VIII

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•NASH•

Erano ormai le 22:35, tra esattamente 40 minuti avrei comunicato con il mondo esterno. Avevo tutto pronto: i video li avrei mandati per mail a Cam, poi lui li avrebbe pubblicati, accedendo al mio account di Vine. Avevo anche scritto una lunga mail, dove spiegavo tutto, appena mi fossi collegato ad una rete si sarebbe inviata da sola.

Infilai il PC nella sua custodia, me la misi a tracolla e mi sedetti sul letto ad aspettare che arrivassero le 23, per andare daCassandra. Ad un certo punto entrò Damon, mi fissò per qualche secondo, poi andò in bagno. Cinque minuti dopo, quando uscì ero nella stessa identica posizione, braccio sulle gambe e occhi fissi sulle lancette dell'orologio.

«Ma che cazzo stai facendo?»

«Cazzi miei, va a dormire.»

Alle 23:00 mi alzai di scatto, facendogli prendere un colpo. Uscii chiudendo piano la porta, lasciandomi alle spalle il «Dove cazzo stai andando?» di Damon.

Con un po' di difficoltà arrivai alla camera di Cassandra, quella con la porta blu. Non era esattamente blu, solo in parte. Era stata dipinta, un paesaggio di una cittadina, con un albero in primo piano, e un cielo stellato fantastico: tutte le stelle erano disposte a formare delle spirali brillanti, ero sicuro di averlo già visto da qualche parte, ma non mi ricordavo proprio.

Ero ancora lì che fissavo la porta, quando questa si aprì di colpo, mostrando una Cassandra leggermente sorpresa.

«È Van Gogh, idiota!» - esclamò vedendo che non distoglievo lo sguardo.

Van Gogh, sarei dovuto arrivarci. Mamma aveva la copia di un suo quadro, in camera, un campo di grano con un cielo che non prometteva nulla di buono. Mi terrorizzava quel quadro da piccolo, poi, solo in ottava classe avevo capito perché mi trasmettesse tali orribili sensazioni. Era in un di quei campi, che si era suicidato il pittore olandese, ormai chiuso in manicomio da anni. Aveva dipinto il luogo della sua morte. Abbastanza lugubre.

«Ma ci sei o ci fai?» - mi risvegliò Cassandra dal mini flashback appena avuto.

«Si si, andiamo.»

La seguii per un intricato dedalo di corridoi e scale buie, fino ad arrivare ad una grane porta di mogano. Cassandra tirò fuori dalla tasca una chiave e aprì la porta.

«È un passepartout per tutto l'Istituto, l'ho fregato qualche anno fa ad una signora che faceva le pulizie.» - mi disse lei fiera.

Entrammo, poi chiuse nuovamente a chiave la porta alle nostre spalle, per poi accendere una lampadina posata sopra alla grossa scrivania che stava in mezzo alla stanza.

Era il tipico studio che ci si aspettava dal direttore di un Istituto in un castello: finestre grandi, antiche, probabilmente fatte a mano; una grossa libreria piena di pomi rilegati in pelle, grossi pesanti e polverosi, una scrivania grossa in centro, e una sedia con lo schienale in legno molto elaborato dietro di essa.

Cassandra si era già piazzata sulla sedia, scollegando il cavo della connessione dal computer che c'era sulla scrivania. Le porsi il mio portatile, che lei collegò al cavo. Subito entrai su Face Time e chiamai Cameron, che rispose dopo ben tre squilli.

«Nash mi dici dove cazzo sei finito?» - mi urlò appena mi vide.- «Sono tre giorni che provo a chiamarti, che ti mando messaggi, mail e quant'altro, mi stavo preoccupando. Hayes non sa nulla, e i tuoi non parlano.»

«Calmo e non urlare, che sennò mi scoprono.» - gli bisbigliai.- «Sono in Scozia, e non so quando tor...»

«Mi dici cosa cazzo ci fai in Scozia?» - mi interruppe di nuovo urlando come un dannato. «Che hai combinato Dio santo, hai per caso affittato un Jet privato e sei partito in volta dell'Europa con due modelle brasiliane? Cosa cazzo hai combinato questa volta Nash?»

«Ti ho detto di abbassare la voce porco cane! Fidati, vorrei tanto che fosse come hai detto tu, ma no! Sono in un riformatorio, mi hanno mandato i miei genitori, ma non preoccuparti, ho spiegato tutto nella mail che ti ho mandato. Ora ascoltami bene: qui non c'è nessuna connessione ad internet, quindi ti ho mandato dei Vine per mail, pubblicali al posto mio, la password per il mio account è GRIERTHEBEST1522.»

«Modesto il ragazzo.» - si intromise Cassandra, che era ancorasdraiata in modo strano sulla sedia.

«Chi cavolo è stato a parlare?» - chiese Cameron sorpreso.

«Nessuno, solo la mia connessione a internet.» - risposi subito lanciano un'occhiataccia a Cassandra che si era messa a ridacchiare. - «Ascoltami, non dire a nessuno che sono qui, lo sanno solo mia madre, mio padre e Hayes, e voglio che la cosa rimanga tale. Vedi se trovi qualche vecchio vines e pubblicalo anche dal tuo profilo. Per favore, potresti fare lo stesso con Twitter, Snapchat ed Instagram? La password è uguale per tutti, su Twitter twitta pure che ho il telefono rotto, e che non mi va di postare con il computer, e su Instagram e Snap idem.»

«Dio bon, che sono diventato, la tua segretaria?» - sbuffò lui.

«Bhe, almeno sei una persona, io sono solo la connessione!» - si reintromise Cassandra, facendo ridere Cam.

«Ma si può sapere quando torni? Non so se la farsa del cellulare rotto durerà molto.»

«Non ne ho idea, credo che sarà questione di un mese circa, forse di più.»

«Schh.» - sibilò Cassandra, e subito mi zittii. Da fuori si sentivano delle voci.

«Cameron devo andare, ci sentiamo domenica.» - sussurrai per poi spegnere il PC e scollegarlo.

Le voci si avvicinavano piano, all'inizio non si distingueva molto, ma poi riconobbi facilmente la voce di tre uomini.

«Direttore Foster, grazie per averci dedicato il suo tempo, le faremo sapere più avanti per la donazione e se aderiremo alla sua iniziativa.» - disse una delle voci.

«È stato un piacere avere la vostra compagnia, ora se volete vi do qualche dépliant, accomodatevi pure nel mio ufficio.» - mentrelo diceva sentii le chiavi infilarsi nella toppa, e un brivido mi scese giù per la spina dorsale, fino alle gambe ormai paralizzatedal terrore.

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Volevo ringraziarvi tutti, siamo alle 700 visualizzazioni, e quasi ai 100 voti, e sono davvero felicissima...

Grazie!

IN ASTINENZA DI TE || NASH GRIER ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora