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Harry camminò sicuro di sé, quella mattina, lungo i corridoi della scuola. Era felice, si era svegliato con un insolito sorriso sul volto e niente sembrò capace di spegnerlo. Si sentiva finalmente a posto con tutto, con lui.
Cercò tra tutte quelle teste colorate, quella di lei. Non, però, riuscendo nel suo intento.
Melanie, quella mattina, non era andata a scuola. Aveva vomitato la sera precedente e durante la notte percepì varie fitte allo stomaco. Sua madre le preparò una squisita zuppa di pollo e le spostò le ciocche ribelli dalla fronte, mentre guardava il pallore dipinto sul viso di sua figlia.
Melanie si sentiva uno schifo, e col tempo che passava, non si sentiva meglio. Ogni minuto diventò un'agonia, che non volle lasciarle pace.
Si mosse di poco, ma abbastanza per prendere il cellulare dal comodino. Lo accese e notò vari messaggi da Harry, chiedendole perché non era a scuola e se stesse bene.
Lei sorrise. Ma non era un sorriso abbozzato, era un enorme, sincero, sorriso. Le fece male la pancia, ma in quel momento non le importava. Sapeva di importare ad Harry, e credeva che nessun male potesse essere abbastanza forte da poter spezzare quel filo che li univa.
Si affrettò a rispondere, con il rumore della pioggia che batteva contro i vetri. Era forte, incontrollabile, e non aveva voglia di finire. Tirò su il piumone fin sopra la testa, accoccolandosi meglio sotto le coperte e guardando il cellulare che aveva tra le mani.
Lo stava aspettando.
Ma Harry non aveva tempo per lei.
Melanie ci rimase male, all'inizio, ma poi guardò l'orario e pensò che Harry stava ascoltando una lezione e non poteva usare il cellulare.
Quando, in realtà, Harry era da tutt'altra parte, svenuto sul pavimento lurido del bagno.

//scusate il ritardo ouch

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