5. Sette mesi dopo..

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- Ancora! – mi urla Nick, mentre corro per scansare i sacchi di grano appesi sugli alberi della foresta, mentre oscillano sempre più veloci.

Da quando ci siamo baciati, anzi, l'ho baciato, il suo temperamento è diventato più scostante, e i sorrisi maliziosi non esistono più.

- Abbiamo finito! Adesso puoi andare. – scanso l'ultimo sacco, e mi sistemo il bordo del pantaloncino, appena largo. – Ci vediamo domattina, alle 6! Puntuale!

Gli faccio cenno come sempre con la testa, le sue ronde attorno a casa mia sono sempre più tremende da sopportare, ma perché l'ho baciato?

Vado a casa, e seduto sulle scale, davanti alla mia porta c'è David.

- Ehy.. – lo saluto correndogli in contro. È stato via per due mesi, e non lo vedo da quando l'ho salutato all'aeroporto! Lui mi prende in braccio. E la treccia alta che mi colpisce le spalle, fa un ultimo colpo leggero prima di affondargli il viso nell'incavo tra la spalla e il collo!

- Ciao piccolina! – mi saluta, baciandomi la fronte.

- Finalmente sei tornato, quanto sei mancato, soprattutto a me!

- Speravo ti mancassi, altrimenti non.. ma come mai sei vestita così? – mi squadra da capo a piedi, studiando la mia mise, si concentra di più sul top.

- Mi alleno con un amico, la smetti di fissarmi le tette? – gli do un pugno sul braccio..

- Ahioo.. mi sa che questi allenamenti ti fanno bene, mi hai fatto male! – cavolo mi sono distratta, dovevo andare piano con la forza!

- Scusa, ma entra, ti preparo del caffè, o mangi qui? Dai ordino una pizza! Ti va?

- Oh si, una pizza come piace a noi!



Stacco la chiamata, dopo aver prenotato le pizze.

- Saranno qui, tra venti minuti! Allora? Come è stato visitare New York?

- Stupenda, le americane sono molto deliziose! – ma cosa?

- Deliziose? – imito ridendo. Ma non prendermi in giro, stupido.

- Sono delle snobbette! Solo poche sono simpatiche. Tu piuttosto, chi è questo amico?

- Lo conosci è Nick! – dico seccata.

- Ah si, vero.. il tuo amico di infanzia! Perché quel tono? È successo qualcosa?

- No.. cioè, forse.. vabbè si! È successo qualcosa!! – sono irritatissima.. – Scusa David, ma forse è meglio..

- Dai parla.. lo sai che puoi sempre contare su di me! – ed ecco il sorriso più gentile che abbia mai conosciuto nella mia vita. – Puoi sempre farmi fare da cavia, ai tuoi sfoghi, di qualsiasi genere! – mi strizza l'occhio.

- Dai smettila David.. – gli tiro in faccia i cuscini del divano, di fronte alla cucina. E facciamo una piccola lotta coi cuscini.

- Vieni qui! – mi ordina dolcemente. – davanti a me signorina! – mi ordina con imitazione di tono, da sergente militare. Io rido. – Voglio fare un test.

- Hmmm.. okay! – mi posiziono davanti a lui.

- Chiudi gli occhi.. – che vuole fare?

- Ehm.. perché? – domando preoccupata, ma altrettanto curiosa.

- Fallo.. non ti succede nulla! – io rido e poi chiudo gli occhi. – Adesso qualsiasi cosa accada non muoverti. – ma cosa vuole fare.. meglio stare fermi e zitti.

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