza da questa parte!"

"Qualunque cosa facciamo dobbiamo farla alla svelta!" Gli spiegai.

"Jack!" Sentii la voce di Fabrizio in lontananza,e lo vidi che cercava di passare in mezzo alla gente che lo spintonava.

"Fabrizio!" Abbracciai anche lui.

"Non c'é niente da quella parte!" Mi spiegó,indicandomi il corridoio che proseguiva davanti a noi.

"Va bene! Andiamo da questa allora!" Prendemmo un'altra direzione,sperando di riuscire ad uscire da quella maledettissima nave.
La "nave dei sogni" si stava trasformando in una trappola della morte,una corsa per la sopravvivenza.
Le persone si disperavano di già,volevano lasciarsi morire.
Gli stranieri cercavano disperatamente sui dizionari cosa significavano certe indicazioni.
Arrivammo ad un altro cancello,ovviamente chiuso,ma fortunatamente con meno gente.
Quel deficiente di uno stewartd ovviamente non ci voleva aprire.

"Apri il cancello." Cercai di calmare la mia rabbia.

"Apri subito questo cancello." Insistetti,ma lui continuava a ripeterci di tornare alla scala principale.
A quel punto non riuscii più a trattenere la mia rabbia.

TITANIC. || Jose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora