VI

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NASH•

La mattina dopo alzarmi non fu affatto semplice, ma con l'aiuto di qualche imprecazione riuscii ad arrivare puntuale a colazione. Come il giorno prima presi una scodella di latte e dei biscotti, mentre Damon, al posto della mela si ingozzò di merendine e pezzi di cioccolato. Gli chiesi il motivo, disse che aveva bisogno d'affetto. «Ieri sera per la prima volta da quando sono qui sono qui sono stato rifiutato.» - mi spiegò con voce lagnosa.

«E quindi?» - gli chiesi io, non mi sembrava poi così tremendo, dalla sua faccia sembrava che fosse morta sua nonna, investita da una giraffa mentre andava in giro in motocicletta per il Polo Sud...!

«Tu non capisci, io non sono mai stato rifiutato, è una cosa molto sconfortante... Finalmente ho capito cosa provano gli sfigati dei film quando una ragazza dice di no!»

«Ma allora come mai se stato fuori fino a tardi comunque?» - gli chiesi io, qualcosa non mi quadrava...

«Emh, lascia perdere... Non è importante.» - mi disse imbarazzato.

Non lo conosco da molto, all'incirca due giorni, ma non sono stupido, capisco quando qualcuno muore dalla voglia di dire qualcosa ma non sa se deve... È una situazione parecchio stressante...

«Va bene Damon, se non te la senti di parlarne non preoccuparti, posso capire.» - lo stuzzicai. Era una tecnica che avevo imparato da Cameron, metti in imbarazzo la persona con cui parli, così si sente debole e in imbarazzo, sa che se non te ne parla farà la figura della femmina... Come immaginavo funzionò, funzionava sempre...

«Giura di non dirlo a nessuno.» - mi disse piano.

«Dio Dam, sembriamo due bambine che si raccontano i segreti sotto al letto della nonna...!»

Si mise a ridere - «Sai, ho rubato le caramelle alla mamma e nascosto il cellulare a mia sorella.» - mi disse sempre piano stando al gioco, mentre il succo d'arancia gli andava di traverso dal ridere. - «A parte gli scherzi » - disse tornando serio - «evita di parlarne in giro.»

«Non preoccuparti, sarò muto come una coccinella.»

«Si dice come un pesce, non come una coccinella.» - mi riprese con voce da maestrina.

«Ma le coccinelle mica parlano!»

«Lo so, ma il detto dice "Muto come un pesce, non come una coccinella.»

«Okey Dam, sarò muto come un pesce. Felice?» - stava iniziano a farmi girare le palle...

«Si.» - mi sibilò con faccia leggermente offesa... - «Allora, c'è una ragazza che mi piace, e ogni volta che vado con una delle mie "amiche" passo davanti alla sua porta, sia all'andata che al ritorno, lei lascia sempre la porta aperta e quando mi vede mi sorride. Dovessi vedere che bel sorriso che ha... !» - mi rivelò con faccia da perfetto idiota.

-Dio mio che schifo, l'amore ti riduce proprio male...- pensai guardandolo, aveva addirittura un filo di bava che scendeva dal labbro inferiore. Avevo lo sguardo perso nel vuoto e si reggeva la faccia con una mano... poveretto!

Aspetta, non stava guardando il vuoto, ma bensì una persona. Seguii il suo sguardo che si posava su una barbie con i capelli di platino. Bet!

«Non ci credo, sei innamorato di Betany!» - esclamai a voce un po' troppo alta, tanto che le persone de tavoli attorno al nostro si voltarono a guardarmi infastidite. Una cose che non mi aspettavo di certo è che Damon mi avrebbe tirato un pugno per niente amichevole sulla spalla. Dio che male!

«Ma sei stronzo? Quale parte del "non dirlo in giro" non hai compreso?» - mi sibilò incazzato. Se fossimo stati in un cartone probabilmente avrebbe avuto la faccia rossa e il fumo che gli usciva dalle orecchie. - «e perché conosci Betany?» - mi chiese sospettoso.

«Mah, è un'amica. Sai, noi...» - non feci in tempo a terminare la frase che una voce mi interruppe.

«Hey Nash, come va?» - mi chiese Betany con voce dolce mentre si sedeva al mio fianco, praticamente di fronte a Damon, che stava evidentemente andando in iperventilazione.

«Hey, bene dai, tu? Lui è io mio compagno di stanza, Damon.» - le dissi indicandolo. Stava cercando di sembrare disinteressato, in una mano teneva una tazza dalla quale sorseggiava del the e nell'altra una merendina.

Lei gli porse la mano per presentarsi, lui mollò la tazza per stringergliela, la quale cadde sul tavolo rovesciando il contenuto per poi rotolare e cadere a terra frantumandosi in mille pezzi. Damon si alzò di colpo facendo cadere la panchina, poi si accucciò per raccogliere i pezzi, e rialzandosi sbatté la testa sullo spigolo del tavolo.

Betany lo stava guardando praticamente scandalizzata.

«Scusalo Bet, ma quando vede una ragazza carina il cervello gli va in panne.!» - le spiegai mentre mi avvicinavo a Damon che aveva una mano sulla fronte, che sanguinava leggermente e l'altra piena di pezzi di ceramica.

Lei intanto lo guadava sempre in modo strano, ma poi il suo visino si illuminò. - «Hey, ma io ti conosco!» - disse sorpresa - «sei il ragazzo che ogni sera passa davanti alla mia camera! Il puttaniere.»

Guardai Damon, non avevo idea di come avrebbe reagito a tale affermazione, lui freddo le rispose - «Si, sono il puttaniere.» - calcò la parola "puttaniere". Poi si girò e se ne andò verso la cucina.

Quando Damon fu fuori dalla vista Betany cambiò espressione, il visino ingenuo e stupidino che evidentemente usava per andare a caccia di ragazzi venne sostituito da un viso un po' mortificato. - «Nash per favore la prossima volta che lo vedi scusati da parte mia, non avevo intenzione di offenderlo.»

«No problem.» - la rassicurai.

Avevo capito che l'aveva riconosciuto appena l'aveva visto, non mi sapevo però spiegare quella messa in scena da ochetta. Probabilmente il talento da attrice l'aveva preso dal padre.

In quel momento arrivò la notifica del BOD, la giornata era iniziata.

•MY SPACE•

Hey gente, come va la vita? Questo è il sesto capitolo, ci vediamo la settimana prossima.

Se vi è piaciuto lasciatemi una stellina e scrivetemi secondo voi come continua la storia, sono curiosa di sapere cosa vi aspettate.

~nora ;)


IN ASTINENZA DI TE || NASH GRIER ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora