XVI

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NASH

Sabato 27 giugno, Scozia

Vengo svegliato da un battere ritmato alla porta accompagnato da un lamento sofferente «Nash, apri questa cazzo di porta, Nash, apri laporta, Nash, svegliatiiiiii e apri questa stramaledetta porta, o giuro che vengo dentro e ti spacco, Nash, apriiii...» di un Damon che ha voglia di morire giovane. Mi alzo a fatica e mi strascino fino alla maniglia, ma poi mi viene in mente che è bloccata.

«Damon cosa ti passa per quel cervellino marcio? Non sono nemmeno le sei e tu sei qui a scassare i coglioni! Quali sacrosanti problemi ti affliggono?»

«Nash, apri la porta!»

«Non posso, qualche coglione ieri ha avuto la geniale idea di sbatterla, e ora è bloccata, quindi invece di scassare le palle vaia cercare qualcuno che ci aiuti, e porta del cibo, che sto letteralmente morendo di fame.»

Mi giro e torno a letto, fuori ha appena iniziato a schiarire... aspetta un attimo, perché c'è la finestra aperta? Giurerei di averla chiusa ieri sera, mi rialzo piano, e vado in terrazzino, dove appoggiata alla ringhiera c'è una ragazza, con le gambe nude che terminano con un culetto sodo, e un felpone gigante. Una ragazza sul terrazzino? Come diavolo è volata qui sopra? Poi dicolpo mi viene in mente tutta la serata precedente. Cassandra. Sigaretta. Cassandra. Tramonto. Cassandra. Stelle. Cassandra che dorme.

«Cos'è questa cosa che ora mi rubi anche le felpe? Poi cosa verranno, i boxer?»

«Quasi quasi ci avevo pensato, quelli con il pan di zenzero e le stecche di zucchero sono davvero adorabili.»

Mi avvicinai piano piano a lei, e con le braccia le strinsi la vita, appoggiando il mento sulla sua spalla «Sai, sei adorabile quando russi...» le sussurrai su un orecchio. Mi beccai una gomitata sullo stomaco, che fece davvero un male cane, sommata ai lividi di Hulk spacca-tutto.

«Regola numero uno. Mai toccare e\o abbracciare una ragazza senza il suo consenso. E io non russo!» mi sibilò poi, prima di sculettare dentro.

«Questa te la sei appena inventata, ammettilo! E russi invece, come un maiale con il raffreddore» le urlai dietro «Brutta stronza, mi hai fatto male!» dissi poi più piano tra me e me. Che problemi aveva quella ragazza? Un bacietto e per poco ci rimetto le palle, un abbraccio e mi spacca tre costole...

Me ne tornai a letto, ma la stronza decise di andare a farsi la doccia, cosa normalissima se non fossero state le 5:47 del mattino. Riaddormentarmi risultò leggermente complicato, quindi mi misi a frugare in giro, mi pareva di aver sentito Damon mangiucchiare qualcosa una notte, magari teneva del cibo nascosto da qualche parte... Alla fine in un cassetto del suo armadio scovai un sacchettodi patatine alle arachidi, dei mars e delle barrette di cioccolato fondente. Brutto egoista, gli avevo detto che morivo di fame e non mi aveva nemmeno menzionato della sua scorta segreta di alimenti supercalorici. Aprii il pacchetto di patatine, e con un piccolo pop la stanza fu invasa da un profumo di arachidi da far girare la testa. Mi abbuffai come un maiale, non volevo condividerle con la stronza, ma proprio in quel momento uscii dal bagno con un asciugamano attorno alcorpo. Nascosi il sacchetto dietro la schiena, e le barrette sotto il sedere, sperando che non vedesse che avevo la bocca piena. Non osai masticare, avrei prodotto un rumore sospetto, quindi rimasi in silenzio a guardala rovistare nel mio armadio in cerca di qualcosa da mettersi. Alla fine scelse una camiciotta a scacchi bianchi e azzurrie una maglietta bianca con il logo di superman grigio e nero. La mia maglietta preferita, la stronza aveva buoni gusti... Poi tornò in bagno, ma appena prima di chiudere la porta mollò i vestiti sulla sedia e si diresse a grandi passi verso di me.

«Mamma non ti ha insegnato che le cose si condividono?» mi chiese in tono accusatorio sfilando una barretta di cioccolato da sotto la mia coscia.

IN ASTINENZA DI TE || NASH GRIER ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora