Capitolo 54

349 21 23
                                    

Quella mattina mi svegliai con uno strano peso sul petto, avevo mal di testa e sudavo; cercai di mettermi a sedere ma la mia testa prese a girare facendomi chiudere gli occhi, non sapevo cosa potesse essere, fino al giorno prima stavo bene. Non volevo far stare in pensiero Madison così cercai con tutte le mie forze di far finta di niente.

Quando entrò nella stanza mi sorrise come suo solito fare e io cercai di fare lo stesso "Buongiorno, come stai?" mi chiese; a quella domanda mi bloccai, una parte di me mi diceva di dirle che stavo bene ma l'altra parte mi diceva che dovevo dirle la verità rispettando la promessa fatta; vedendo che non rispondevo, Madison si avvicinò con aria preoccupata "Lo sapevo" disse sottovoce, io la guardai "Cosa sapevi" dissi con la voce più sicura che avevo "Sapevo che non ti eri ancora ripreso del tutto, le mie cur-" si bloccò all'improvviso ma ormai il danno era stato fatto "Sei stata tu a guarirmi, non è stato Chopper, ecco perchè sei così debole" dissi con gli occhi spalancati, Madison guardava il pavimento poi in un sussurro disse "Lo avresti fatto anche tu" io la guardavo, era vero lo avrei fatto anche io, su questo non posso controbattere "Mad-" tutto a un tratto iniziai a tossire sangue, Madison spalancò gli occhi e mi girò immediatamente su un lato cercando di non farmi soffocare ma fù inutile, non riuscivo a respirare. In quel momento le mani di Madison mi toccarono il petto iniziando a emettere una luce blu, io iniziai a vedere doppio, stavo perdendo i sensi quando vidi Rubber, Chopper e Nami entrare nella stanza, doveva averli chiamati Madison. Rubber mi si mise davanti alla faccia, mi stava dicendo qualcosa ma non riuscivo a sentirlo, vedevo solo i suoi occhi pieni di terrore fin quando non persi del tutto i sensi.

"Madison" dissi, due occhi azzurri e pieni di vita mi guardarono "Zoro" disse Madison sorridendo, finalmente un vero sorriso; notai anche che non era più sciupata come prima, si era ripresa: le guance erano rosse e gli zigomi erano molto meno pronunciati di prima. Questo mi rese molto felice, era da tanto che non vedevo Madison così bene. Ad un tratto Madison mi baciò con le sue morbide labbra rosee, io ricambiai ma poco dopo sentii qualcosa di bagnato bagnarmi la faccia, mi staccai dal bacio e vidi Madison, stava piangendo ma allo stesso tempo sorrideva "Maddi, cosa.." lei mi accarezzò il viso con le dite affusolate poi disse "Addio, Zoro" piano piano iniziò a scomparire "Madison!" dissi in preda al panico, cercai di toccarle la mano ma questa scomparve, guardai i suoi occhi per l'ultima volta prima che scomparisse del tutto. Urlai il suo nome più volte nel vano tentativo di farla tornare ma ormai era tutto inutile. Se ne era andata.

Mi svegliai sudato e tremolante, una lacrima era scesa sulla mia guancia senza che io potessi fare niente per fermarla "Madison" dissi sottovoce poi spalancai gli occhi "Madison!" dissi alzandomi di scatto, due mani mi bloccarono le spalle e solo allora vidi Sanji con la sua solita sigaretta in bocca "Zoro, calmati" disse solamente "Dov'è Madison?" chiesi allarmato, a quella domanda gli occhi di Sanji si coprirono di un velo di tristezza e distolse lo sguardo "Sanji, dov'è Madison?!" chiesi ancora, questa volta con un tono di voce più alto, la stretta del cuoco sulle mie spalle si fece più stretta "Madison è morta" disse freddamente, al suono di quell'ultima parola le mie orecchie iniziarono a fischiare, Sanji parlava ma io non sentivo niente, la mia mente era ancora ferma a quelle tre parole che non avrei mai voluto sentire, le uniche tre parole che pur di non sentirle avrei dato la vita. Mi coprii la faccia con le mani tremolanti proprio nel momento in cui le prime lacrime iniziarono a scendere copiose dai miei occhi; l'unica cosa che riuscii a dire fù "Dov'è?" Sanji lasciò la presa e disse "Di là" con voce triste, le mie gambe fecero tutto da sole, mi alzai, allontanai Sanji che cercava di fermarmi, aprii la porta e mi fermai davanti alla stanza di fronte alla mia; la mia mano destra, di solito ferma e salda, ora tremava come una foglia nell'avvicinarsi alla maniglia di quella dannata porta. Abbassai lentamente la maniglia e feci aprire la porta, il mio sguardo era piantato sul pavimento, lentamente alzai gli occhi e la vidi. Era distesa sul letto, gli occhi chiusi, la pelle candida come la neve. Tutti i membri della ciurma erano lì, piangevano la loro compagna; Rubber quando mi vide si avvicinò con gli occhi pieni di lacrime e mi abbracciò "Mi dispiace" mi disse all'orecchio prima di lasciarmi; mentre uscivano anche tutti gli altri membri della ciurma fecero lo stesso, chi con un'abbraccio, chi con una toccata di spalla ma io li sentii appena, i miei occhi erano solo per la figura distesa sul letto, la donna che amavo e che per colpa mia ora era morta. "Madison" dissi sottovoce come se al suono del suo nome lei potesse svegliarsi, lentamente le mie gambe iniziarono a muoversi in direzione del letto e arrivato a pochi centimetri caddi in ginocchio in preda alla più totale disperazione. Lacrime calde mi solcavano il viso, con una mano toccai la guancia, ormai fredda, di Madison, mentre l'altra era stretta in un pugno. Ero arrabbiato e triste allo stesso tempo; arrabbiato con me stesso perche' era colpa mia se Madison era morta, non mi sarei mai perdonato per questo. Mai.

Restai lì, in ginocchio, finchè non si fece buio. Continuai ad accarezzare Madison in un movimento meccanico fino a quando Rubber non entrò nella stanza, continuai ad accarezzarla anche quando si sedette di fianco a me "Zoro" mi chiamò, non lo sentii nemmeno "Zoro" continuò, stavolta con voce più alta, non feci una piega "Zoro" disse toccandomi il braccio per farmi sentire che era lì "Zoro, basta. Lasciala andare" disse con immensa tristezza Rubber, girai la testa per guardarlo in faccia e vidi che piangeva "Rubber.." dissi, lui imprecò "Mi dispiace" era rivolto a Madison "Non sono stato un bravo capitano. Ho fatto morire un membro dell'equipaggio. Un'amica. Mi dispiace Maddi" disse disperato, io lo guardavo incapace di dire qualsiasi cosa, continuai a guardare Madison e a ricordare tutte le nostre avventure, i litigi, le paure, i baci dati di nascosto e altre lacrime iniziarono a scendere.

Restammo così tutta la notte. Io, Rubber, Madison e il dolore che ci univa.



















*Si prepara a schivare sassi e forconi*

Non ci crederete ma manca ancora un capitolo perciò non disperate (non ancora almeno).

Intanto fatemi sapere le vostre reazioni e se voi lo avreste fatto finire così (e cercate di non uccidermi, io vi voglio bene ^-^")

STAY TUNED

Lo spadaccino di cappello di paglia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora