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NASH•

Dormii beato per tutta la notte, fino al suono della sveglia. Quel peso che mi sentivo nello stomaco prima di chiamare Cam era sparito.

Feci colazione in fretta, e poi mi avviai in cucina, per la fase mattiniera di lavori. Il fatto di dover lavorare non mi pesava molto, avevo capito che se volevo andarmene avrei dovuto fare il bravo.

Per pranzo preparammo una pasta al pomodoro. Non come la facevo io a casa, cioè cucinando la pasta finché diventava abbastanza molla, e poi svuatandoci sopra una lattina di pomodoro. No, la cosa era molto più complessa.

A me e Betany fu dato il compito di preparare il sugo, per tre chili di pasta. La cuoca ci spiegò bene come farlo...
Per prima cosa ci fece tritare finemente tre cipolle grosse come palle da softball, per fare il soffritto.

Questa volta non piansi, bastava mettere la cipolla sotto l'acqua fredda corrente, e il pizzicorio agli occhi sarebbe diventato sopportabile.

La pentola in cui facemmo il soffritto cipolle era gigantesca, Sky ci avrebbe potuto comodamente fare il bagno, insieme a Barbie, Ken e cavalli vari...
Poi la cuoca tirò fuori due latte gigantesche di pelati, cioè pomodori
senza buccia bolliti, o qualcosa del genere, e ce li fece svuotare dentro al pentolone. Aggiunse anche un litro d'acqua, una manciata di sale e una di zucchero.

«Allora ragazzi, adesso si lascia il sugo a cucinare a fuoco lento, per due ore. L'acqua deve evaporare, e i pelati devono diventare molli, per poterli frantumare dopo con la frusta. Lo zucchero serve a togliere l'acidità ai pomodori, mentre il sale ad insaporirlo. Tutto chiaro?» - ci spiegò per filo e per segno.

Non avevo idea che nel sugo ci andasse lo zucchero, ne tanto meno che dovesse cuocere per due ore...

«Ragazzi, potete pure andare a preparare i tavoli.» - ci ordinò la cuoca. - «Nina, Robert, Cassandra, Harry, andate con loro. Cassandra, tu sai dove sono i piatti e le tovaglie.»

Oddio. Non mi ero accorto che ci fosse anche Cassandra in cucina.

Immediatamente mi venne in mente il bacio della sera precedente. E il colpo basso ricevuto subito dopo. Finché preparavo i tavoli con Bet le raccontai della sera precedente.

«Madonna santa, l'hai sul serio baciata!?» - mi chiese alla fine lei con voce stupita.

«Ti giuro, non avevo idea di quello che stavo facendo, l'ho fatto e basta.»

«Tu sei matto! Non sai quello che si dice su di lei...»

«Cosa?»

«Avrai sentito sicuramente che è qui da moltissimo tempo... Alcuni dicono che abbia ucciso qualcuno, altri che è la figlia di un trafficante russo di droga, e che la CIA l'abbia piazzata qua in attesa di una confessione per incastrare il padre. Ho sentito che è cintura nera in Karate, e che sa parlare 10 lingue perfettamente. Una ragazza che ho conosciuto qui mi ha detto che una sua parente che è stata qui ed era in stanza con lei ha detto che ogni quattro settimane circa spariva per notti intere...» - mi disse tutto d'un fiato.

Con la coda dell'occhio individuaii Cassandra, stava piegando dei tovaglioli, per poi posarli a destra di ogni piatto, che aveva lo stemma dell'Istituto stampato sul bordo. Non sembrava affatto la figlia di un boss russo... La storia della cintura nera poteva anche essere vera, l'avevo provato sulla pelle. Anzi, sulle palle.

«Non sapevo girassero "leggende" su di lei, insomma sembra così normale.»

«Nash, non devi mai fermarti all'apparenza, le persone sono sempre più di quello che sembrano, molto spesso indossano una maschera, celano il viso dietro a bugie e a caratteri completamente inventati...»

Pensaii a Damon, non era come l'avevo etichettato all'inizio.

Guardai di nuovo Cassandra, stava sbraitando qualcosa alla ragazza che teoricamente doveva essere Nina, perché aveva rotto dei bicchieri.

Sul serio, sembrava semplicemente una ragazza.
Con seri problemi a trattenere la rabbia.
Psicopatica.
Scassacazzo.
Una ragazza normale, insomma.

***°***

Il resto della settimana passò abbastanza tranquillo, la mattina lavoravo, e il pomeriggio cazzeggiavo, in attesa di poter tornare a casa. Mi mancava un po', non l'avrei mai ammesso a voce alta, facevo fatica pure a pensarlo.
Ma era la verità. Mi mancava Sky che rompeva perché giocarsi con lei e Hayes che mi fregava le magliette, come se non ne avesse già di sue.

Mamma e papà no. Non mi mancavano. Era solo colpa loro se ero rinchiuso in questo posto di merda. Che poi non è nemmeno tanto di merda. Ma va bhe.
Anche Cam mi mancava. E gli altri ragazzi. Insomma, sono i miei amici, è normale.

Ad un certo punto entrò in camera Damon, tutto sudato, probabilmente era stato fuori a correre.
«Nash, posso chiederti un favore?»
«Certo, dimmi pure, amico!»
«Questa sera, è quella sera.»
«Quella sera?» - chiesi confuso.
«Massí, sai no che per stare qui ogni tot tempo devo ubriacarmi!»
«An, si, ricordo che me ne avevi parlato!»
«Bene, questa sera mi scolerò qualche bottiglia di liquore, dopo normalmente non ricordo cosa succede. Se questa mattina senti qualcuno entrare, non spaventarti, o sono io, o sono io svenuto, trascinato dentro da qualcuno.»
«Va bene.» - esclamai ridendo. «Per caso sai quando passano a prendere la roba da lavare?» - gli domandai, indicando con un cenno il mucchio di roba.

«Ah ciccio bello, non sei più a casa, non c'è mammima che ti lava la roba. Giù, dall'altra parte della cucina c'è la lavanderia, lo stendino è nella terrazzetta fuori dalla finestra.» - mi rispose accennando alla portafinestra vicino alla porta del bagno. «Mm, a dopo bello!»

«A dopo Dam, buona, emh, ubriacatura!»

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Hola ciccine, sto aggiornando con tre giorni di ritardo, mi dispiace moltissimo! Non so se quarta settimana potrò aggiornare, sono piena di verifiche, forse nel fine settimana. Vi dico solo che il prossimo capitolo sarà, come dire, intenso!
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Scusate ancora se vi ho fatto aspettare.
Stellina te e commentate con il vostro parere.♥♥
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~Nora♠


IN ASTINENZA DI TE || NASH GRIER ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora