2. Perlustrare

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Pensavo, pensavo a mille cose, a cosa stava accedendo così in fretta. Se potesse succedere qualcosa a qualcuno, o addirittura a me.. ero preoccupata.

Ho passato poco tempo qui, eppure non vorrei che accada qualcosa di grave.

Ho trovato una nuova famiglia, e non mi va di perderla.

Passeggio lentamente per la piazza, quando sento appena l'odore. Volto di scatto la testa in vari punti, ma non vedo nulla. L'odore svanisce lentamente. Dovrei seguirlo, ma preferisco fare un giro lento per i parchi, le viuzze, e gli angoli della città. Dell'odore non c'è traccia.

Vado verso casa mia, imbocco il sentiero che porta dalla strada, alla foresta. Lentamente mi inoltro, ed eccola, la puzza. Sempre forte, e sempre più disgustosa.

Mi ritrovo a vagare nella foresta, buia come le piume di un corvo. Scorgo dagli alberi la luna, è crescente, è ora di chiedere aiuto ai miei doni.

Salto su di un tronco, e inizio ad aggrapparmi al legno bagnato, duro e ruvido. Fino a salire sui rami più esterni. Provo a vedere se si muove qualcosa, ma nulla.

Salto di albero in albero, per trovare qualche movimento.

Eccolo..

Inizio a precipitarmi, e ad avvicinarmi il più possibile a quell'ombra,

- Fermati! – urlo, ma l'ombra non mi ascolta, e inizia a correre, più veloce di me. Discendo la ripida foresta, sempre più buia, fino a trovarmi in una strada con un leggero manto di neve, e striature di ruote di auto sull'asfalto, è la strada principale che divide la foresta. L'ombra si ferma proprio dall'altra parte.

Credo mi stia fissando.

- Chi sei? – domando decisa, ma nulla. Riscappa di nuovo. – ma perché devo sempre correre? – accelero il passo sempre più veloce. Mi lamento, e mi si irrigidiscono le gambe, ma continuo a correre. – fermati! – l'ombra non vuole ascoltarmi. E tra la luce che filtra tra i rami, della luna raggiante. Individuo la sua stazza. È un uomo. Devo farlo.

Provo a penetrare la sua mente, a leggergli i pensieri, o almeno percepire qualche indizio, ma non riesco a leggerlo. È molto furbo.

Corre sempre più veloce, e devo ammettere che nonostante la sua età, percepibile dall'odore, si muove in modo scattante e veloce.

Dalla foresta intravedo un manto di neve, disteso per chilometri. Come immaginavo. La foresta termina, e l'ombra scatta verso la neve.

Chi sarà mai?



***

- Amore mio, potremmo mai essere felici, sposarci e rimanere insieme, per sempre? – la donna ha un qualcosa

di familiare ma non riesco a vedere il suo volto. Il suo vestito azzurrino diventa argento sotto la luce bianca e pallida della luna. Dei riccioli, dalla sua folta criniera bionda, le scivolano sulla scollatura dell'abito così maestoso, mostrando quelle curve così dolci, e ingenue.

Lui, con il viso coperto da un cappello, la stringe tra le braccia, baciandole il collo, trattenendo le forze. Sembrano istinti da vampiro. – odio la mia famiglia! Perché non possono accettare che ti amo? E che la mia vita ti appartiene? – gli strattona il tessuto della giacca, povera e consumata, e la stringe come se fosse lo stelo di una rosa, che verde vivo, diventa come il colore del fango.

- Ti prometto amor mio, che domani scapperemo, andremo lontano, e ti sposerò! Diventerai la mia Lady. La mia sposa e compagna. – le sussurra all'orecchio, baciandole la guancia.

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