Audrey
Sam impiegò più del previsto a realizzare che la mia copertura era solo una menzogna. Il mio approccio era stato rischioso, ma non avevo scelta. Dovevo avvicinarlo in qualche modo. Pensavo che ogni studente di Colton Hills frequentasse un corso di biologia, era uno dei principi fondamentali della scuola americana, cazzo. Era evidente il fatto che mi sbagliavo.
Dopo averlo lasciato sulla soglia di casa, mi allontanai a passo svelto da Sam e mi diressi verso quella che era la villetta dove lui credeva che abitassi. Percorsi il vialetto pregando con tutta l'anima che non uscissero fuori i proprietari e chiamassero la polizia. Dopo aver visto la porta richiudersi dietro Sam, tornai sui miei passi e mi avviai verso il parco. La strada era deserta, era ora di cena. Tutti tornavano dalle proprie famiglie per consumare un delizioso pasto accompagnato dalle convenevoli chiacchiere tra famigliari. Tutti tranne me.
La borsa iniziava a scivolarmi dalla spalla, le palpebre erano più pesanti. In quelle notti avevo dormito poco e male, attanagliata da mille pensieri che mi vorticavano per la testa. Le luci dei lampioni rischiaravano piccole chiazze d'erba, mentre il vento soffiava tra le fronde dei salici tutt'attorno. Il cielo era terso, ma non si poteva dire che si morisse di caldo. Ringraziai la mia previdenza per aver portato con me quella felpa, non proprio elegante, ma sicuramente comoda.
Camminai per più di un quarto d'ora tra le panchine sgombre e i lampioni solitari, in cerca di un posto abbastanza sicuro e isolato. Certo, non è proprio facile individuare un posto isolato in un luogo pubblico aperto sempre e a chiunque, ma era pur sempre una misura di sicurezza. Dovevo preservare la mia clandestinità in quella città, almeno finché non fosse arrivato il momento giusto.
Mentre fissavo i picchetti della tenda nello spazio retrostante un'aiuola di gerani, il cellulare iniziò a squillare. La tasca della felpa vibrava incessantemente. Frugai nella tasca e impugnai il cellulare. Era uno di quei modelli con lo schermo scorrevole che rivelava la tastiera sottostante. Una cosa che all'epoca in cui me lo procurai reputavo piuttosto figa. Il nome che comparve sullo schermo non mi stupì, ma sobbalzai. Avevo sperato fino all'ultimo che non mi chiamasse entro la fine della giornata, avrebbe significato che la copertura aveva retto. In quell'istante seppi che era saltata. Sarebbe saltata in ogni caso, ma speravo che accadesse il più tardi possibile. Dovevo guadagnare tempo. Dovevo inventarmi qualcosa.
«Sam?» Il mio tono era esitante, ma mi sforzai per renderlo il più normale e pacato possibile.
«Audrey, perché mi hai mentito? Io non ho frequentato nessun corso di biologia!»
«Ehm...»
«Audrey...?»
«Ecco... io...»
«Tu? Tu cosa?!»
La mia mente sfrecciava in cerca di una buona motivazione, qualcosa di convincente. Qualcosa che gli avrebbe dato un motivo per non investigare oltre, per far passare i suoi dubbi in secondo piano. Okay, ce l'avevo.
«Io... mi sono innamorata di te!»Silenzio. Sentivo solo qualche espirazione che mi confermava il fatto che non era svenuto. Dopo qualche manciata di secondi, riprese fiato e parlò.
«Come?!»
«Mi piaci.»
«Ma se mi conosci da nemmeno tre ore!»
«Mai sentito parlare dei colpi di fulmine?»
«Sì, ma...»
«Ora devo scappare, sta per entrare mio fratello.»
«Aspetta, non credo che... cioè... non mi hai nemmeno spiegato perché mi hai mentito, potevi semplicemente presentarti e...»
«Ci vediamo, Sam.»Aveva ragione, avrei potuto semplicemente presentarmi. Pensavo che la scusa della scuola e il trambusto del primo giorno mi avrebbero procurato una copertura solida. Presentarmi all'improvviso sarebbe stato sospetto. Mi avrebbe preso per una stalker o qualcosa del genere. Forse, dopo quella rivelazione, mi avrebbe preso per una sorta di killer seriale. Poco male.
Finii di impiantare la tenda e mi ci infilai dentro. Non era quella che si definisce una dimora calda ed accogliente, ma era pur sempre un rifugio. Dovevo sbrigarmi a conquistare la fiducia di Sam, non avevo molto tempo. Avrebbero scoperto le mie intenzioni dopo poco, se avessero fatto due più due. Pensando a quanto fosse folle la mia idea, ricacciai fuori quei documenti, quei fogli di carta stampati che in poche semplici lettere d'inchiostro mi avevano rivelato tutta la verità.
Ripensai al momento in cui, cercando un paio di batterie nuove, riportai alla luce un vecchio plico tutto impolverato. Pensavo che fosse qualcuna delle scartoffie relative alle pratiche del divorzio dei miei o alla proprietà della casa o a qualche altra stronzata di cui non m'importava nulla. Stavo per riporlo, quando mi accorsi del testo stampato sull'etichetta adesiva incollata sulla parte superiore della copertina. Proprio in quel momento stavo fissando quelle parole, memori della mia reazione e della folle curiosità che ne scaturì:
Orfanotrofio Santa Monica
Fascicolo n. 394
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The SAM Plan
Mistero / ThrillerSam è un ragazzo 'atipico', come a lui stesso piace definirsi. Spettatore dei continui tentativi dei genitori di nascondere i loro problemi coniugali e di una vita che non gli appartiene, custode di un segreto che ferisce e cura il suo cuore allo st...