22 Capitolo.

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Audrey POV.

Salgo le scale quasi correndo e quando apro la porta mi ritrovo davanti Bree che ride per qualcosa che ha detto.. Tyler. Ma che cavolo!
Fingo un colpo di tosse per avere la loro attenzione. Entrambi, ovviamente, mi guardano a disagio.
<< Emh, ciao Audrey >> dice Bree senza guardarmi. La situazione mi fa ridere, ha la faccia di una tredicenne che è appena stata beccata dalla mamma a sbaciucchiare un ragazzino. Resto comunque seria perché il ragazzino in questo caso si è comportato da idiota quindi non capisco perché sia qui. Come se mi stesse leggendo nel pensiero parla.
<< Ciao, senti, siamo partiti col piede sbagliato ma ti assicuro che non sono quello che pensi. Quella sera avevo bevuto e quella cretina della mia ex non si decide a smetterla di saltarmi addosso tutte le volte che mi vede. E no, non ho ricambiato il bacio. È stata lei a ficc.. >> lo fermo prima che continui.
<< Okok prendi fiato. Non è con me che devi giustificarti. Ma stai attento perché la prossima volta non saranno dei fagioli a caderti in faccia >> vedo Bree sorridere e sono felice se a lei sta bene così. Spero che lui sia sincero. Sono esausta e anche se mi sembra di essere il loro terzo incomodo mi sdraio sul mio letto e chiudo gli occhi. Bree non mi chiede com'è andata con Jase e gliene sono grata perché non mi va di parlarne davanti a Tyler. Tra mille pensieri la stanchezza ha la meglio e mi addormento.

Mi sveglio saltando in aria per questa cavolo di sveglia. La spengo e mi rimetto sotto le coperte. Fino a quando le coperte non vengono bruscamente gettate a terra e Bree non apre la finestra che da sul mio letto e la luce mi acceca. Deve smetterla di svegliarmi così.
<< Che dolce risveglio Bree, sei un tesoro. >> borbotto con la testa sotto il cuscino.
<< Buon giorno anche a te piccolo orso. Stasera devi raccontarmi di quel Jane. >>. Piccolo orso. Ci mancava solo questa.
<< Piccolo orso? >> le chiedo alzandomi.
<< Si quando dormi sembri un piccolo orso. >> scoppio a ridere e lei mi da una leggera spinta. Ci prepariamo di corsa e dato che sembra far freddo metto i Jeans una maglietta leggera giacca di pelle e stivali bassi. Andiamo verso in nostri armadietti e dopo aver preso dei libri mi dirigo da sola verso la prima lezione di arte. Entro in aula e mi siedo in un banco vuoto nella penultima fila. Mi sento a disagio e mentre mi guardo attorno ne capisco il motivo. La fila dietro la mia c'è Jase con il cappuccio di una felpa in testa che mi guarda ma appena lo guardo distoglie i suoi occhi da me. Io faccio lo stesso. Non riesco a seguire quello che dice la docente e scarabocchio sul quaderno dove dovrei prendere appunti. Sono qui dentro da un'ora ma sono sicura che sono invecchiata in questo lasso di tempo. Quando suona la campanella non mi alzo subito e vedo Jase passarmi a canto a testa bassa. Che cos'ha in testa questo ragazzo? Mi alzo per andargli dietro ma lo perdo di vista quindi mi dirigo verso l'aula di musica. Finite le lezioni entro in mensa con Bree. Appena ci vede Tyler si alza.
<< Ciao ragazze, ci sono due posti liberi vi va di sedervi con noi? >> sorride gentilmente e guardo Bree che mi supplica con gli occhi. Alzo gli occhi al cielo e mi siedo, purtroppo, proprio davanti a Jase che guarda il suo piatto come se fosse fatto di oro.
<< Volentieri Ty >> dice Bree mentre si siede accanto a me. Ci presentano tutta la squadra di Rugby -ecco perché quel fisico - e alcune ragazze. Mi chiedo se tutte messe insieme formino un cervello. Comunque i ragazzi sono simpatici e parliamo tutti tranne Jase che continua a sminuzzare la pasta. È urtante e vorrei urlargli di dire qualcosa, qualsiasi cosa. Ma resto in silenzio fino a quando ad un tratto si alza ed esce dalla mensa. Tre secondi dopo sono dietro di lui.
<< Jase. >> lui si ferma ma non si volta così mi metto al suo fianco mentre accende una sigaretta e assume la sua solita espressione sexy che fa quando fuma. Non ti distrare Audrey non sei qui per questo.
<< Si può sapere perché mi eviti? >> gli chiedo cercando di restare calma.
<< Non ti sto evitando. >>
<< Si vede, non mi guardi nemmeno e sei stato un quarto d'ora a fissare la pasta e a ridurla in brandelli pur di non guardarmi. >> quasi non urlo.
<< Che volevi eh? Che ti salutavo con un bacino e avremmo chiaccherato tutto il tempo? Solo perché ieri siamo stati insieme non significa che mi interessi passare tutto il tempo con te. >> anche lui ha alzato il volume e nonostante le sue parole facciano male ancora non ha finito.
<< Stammi alla larga Audrey, non voglio nessuna ragazza stressante al mio fianco.>> detto questo si volta e se ne va. Sfogavo sempre la mia rabbia piangendo ma questa volta non l'avrei fatto. Inghiotto le lacrime che minacciano di uscire insieme al veleno che c'era nelle sue parole. Quando entro in mensa lui non c'è. Se vuole questo lo avrà. Ma non sopporterò i suoi maledetti cambiamenti d'umore. Non sono il suo antistress e non è con me che sfogherà le sue frustrazioni. Vada pure a quel paese!

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