chapter 14

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"Dove stiamo andando?" chiesi, mettendo le mani su quelle di Ashton, appoggiate davanti ai miei occhi. Rise. "È una sorpresa."

Sbuffai, tornando con le mani lungo i miei fianchi. Dopo essere usciti dal ristorante avevamo preso un taxi e Ashton aveva sussurrato al conducente un indirizzo che non ero riuscita a cogliere. Eravamo poi scesi in una stradina poco affollata, e subito mi aveva coperto gli occhi.

Sentii un cambiamento di terreno sotto le suole delle mie scarpe.

"Mi stai portando in un luogo sperduto per stuprarmi?" chiesi, l'ironia nella voce. Sapevo che non sarebbe mai stato capace di fare una cosa del genere.

"No," rispose infatti. "aspetta ancora un paio di minuti."

Se avessi avuto gli occhi aperti li avrei roteati, ma mi limitai a scrollare le spalle.

Camminammo per un po', poi Ashton si fermò e io con lui. Tolse le mani dai miei occhi. Rimasi con gli occhi chiusi, e lo sentii armeggiare con qualcosa dietro di me.

"Puoi guardare." sussurrò al mio orecchio, e rabbrividii leggermente alla sensazione del suo respiro sulla mia pelle delicata. Aprii gli occhi, e mi accigliai.

"Siamo in un... parco?" chiesi, e Ashton rise. Posò le grandi mani sulle mie spalle, facendomi voltare, e vidi una coperta stesa sull'erba.

"Vuoi farlo in un parco?"

Cercai di mantenere un tono serio, ma mi lasciai sfuggire un sorriso. Non vedevo bene il viso di Ashton a causa dell'oscurità, ma sapevo che era arrossito. Si passò una mano tra i capelli ricci, scompigliandoli, e si coricò sulla coperta.

Mi fece segno di imitarlo, e così feci. Appoggiai la testa sul suo petto. "Guarda in alto."

Alzai il viso e rimasi senza fiato.

"Ash, è... meraviglioso." sussurrai, osservando la grande distesa di stelle nel cielo. La città era lontana, il taxi ci aveva portato fuori di Louisville, e la luce delle stelle non era sovrastata da quella artificiale. Potevo distinguere diverse costellazioni, e la luna risplendeva, quasi piena.

Erano mesi che non vedevo le stelle così luminose, poiché non uscivo spesso da Seattle.

"Lo so." disse Ashton, accarezzandomi i capelli. "Come hai trovato questo posto?"

"Internet fa miracoli." Rise, e mi trovai a piegare le labbra in un sorriso spontaneo.

Rimanemmo un po' in silenzio, contemplando la bellezza di quella sera.

"Grazie." sussurrai, non volendo rovinare l'atmosfera tranquilla creatasi.

"Di cosa?"

"Di aver fatto tutto questo." risposi, "Era da tanto che qualcuno non faceva una cosa simile per me."

Non meritavo quelle attenzioni, soprattutto non da Ashton. Lui era sempre stato così dolce, con me, e io lo avevo trattato come una merda.

"Andiamo in hotel? Si sta facendo tardi." Annuii, e ci alzammo insieme. Prese la coperta e tornammo verso la strada principale, intanto chiamò un taxi.

Aspettammo qualche minuto, poi lo vedemmo arrivare ed entrammo.

Ashton dettò l'indirizzo al taxista e mise un braccio intorno alle mie spalle, e io appoggia la testa sulla sua.

"Ti voglio bene, Ash." sussurrai, l'esitazione nella voce. Sorrise.

Stava davvero riuscendo ad abbattere quel muro che avevo costruito intorno a me.

"Ti voglio bene anche io, piccola."

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Diabetediabetediabetediabete.

Okaaay non ho molto da dire, ma volevo provare una cosa.

Aggiornerò quando questo capitolo raggiungerà almeno 30 voti e 10 commenti, può sembrare tanto ma ragazzi, ogni capitolo ha almeno 200 visite e i voti sono sempre 20-25 e ci sono pochissimi commenti, e come obbiettivo personale vorrei vedere quante persone tengono a questa storia.

Quindi vi dò il via, e spero di non dover aspettare tanto per aggiornare! xx

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