CAPITOLO 8 - SETE DI VENDETTA

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Non andai alla Shibusein per quasi una settimana intera. Mi sentivo così svuotata, così demoralizzata... in una sola notte ero riuscita a distruggere tutta la fiducia in me stessa che mi ero costruita con gran fatica durante tutti quegli anni. Come avevo potuto essere così ingenua? Mi ero sempre vantata di essermela cavata da sola, di aver ucciso mostri terribili che erano uova di Kishin senza l'aiuto di nessuno, ma Kazuhiko ero riuscito a imbrogliarmi come se nulla fosse.
"Una stupida, ecco cosa sono!" pensai, stringendo le gambe al petto e appoggiando la testa sulle ginocchia.
Soul e gli altri venivano a farmi visita ogni giorno per darmi le ultime notizie e tenermi compagnia, ma nemmeno il loro affetto riusciva a scacciare la nebbia che mi avvolgeva. Il lunedì seguente però, accade qualcosa che stravolse completamente gli eventi.

-Anis! Anis! Il grande dio del combattimento ha una super notiziona per te!- urló una voce tonante dall'esterno. Sentii passi pesanti salire le scale, la porta si aprì sbattendo... chi poteva essere se non Blackstar? Arrivò in salotto tutto agitato.
-Stai a sentire! Stein ha rivelato che Kazuhiko è stato esiliato! Ma ci pensi?! E io che volevo ammazzarlo di botte! Questa é un'giustizia!- gridò, sferrando un colpo contro il muro (che ovviamente ebbe la peggio. Restò un buco enorme che dovetti nascondere con un quadro, perché certo non era molto raffinato da vedere).
Decisi così che il giorno successivo sarei tornata a scuola per ottenere qualche informazione in più direttamente dallo Shinigami.
Arrivata a scuola mi precipitai in quella strana sala dove risiedeva lo Shinigami senza neppure chiedere di essere ricevuta. Quando arrivai davanti a lui mi salutò agitando la manona guantata .
-Salve salvino mia cara!- mi disse. -C'è qualcosa che ti preoccupa? Il tuo faccino all'espressione così corrucciata!-
-Voglio sapere perché Kazuhiko è stato semplicemente esiliato e non si trova rinchiuso in una cella sotterranea. Insomma perché l'avete fatto?!- sbottai, alzando il tono della voce.
Al diavolo il rispetto! In quel momento c'erano in gioco il mio orgoglio e la mia sicurezza. Se solo lo avesse voluto Kazuhiko sarebbe potuto tornare per farmela pagare, e allora cosa sarebbe successo? Certo, mentre venivo scortata da Blackstar a casa di Maka mi ero tolta il braccialetto rompendolo in mille pezzi e avevo recuperato i miei poter,i ma lui non sarebbe mai stato così sprovveduto da venire da solo. Era semplicemente impensabile che mi rassegnassi a vivere nella paura di un attacco.
Lo Shinigami ondeggió in modo buffo, visibilmente in imbarazzo non sapendo cosa rispondermi.
-Vedi piccola Anis, è una cosa luuunga, vero Spirit?-
La Death Shythe dai capelli rossi si giró verso di me appoggiandosi allo schienale della sedia su cui era seduto.
-Gi,à mooolto lunga!- aggiunse lui. -Hai già incontrato la mia dolce Makuccia? É una ragazza così tenera seria intelligente forte altruista. Così bella poi! Forse non ti ha raccontato di quando...-
-Chiudi quel forno logorroico di una Death Schythe! Shinigami... chop!- gridó lo Shinigami assestandogli un colpo sulla testa che gli fece uscire una fontanella di sangue.
"Ora capisco a chi si è ispirata Maka..." Tuttavia.
-Non mi interessa, ho bisogno che mi diciate immediatamente dov'è!- Stavo iniziando ad arrabbiarmi parecchio, tanto che facevo fatica a controllarmi dal distruggere quello stupido mandolino che continuava a strimpellare.
Sospiró, incrociando le braccia e inclinando la testa, combattuto.
-E va bene te lo dirò. Ma sappi che non potrei andarci prima che sia passato almeno un mese, e inoltre dovrei essere accompagnata da un insegnante che possa fungere anche da Maestro d'armi.-
Fece una pausa, mentre io pendevo letteralmente dalle sue labbra (o meglio, dalla sua... maschera?).
-Lo abbiamo portato alle Foreste della Morte.-
Provai a fare mente locale, ma non mi sembrava di aver mai udito quel nome. Tuttavia non importava. Ora che il mio obiettivo era così a portata di mano non me lo sarei di certo fatto sfuggire.
Mi inchinai frettolosamente, uscendo senza neppure ringraziare e mi precipitai in classe correndo come una furia.

C'era un unico insegnante adatto quel ruolo che sarebbe potuto diventare il mio Maestro d'armi, e dovevo raggiungerlo al più presto.

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