chapter 33

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Due mesi.

Erano passati due mesi da quando me n'ero andata, da quando ero tornata a Seattle.

Erano passati due mesi da quando avevo lasciato Ashton, e stavo male.

Gli insulti verso di me non accennavano a cessare, anzi crescevano sempre di più. Solitamente me ne sarei sbattuta altamente, abituata ai giudizi della gente, ma vedere quanto quelle ragazze tenessero ad Ashton, tanto da arrivare ad odiare una persona che nemmeno conoscevano perché lo aveva fatto soffrire, mi faceva pensare alle persone che mi amavano.

Potevo contarle sulle dita di una mano, forse due.

I miei genitori.

Joy.

Taylor.

Luke.

Forse Michael, Calum e Oceania, ma non ne ero sicura.

E Ashton, cosa di cui non ero più così certa. Lo avevo lasciato, l'avevo fatto soffrire, come poteva amarmi ancora?

Quando sentii la suoneria di Skype mi asciugai velocemente le lacrime, indossando uno dei sorrisi più falsi che avessi mai fatto, e risposi senza guardare il mittente della chiamata.

Credevo fosse Joy, come ogni giorno.

"Hey Joy." dissi, tenendo stretta a me la felpa che Ashton mi aveva dato quando ci eravamo conosciuti.

"Non sono Joy." rispose una voce maschile.

Spalancai gli occhi, cercando di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire di nuovo.

"Luke?" Uscì più come una domanda che come un'affermazione, la voce mi tremava.

"Stavi piangendo?" mi chiese dolcemente, e fui veloce a scuotere la testa.

"No, ho appena fumato una sigaretta e-"

"Non mentire, ho imparato a conoscerti abbastanza da capire che stai dicendo una balla."

Nelle ultime settimane io e Luke avevamo legato moltissimo, ci eravamo sentiti ogni giorno attraverso il cellulare, ma era la prima volta che vedevo il suo viso da quando me n'ero andata.

Sospirai, passandomi le mani coperte dalle maniche della felpa sul viso.

"È tutto okay, piccola?"

Mi venne un colpo al cuore.

"Non chiamarmi piccola. Lo faceva-"

"Ashton. Scusa, non lo sapevo."

Era davvero dispiaciuto, perciò scrollai le spalle. "Non importa. Come mai non mi hai scritto come al solito?"

"Volevo vederti, ma non posso farlo materialmente, quindi volevo farlo almeno attraverso uno schermo."

Forzai un sorriso.

"Ora vuoi dirmi che succede?"

Era sul tourbus, riconoscevo le pareti. Ed era solo, quindi annuii.

"È per Ashton, vero?"

Annuii di nuovo.

Lui sospirò. "Anche lui sta male. Non suona come dovrebbe, non incontra le fan, è diverso. Dovreste parlarne."

Sbuffai. Già Joy cercava ogni giorno di convincermi, non doveva mettercisi pure lui.

"Sono grande abbastanza da capire cosa devo o non devo fare."

"Ma non hai capito di aver fatto una cazzata lasciandolo, o forse si? Cazzo Blair, stai una merda, e si vede. Lui è messo come te, se non peggio. Io lo dico per il vostro bene, per il bene dei miei due migliori amici."

skype ❁ afiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora