Capitolo 28

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Sguainai le mie spade: una tra i denti e le altre due tra le mie mani; ormai era diventato il mio stile. Sferrai il mio colpo sugli uomini che mi ritrovavo davanti "Taglio dell'orco!!" urlai il nome della mia tecnica e quando riaprii gli occhi gli uomini che avevo davanti erano ai miei piedi. Mi girai per vedere come se la stavano cavando le ragazze "Colpo della fenice!!" Madison slanciò indietro la spada e, formando un mezzo cerchio davanti a lei, colpì gli uomini con quella che sembrava una fenice appunto; "Dos mano..." disse, invece, Robin facendo spuntare delle braccia sulle persone che la circondavano e stringendogli il collo "..CLUTCH!" e gli uomini caddero al suolo come mosche "Ve la cavate bene" dissi, rivolto alle mie due compagne, che mi guardarono e sorrisero.

Altri uomini stavano arrivando ma noi eravamo pronti per continuare il combattimento. Alcuni di essi andarono verso Madison, altri verso Robin ma la maggior parte di loro venne verso di me; la donna non si vedeva più e la cosa mi preoccupava un poco ma non mi lasciai influenzare dai miei pensieri e mi concentrai sulle persone che avevo davanti a me. Nessuno di loro sembrava impaziente di battersi contro di me, sul volto avevano il ritratto della paura e questo, in effetti, mi fece piacere "Allora, cosa aspettate?" li spronai a combattere con un ghigno sul volto, i primi tre si fecero avanti con le spade rivolte verso di me; non fu' difficile metterli al tappeto ma capii troppo tardi il loro vero intento, ossia coprire la donna. La donna fece un balzo nella mia direzione con la spada sguainata e un sorriso da cretina dipinto sul volto, io ero ancora mezzo girato e non sarei riuscito a fermarla prima che mi colpisse. Mi preparai al peggio...ma il peggio non arrivo'. Un'altra spada aveva fermato il colpo della donna che ora era immobile come una statua davanti al mio "salvatore", o meglio dire, "salvatrice".

Madison aveva la schiena rivolta verso di me, la spada dritta a fermare il colpo della donna. Per un'attimo pensai che Madison avesse una perfetta posizione di combattimento, ma poi tornai alla scena che mi si presentava davanti. "TU! PICCOLA BASTARDA!" urlò la donna con un'espressione da pazza omicida sul volto, Madison non fece una piega all'insulto appena preso ma restò concentrata sulla donna, aveva un'espressione battagliera sul volto "Non lo avrai cosi facilmente" disse con un tono gelido, la donna nel sentire la frase di Madison scoppio' in una fragorosa risata maniacale "Oh ma davvero? Io non ne sarei cosi sicura ragazzina" detto questo cerco' di assestare un colpo al fianco di Madison, che pero'lo paro' senza alcuna difficoltà, al contrario, le si era formato un sorrisetto sulle labbra; a quel punto la donna non ci vide più dalla rabbia e iniziò cosi il combattimento tra le due donne.

Come pensavo, Madison non aveva alcuna difficoltà a parare i colpi che le porgeva l'altra donna "Prendete lo spadaccino!" urlò allora la donna ai suoi subordinati; gli uomini si buttarono a capofitto verso me e Robin; nel mentre che noi due combattevamo, Madison e la pazza combattevano ancora, la donna di tanto in tanto lanciava dei gridi di frustrazione mentre Madison combatteva in silenzio, come sempre dopotutto "Levati stupida ragazzina!" gridò la donna "Non mi farò battere da una ragazzina del genere" disse ancora, a quel punto la donna aumentò la velocità dei suoi colpi e Madison fece lo stesso, sembrava che non volesse farle del male, il che non sarebbe stato strano da parte di Madison. Era una persona con un gran cuore e sapevo che ogni volta che faceva del male a qualcuno poi ci stava male. Le due donne erano arrivate a un punto morto del combattimento, nessuna delle due voleva perdere e nessuna delle due si sarebbe arresa tanto facilmente. "Madison!" le urlai, lei non si girò ma sapevo che mi stava ascoltando "Sai cosa devi fare, perciò fallo!" dissi infine, Madison era combattuta, sapeva cosa volevo dirle con quelle semplici parole ma lei la pensava diversamente; pensava che si potesse vincere anche senza ricorrere alla violenza ma sapeva anche che non era questo il caso; prese un respiro profondo per poi colpire la donna con un "leggero" colpo di spada, quello che bastava per tramortirla e darci il tempo di uscire fuori da quel posto. La donna cadde a terra priva di sensi come il resto dei suoi uomini mentre io, Madison e Robin andammo nelle cantine alla ricerca della madre del piccolo Nash.

Per nostra fortuna la trovammo quasi immediatamente, era imbavagliata e aveva polsi e caviglie legati con delle catene "Stia tranquilla, adesso la liberiamo" disse Robin per poi spostarsi per farci tagliare le catene. Dopo averla liberata la donna si alzò in piedi "Grazie, siete i miei salvatori. Grazie, grazie" disse la donna con le lacrime agli occhi, noi tre le scambiammo un sorriso "Adesso la riportiamo da suo figlio" disse Madison con voce dolce, a quelle parole la donna scoppiò in un pianto di gioia aggrappandosi, in una specie di abbraccio, a Madison che mi sorrise come per dire 'ce l'abbiamo fatta'.

Lo spadaccino di cappello di paglia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora