Il tempo scorreva lento, il paesaggio intorno a noi monotono e silenzioso. Ad ogni passo che facevo il mio sesto senso implorava di prestargli ascolto, dicendomi per la seconda volta che c'era qualcosa di strano. Cosa ci sarebbe accaduto di nefasto questa volta?
Mi dirai verso gli altri. Patty stava parlottando già da un po' con un ramo a forma di omino mentre la sorella si limava le unghie (come al solito). Kid era stranamente serio: che si fosse reso conto solo in quel momento di ciò che stava rischiando? Sarebbe dovuto diventare il prossimo Shinigami, ma chissà se il padre lo avrebbe mai perdonato.
Maka procedeva con aria decisa come sempre. La invidiavo un po': avrei voluto avere almeno un briciolo della sua costante determinazione, invece di essere sempre così indecisa.
Alzai lo sguardo verso Soul, che mi rispose con un sorriso e un cenno del capo. Capivo perfettamente l'interesse che provava per la sua Maestra d'armi: era fortissima dal punto di vista fisico, ma anche di un intelligenza invidiabile e un'incrollabile forza di volontà.
Mi spostai bruscamente una ciocca ribelle dal viso, riportando l'attenzione sulla strada. Le cime degli alberi delle Foreste della morte si intravedevano in lontananza, e accelerammo il passo senza neppure accorgercene.
Improvvisamente si udì una specie di schiocco seguito da un sibilo. Fu solo grazie alla prontezza di Kid che nessuno di noi viene colpito dalla freccia che si era conficcata in un albero alle nostre spalle.
-Veloci, in posizione!- gridò Kid impugnando Liz e Patty trasformate già in pistole. Osservammo i dintorni, ma il nemico si sapeva mimetizzare molto bene. Partirono altre frecce, ognuna di esse da direzioni differenti e rischiammo più di una volta di venire colpiti, rimediando comunque dei tagli superficiali. q
-Quest'anima...- mormorò Maka. -Azusa, vieni fuori!-
La Death Scythe comparve davanti a noi sistemandosi gli occhiali sul naso. Impettita e seria come sempre, aveva un braccio trasformato in balestra mentre l'altra mano stava incoccando un'ulteriore freccia.
-Ora basta. Non ho alcuna intenzione di perdere tempo con degli allievi indisciplinati come voi, quindi sarà meglio per tutti che torniate immediatamente con me a scuo-
Una pallottola le sfiorò la gamba, strappandole leggermente i pantaloni scuri. Kid stava puntando entrambe le pistole contro di lei mantenendo un'espressione impassibile.
Azusa non si mosse, limitandosi a guardare glacialmente Kid.
-Immagino che tuo padre non sarà molto lieto di vederti ritornare a casa trattati come un piccolo teppistello, vero? A quanto pare avevo sopravvalutato la tua capacità di giudizio...- gli disse, gli occhi ridotti a due fessure.
-Chiuda. Quella. Bocca!- gridó Maka lanciandosi verso di lei e attaccandola con un fendente. La nostra insegnante lo schivó prontamente, scoccando un'altra freccia verso Kid cogliendolo impreparato.
-NO!- mi tuffai verso di lui trasformando il mio braccio in ascia per deviare la freccia. Ci riuscii, ma caddi malamente e sentii un forte dolore alla caviglia. Mi rialzai fretta, guardando furente la nostra insegnante.
-Lei non può permettersi di giudicarlo, mi ha sentito?! Non lo conosce nemmeno, crede di sapere tutto di lui solo per come si comporta a scuola?-
In quel momento non mi importava più di essere espulsa. I miei amici avevano rischiato tutto per aiutarmi e non avrei permesso a nessuno di offenderti.
-Voi insegnanti non capite minimamente che siamo davvero, altrimenti in questo momento c'è interesse!- Entrambe le mie braccia erano diventati due lame pronta a pranzare tutto ciò che incontravano sulla loro strada.
Maka si era affiancata a me per aiutarmi. Stavo per attaccare quando sentii la mano di Kid posarsi sulla mia spalla. Si mise davanti a me preparandosi a combattere.
-Ti ringrazio Anis.- Nonostante il flebile sorriso sulle sue labbra, i suoi occhi erano ancora spenti ma avevano acquisito una scintilla che prima non c'era.
-Dimostrerò a tutti, compreso mio padre, che si stanno sbagliando. Ora andate, vi raggiungeremo più tardi.-
Prima che Azusa potesse impedirci di fuggire le scaricò addosso una raffica di colpi.
Io, Maka e Soul fuggimmo per la seconda volta. La caviglia mi faceva molto male, ma serrai i denti e mi costrinsi ad avanzare passo dopo passo.
Più procedevamo e più la natura si faceva fitta e rigogliosa, e l'atmosfera minacciosa era più che palpabile. Sebbene distrutti dalla fatica dopo tre, lunghissime ore giungemmo finalmente alla Foresta della Morte.
La vera missione iniziava adesso.
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Unexpected enemy
Hayran KurguMi chiamo Anis. Sono un'arma a cui manca solo l'anima di una strega per diventare finalmente Death Scythe. Ecco perché sono venuta a Death City: per trovare un Maestro d'Armi che mi aiuti in questa impresa. Credevo sarebbe stato facile, ma a volte b...