chapter 32

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Misi la valigia nel ripostiglio, poi tornai in camera mia e mi coricai sul letto, sfinita.

Avevo appena finito di disfare i bagagli, facendo la lavatrice e ripiegando bene i vestiti che non avevo usato o che avevo già lavato a Los Angeles.

Presi il cellulare, notando parecchie notifiche su Twitter. Come se fosse una novità.

Dopo il video di Ashton e la notizia della nostra relazione i miei followers erano arrivati ad un milione.

Ma che cazzo gliene ne frega di ciò che scrive la ragazza del loro idolo?

E poi, quando ero all'aeroporto per tornare a Seattle, alcune fan mi avevano vista.

Mi avevano fermata, e io scocciata avevo risposto che non ero più la fidanzata di Ashton, e che quindi potevano smettere di fingere che andassi loro a genio.

Pessima mossa.

Non ero più entrata su Twitter da quando ero a casa, così mi presi del tempo per leggere le mie menzioni.

Puttana.

Stronza.

Traditrice.

Ashton sta male per colpa tua.

Sarebbe stato meglio se Ash non ti avesse mai conosciuta.

I commenti erano tutti di quel genere, e mi si formò un groppo alla gola.

Decidi di rispondere a qualche tweet, la rabbia mi faceva tremare le mani.

Cosa ne sapete voi di cos'è successo?

Chi ha detto che Ashton è l'unico a soffrire?

Non sapete come sono andate le cose, perciò prima di buttare merda sulla gente, informatevi.

Potete dirmi di tutto, che sono una puttana (cosa affatto vera) e una stronza, ma non traditrice. Traditrice mai.

Non mi ero accorta delle lacrime, perciò quando mi spostai una ciocca di capelli dal viso e lo sentii bagnato sussultai.

Odiavo il fatto che Ashton riuscisse a farmi provare qualcosa. Che fosse felicità o rabbia, quella era un'altra faccenda.

Lo odiavo, ma sapevo che se mi avesse mai abbracciata ancora, sarei scoppiata in lacrime tra le sue braccia.

Mi alzai velocemente, prendendo un paio di pantaloncini corti comodi, una canottiera bianca e le scarpe da corsa. Mi legai velocemente i capelli e preso le cuffiette, facendo subito partire la musica ad alto volume.

Uscii di casa, camminando per un centinaio di metri per scaldarmi un po'.

Faceva caldo, essendo pomeriggio, ma avevo bisogno di schiarirmi le idee, e la corsa era l'unica cosa che mi avrebbe potuto aiutare.

Così cominciai a correre lentamente, aumentando sempre di più il passo. Arrivata ad una velocità sostenibile, presi il mio ritmo, respirando attentamente.

Mi concentrai sulla strada davanti a me. Volevo arrivare al parco e starmene lì per un po', circondata dal verde e lontana dal rumore delle macchine che mi avrebbe ricordato Los Angeles, e quindi Ashton.

Dovevo togliermelo dalla mente al più presto, oppure sarei crollata.

Quasi non mi accorsi dell'entrata del parco, troppo immersa nei miei pensieri, e mi ritrovai a rallentare per non rischiare di investire uno dei tanti bambini che correvano sul prato.

Era così bello, da piccoli: nessuna preoccupazione, nessun problema. L'unica cosa che poteva farti male era inciampare e sbucciarti un ginocchio o un gomito.

Ma la vita non rimane felice e spensierata per sempre.

Mi fermai, sedendomi in un angolo del parco poco affollato. Mi asciugai il sudore con la canottiera, inumidendola.

Mi sdraiai, e osservai le nuvole ed il cielo.

Lentamente chiusi gli occhi, beandomi dell'arietta fresca del parco.

Non so quanto tempo passò, ma all'improvviso il sole si oscurò ed aprii gli occhi per vedere cosa fosse successo.

Davanti a me trovai un ragazzo, ma non riuscivo a vedergli il viso perché era controluce. Mi misi seduta, togliendo una cuffietta.

Lui si spostò, lasciando che il calore del sole tornasse a colpirmi la pelle, e si mise seduto accanto a me.

Mi voltai verso di lui, osservandolo come lui stava facendo con me.

Aveva i capelli castani e gli occhi azzurri, doveva avere all'incirca un anno, forse due, in più di me.

"Che vuoi?" chiesi, sbuffando.

Lui scosse la testa, sorridendo. "Ti ho vista da lontano e mi sembravi un volto famigliare, così mi sono avvicinato per vedere se ti conoscessi."

"E mi conosci?" Presi un sassolino, accanto a me, e lo rigirai tra le mie dita.

"Non di persona, ma so chi sei. Ti ho vista su un giornale di gossip di mia sorella." rispose tranquillamente, continuando a guardarmi.

"E che cosa vuoi da me?"

Cominciava a stancarmi. Cosa poteva volere uno sconosciuto uscito dal nulla?

"Sei la ragazza di quel tipo, il batterista dei 5 Seconds Of Summer. Antonio, mi sembra."

Sbuffai ancora. "Ex ragazza, veramente. E il suo nome è Ashton."

Lui spalancò gli occhi. "Scusa, non lo sapevo. Sono venuto qui solo per chiederti un autografo per Hannah, la mia sorellina. Ha dodici anni e adora quella band, è tutto ciò che è collegato ad essa. Ti chiami Blair, vero?"

Annuii, lanciando il sassolino lontano.

"Mi ha detto che ha visto dei video in cui ci sei tu, non smette di parlare di quanto tu e quel tipo siate carini insieme. Ti adora, dice che sei dolcissima e che-"

"Io non sono dolce." lo bloccai, alzandomi. Lui mi imitò.

"Non sto dicendo che lo sei, ho solo ripetuto le parole di Hannah. E comunque tranquilla, me ne sono accorto da solo che sei tutt'altro che dolce e simpatica."

Roteai gli occhi. "Sono fatta così: o mi ami o mi odi. Ora sparisci."

Lui rise sarcasticamente. "Sei davvero stronza, lo sai?"

Annuii, sorridendo. "Me lo dicono in tanti."

"Mi chiedo come tu potessi piacere ad Ashton. Mia sorella dice che è fantastico, ma dopotutto lo diceva anche di te." Sputò quelle parole, e io non potrò fare a meno di sospirare drammaticamente.

"Be', perché non ti bevi una RedBull? Così a fanculo ci vai volando." dissi prima di rimettermi le cuffiette e cominciare a correre.

Erano quasi le sette, e cominciava a fare più fresco. Ero stata più tempo del previsto al parco, e non sapevo cosa mangiare per cena, dato che i miei genitori sarebbero stati in viaggio di lavoro fino alla fine della settimana dopo e la dispensa era vuota.

Sarei andata a mangiare una pizza, ci voleva proprio.

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Lo so, è noioso, ma mi serviva un collegamento per il prossimo capitolo, e si sa, non di sola azione è fatta una storia.

Non ho molto da dire, quindi vi chiedo di passare a leggere le altre mie storie e traduzioni, ve ne sarei davvero grata.

Al prossimo capitolo x

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