Rinascere dalle proprie ceneri

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Erano quasi due ore che si allenava; sentiva i muscoli tendersi, contrarsi ad ogni flessione, ogni movimento che il suo cervello dettava al suo corpo. Il sudore scivolava leggero sul petto muscoloso facendo brillare la pelle sotto le luci artificiali della sala pesi. Kentin aveva fatto una promessa a se stesso: "mai più sarebbe stato debole" e così era stato. Si era allenato giorno e notte con la speranza di diventare più forte, una persona di cui aver rispetto e non una vittima da schernire. Si guardò allo specchio fiero del riflesso che gli apparve, si asciugò con un piccolo asciugamano bianco e si avviò alle docce. Mentre l'acqua calda rilassava il suo corpo teso dall'allenamento, i pensieri affollarono la sua mente.

Da lì a qualche giorno sarebbe tornato nel suo vecchio liceo il Dolce Amoris, l'inferno rosa su questa terra, il suo inferno personale, in cui i diavoli danzavano senza pietà sulla carcassa del suo ego ormai in mille pezzi.

Era andato lì per seguire la sua amica Evee che a sua volta si era trasferita per il suo grande amore Castiel. Kentin sapeva di quei sentimenti, li aveva riconosciuti subito, anche quando Evee cercava di negarli a se stessa; lui lo aveva accettato, aveva accantonato il suo amore d'infanzia e l'aveva seguita per proteggerla da quel mondo nuovo, ma quello che in realtà necessitava di protezione non era lei, era lui. Una diavola bionda lo aveva preso di mira, rubandogli la merenda, i suoi biscotti casalinghi, e il suo orgoglio, prendendolo in giro, annientando il suo essere e il suo sorriso, lo aveva reso un pupazzo tra le sue mani, il giocattolo brutto da torturare, ma era arrivato il momento di dire basta alle angherie della bionda.

Era una persona totalmente diversa, aveva tolto gli spessi occhiali che nascondevano il verde smeraldo dei suoi occhi, sostituendoli con lenti a contatto, il suo fisico, grazie alla pubertà era slanciato, aveva acquisito svariati centimetri, il suo abbigliamento aveva subito una rivoluzione, ora vestiva con canottiere che mettevano in risalto il suo fisico, e pantaloni da uomo e non più da bambino. I capelli erano un ammasso di fili castani spettinati e non più quel taglio di capelli a ciotola che sua mamma lo costringeva a fare. In tutto ciò il suo punto di riferimento fu il generale Kadar, suo padre, che lavorava nell'esercito e che dopo l'ultimo sfogo del figliolo lo aveva fatto trasferire nel suo campo di addestramento per istruirlo ad essere un uomo. Il sogno di ogni padre, vedere il proprio figlio diventare adulto, ecco come il generale vedeva Kentin, l'aveva sempre visto con occhi orgogliosi anche quando era piccolo e indifeso, ma quando lo vide impegnarsi per l'obiettivo, lottare e non mollare nonostante fosse dura, bè aveva detto al suo secondo in comando: «quello è mio figlio» lo aveva detto dal profondo del cuore, forse una delle poche volte che si era lasciato andare ai sentimentalismi perché lui, per tutti, era il generale di ferro l'uomo senza emozioni, ma per Kentin era suo padre, e lui non poteva che esserne profondamente orgoglioso.

Uscì dalla doccia sorprendentemente tranquillo, la fiamma della rivalsa ardeva nei suoi occhi. Aveva dimostrato in quei mesi a se stesso di essere forte e non fisicamente, ma dentro, aveva tanto da dimostrare e non vedeva l'ora di iniziare quella nuova sfida che non lo spaventava più. Avrebbe dimostrato ad Ambra e alle sue amiche che lui non era il loro giocattolo.

L'unica cosa che lo spaventava un po' era Evee l'aveva lasciata senza darle spiegazioni, con due righe scritte nero su bianco che non aveva avuto nemmeno il coraggio di consegnarle personalmente, aveva lasciato il compito a sua mamma. Aveva rifiutato le sue chiamate, i suoi messaggi, le sue email, tutto, perché aveva bisogno di staccare da quella vita, liberare la mente, ma l'amica avrebbe capito il suo punto di vista o si sarebbe soffermata, giustamente, solo sull'abbandono ingiustificato? Sapeva solo che si sarebbe dovuto far perdonare, lei era l'unica che gli era rimasta sempre vicina, l'unica che aveva preso le sue parti diventando a sua volta un bersaglio facile per le tre arpie, ma lei sopravviveva mentre lui soccombeva. Sapeva che Evee era forte e che al suo fianco aveva chi la proteggeva, Castiel, e nell'ombra anche Nathaniel, ma lui, lui era solo e doveva diventare forte per difendersi e chissà, forse, un giorno, avrebbe difeso qualcuno d'importante e indifeso, come un tempo era stato lui.

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Dolce Flirt-Un disastro d'amore|| CASTIEL <3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora