XI

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NASH●

Presi la mia roba ammucchiata in un angolo, la misi dentro ad un sacchetto e mi avviai verso la lavanderia. Dopo essermi perso tre o quattro volte finalmente arrivai in questa sala, col soffitto basso, e una decina di lavatrici che emettevano un basso ronzio. Non avevo idea di come si facesse una lavatrice, per fortuna c'erano vari cartelli con tutte le istruzioni per ogni tipo di tessuto:

PER I CAPI IN COTONE

1. Separare i colorati dai scuri.

Tirai fuori le cose colorate buttandole su una sedia, mentre le cose scure sul pavimento. In quel momento entrò una ragazza con una bacinella, e quasi si mise a ridere vedendomi.

2. Chiudere le cerniere di tutte le felpe, e girarle al contrario.

3. Infilare i capi precedentemente separati nella lavatrice (non della stessa).

COTONE COLORATO: 40 GRADI

COTONE SCURO (ES: JEANS): 40 GRADI

4. Nel cassettino del detersivo mettere mezzo misurino di detersivo (quello dentro il contenitore verde), mezzo tappo di ammorbidente (nel contenitore azzurro), e un quarto di bicarbonato (quello dentro al contenitore bianco). Chiudere il cassettino.

5. Premere ON nel pannello di controllo sopra la lavatrice. Premere il bottone con scritto capi colorati. Premere il bottone con scritto centrifuga fino a che nello schermo non viene fuori scritto 6.00. Premere START.

6.Suonato il timer premere il bottone con scritto risciacquo. Schiacciare il bottone con scritto centrifuga fino a che nello schermo non viene fuori scritto 9.00. Premere START.

7. Aspettare che suoni il timer, poi aprire lo sportello e metterei capi appena lavati nell'asciugatrice, e premere START.

Tutto sommato non era nemmeno così difficile; dopo aver fatto partire la centrifuga mi sedetti sopra la lavatrice vicino alla mia, anche quella stava andando. Mi appoggia con la schiena al muro,  e tirai fuori il cellulare, qualcosa dovevo pur fare finché non finiva il primo lavaggio. Mi misi a giocare ad Angry Birds, odiavo quel gioco, ma era l'unico che avevo.

Alla fine, dopo l'ennesima sconfitta, mi stufai di vedere la faccia di quei maiali ridere, e mi tirai su, schiacciando per sbaglio dei bottoni delle lavatrice su cui ero seduto. Subito ne schiacciai due a caso, sperando fossero quelli giusti...

Stavo tirando fuori la mia roba dall'asciugatrice quando entrò in lavanderia Trevor, detto Hulk.

«Ci si rivede, pidocchio.»

«È sempre un piacere, Trevor.» - gli risposi con voce ferma, anche se tra me e me tremavo come una femminuccia. Quel tizio mi faceva paura!!

Si avvicinò minaccioso a me, e poi all'ultimo secondo deviò alla lavatrice affianco alla mia, quella a cui mi ero seduto sopra. Mi affrettai a tirare fuori i miei vestiti dall'asciugatrice, avevo quasi finito. Con la coda dell'occhio vedevo Trevor trafficare con la sua roba, fino a che si bloccò di colpo, tirando fuori le sue magliette, che erano diventate tutte piccole. Sky le avrebbe benissimo potute usare come pigiama. Feci finta d niente, riposi il più velocemente possibile tutti gli indumenti su un cesto e scappai verso la porta. Ero quasi fuori quando sentii il vocione di Trevor chiamarmi.

«Moscerino, sai per caso cos'è successo ai miei vestiti?»

«Chi, io? No, non ne ho idea.»

«Allora perchè stai scappando?»

«Eh sai, ho tantissime cose da fare, sono un po' di fretta!» - mi girai piano, ma mentre me ne andavo, mi sentii chiamare ancora.

«Scusa un attimo, torna qui.» - mi chiamò ancora.

Mi girai di scatto, e la prima cosa che vidi fu la sua mano a pugno arrivare a una grande velocità verso lamia faccia.

«Questo è per averci provato con la mia ragazza!» - grugnii.

Io, piegato in due dal dolore, l'unica cosa che riuscii a dire fu - «Ma non fare il finto geloso! Tanto lo sappiamo tutti che le fai le corna.»

In quell'esatto momento mi arrivò una ginocchiata sul mento, non ci vedevo più, era tutto offuscato.

«Non osare mai più accusarmi di tradire la mia fidanzata, brutto pezzo di merda.» - sentii prima di cadere a terra, prima di incassare un calcio nello stomaco. - «E questo, per i miei vestiti nuovi di zecca.»

Prima che tutto divenisse nero lo sentii allontanarsi.

***°***

Mi svegliaii tutto dolorante, ero ancora sul pavimento della lavanderia. Provai ad alzarmi, ma il dolore era troppo forte: la schiena, la pancia, tutto tirava in un modo impressionante. La vista era tornata, ma pure la faccia erat utta tirata. Mi portai piano la mano al viso, avevo qualcosa che era colato, e aveva fatto a tempo a diventare secco, che andava dal labbro inferiore fino all'orecchio. Mi trascinai a fatica verso il lavandino, e mi tirai su a forza. Le braccia erano l'unica parte che non mi faceva troppo male. Presi un asciugamano bianco dal mucchio, e lo bagnai sotto l'acqua fredda, per poi passarmelo sul viso. Tutto il mio corpo venne pervaso da brividi di dolore. Alzai gli occhi allo specchio, ero ridotto davvero male: lo zigomo sinistro era gonfio, e rosso scuro, l'occhio sinistro non era messo tanto meglio, ma il peggio era sicuramente il labbro inferiore, gonfio e rosso, soprattutto in un punto, dove probabilmente era arrivato il pugno: c'era una ferita, da cui era uscito il sangue secco che avevo nella guancia, ormai coagulata. Faceva un male cane.

Mi sedetti per qualche minuto, poi tra acuti dolori raccolsi la mia roba, che quel coglione aveva sparso in giro per la stanza, e mi avviai piano piano verso la mia stanza, prima passando però per la cucina, dove presi un sacchetto di piselli congelati, da mettermi sulla guancia.

Era buio pesto, non avevo idea di quanto tempo avessi passato nella stanza delle lavatrici. Una volta in camera buttai il cesto della roba sopra la scrivania, e mi accasciai con smorfie di dolore sul letto, cercando di non pensare al dolore, che era quasi insopportabile.

Di certo non mi sarei mai dimenticato quanto brutto potesse essere fare una lavatrice, soprattutto quanto pericoloso.

Mi vennero in mente le due bottiglie di liquore che avevo "preso in prestito" dall'ufficio del direttore, quelle mi avrebbero aiutato. Cercai di prenderle, le avevo nascoste sotto al letto, attaccate alle doghe, in modo da non essere trovate da nessuno. La bottiglia che mi capitò sotto mano era Makers Mark Bourbon, per fortuna già aperta, non sarei stato in grado di rompere il sigillo di cera lacca rossa che ricopriva il tappo. Il primo sorso fu atroce, era molto forte, sembrava stessi bevendo un estratto di chili. Ma già pochi attimi dopo sentii un torpore caldo salire dai piedi verso le gambe, su, su, fino alla pancia. Al secondo sorso il dolore stava già iniziando a sparire piano piano, così come al terzo e al quarto. Tutto divenne meravigliosamente bello e morbido, avevo voglia di fare una passeggiata, di ballare, di correre. Mitosi la maglietta, tutto era caldo. Poi mi diressi verso la porta...

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So che avevo detto che sarebbe stato un capitolo intenso, il che è una balla. Ma mi sono persa in questa storia della rissa, e alla fine è vento fuori così! Le cose che dovevano succedere in questo avverrano nel prosssimo, ne sono mquasi sicura, adesso mi metto subito a scrivere...

Fare questo capitolo è stato, emh, strano, soprattutto la faccia di mia mamma quando le ho chiesto come si fa una lavatrice. «Ma che è questa cosa che ti vuoi lavare le cose, tesoro?»

Vabbè...

Votate e commentate se vi è piaciuto, alla prossima!

Nora♥♥♥


IN ASTINENZA DI TE || NASH GRIER ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora