Capitolo 12

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Ci addentrammo nel bosco che circondava l'isola alla ricerca di Madison. Avevo solo due parole per la testa: devo ritrovarla.

La luna aveva ormai preso il posto del sole, ma di Madison o dei suoi rapitori nessuna traccia "Non possiamo girare di notte, potrebbero scoprirci" disse Nami "Lo so ma la vita di Madison è appesa a un filo. Noi siamo quel filo, non possiamo lasciarla cadere" dissi io, Nami mi guardò sconsolata "Zoro.." disse con un filo di voce "Voi andate io continuo a cercarla ancora un pò" dissi determinato e vedendo le facce dei miei compagni la mia determinazione salì ancora di più, dovevo trovare Madison a tutti i costi, non la lascerò morire.

I miei compagni, rassegnati, tornarono alla Sunny per ricongiungersi con gli altri membri della ciurma mentre io continuai a cercare Madison imperterrito. Il bosco era molto buio di notte e facevo fatica a vedere, allora sfoderai le spade pronto ad ogni evenienza. Stavo quasi per rassegnarmi quando vidi una luce proveniente da una piccola casa in cima ad una collina, impossibile da vedere di giorno. Avanzai verso di essa e arrivato a pochi metri dalla casa mi misi dietro ad un cespuglio per non farmi vedere dagli uomini che sorvegliavano la porta d'ingresso.

Cercai di vedere all'interno ma era impossibile da cosi lontano, mi avvicinai ancora di qualche passo e vidi una figura immobile per terra, con una carnagione chiara che contrastava con i lunghi capelli neri: Madison.


Aveva le mani legate dietro la schiena e la maglia, ormai ridotta a brandelli, piena di sangue. Imprecai sottovoce. Un' uomo era di fianco a lei, sembrava le stesse facendo da guardia. Come se potesse scappare ridotta com'era. D'un tratto arrivò un altro uomo aveva un camice da dottore e una siringa nella mano guantata, si avvicinò a Madison e gliela infilò nel braccio, prendendole un campione di sangue. Cosa diamine volevano farle?! Cosi facendo morirà dissanguata! pensai dentro me.

Era giunto il momento di agire, avevo aspettato abbastanza. Sempre restando dentro il bosco, arrivai dall'altro lato della casa e notai, con mia felicità, che non aveva finestre da cui potevano vedermi. Mi appiattii contro il muro e girai l'angolo trovandomi nel lato dove era situata la porta di ingresso con le guardie. Sfoderai le spade mettendomene una in bocca e le altre due le tenni in mano, pronto a combattere.


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