Diavoli

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Sophia mi aveva trascinata nella serra dove il club di giardinaggio si riuniva. La struttura aveva come tetto una cupola di vetro da cui si poteva ammirare la bellezza del cielo. Mi aveva legato le mani dietro alla schiena con delle fascette da giardinaggio, la cosa strana era che non avevo più la forza di piangere, forse avevo esaurito la scorta di lacrime che una persona normale aveva a disposizione. Posò il coltello su di un tavolo lì vicino mentre teneva in mano il mio telefono.
"Cosa pensi che dirà Blake quando scoprirà cosa mi hai fatto, capirà di Clare e come pensi che reagirà?"
"All'inizio non capirà, ma gli spiegherò."
"Tu lo ami?"
Mi guardò indecisa se raccontare o no quella parte della sua vita che l'aveva resa folle.
"Per voi l'amore si riduce solo ad una scia di sentimenti, per me è sempre stato più di questo, io per Blake non ho un amore carnale, ho un amore che va oltre a queste sciocchezze, e non voglio che mi lasci, non voglio che abbia altre al suo fianco, non lo accetto, non accetto che tu vinca sul suo cuore"
"Blake non mi ama" sussurrai incerta ripensando alle sue parole, ai suoi gesti.
Rise.
"Blake ti ama, ma te sei così accecata da quello che non hai che non te ne sei nemmeno accorta." Blake mi amava. Forse nel profondo lo sapevo, ma avevo preferito ignorare quella vocina perché in quel caso avrei dovuto allontanarlo per non illuderlo e invece egoista l'avevo voluto al mio fianco.
Qualcosa in lontananza dietro a Sophia si mosse. Cercai di mettere a fuoco l'immagine celata nel buio e poi lo vidi, quegli occhi blu, inconfondibili.
Blake.
Sussultai.
Mi fece cenno con il dito di stare zitta.
"Cos'ha Blake in meno di Castiel?"
"Nulla" dissi guardandolo negli occhi. " non gli manca niente, è una persona stupenda e mi dispiace non poter corrispondere i suoi sentimenti. Forse io e te siamo uguali Sophia, amiamo chi non può darci l'amore che vorremmo."
Blake mi sorrise amaramente.
"Non dire che siamo uguali!" Urló brandendo nuovamente il coltello e puntandomelo contro.
Scattai portando le ginocchia al petto, chiusi gli occhi e abbassai lo sguardo sui jeans sporchi.
Poi un urlo, un rumore di cose gettate a terra. Quando riaprì gli occhi vidi Blake sopra Sophia che la teneva ferma mentre lei si dimenava cercando di liberarsi.
Il coltello era volato poco lontano da me presa da un impeto di coraggio mi avvicinai strisciando a terra. Buttai un occhio su Blake per vedere se stava bene, ma ciò che vidi mi mandò in confusione. Si stavano baciando.
"Ti piace il nuovo giochino?" Chiese lei divertita.
"Molto" disse lui leccandosi le labbra.
"Blake..."
Si girarono verso di me.
" Che dici Sophia gli raccontiamo la verità?"
"La verità?"
"Vedi, io e lei non siamo realmente fratelli, fortuna ha voluto che ci assomigliassimo, ma il più lo faceva la suggestione quando dicevamo a giro di essere gemelli."
Sophia si sfilò dagli occhi le lenti a contatto blu che le davano lo stesso colore di occhi del 'fratello'.
"Ci siamo conosciuti in orfanotrofio dopo che nostra madre ci abbandonò, siamo stati adottati da un uomo e sua moglie che lo ha mollato lasciandolo da solo con due bambini piccoli." Fece una pausa e Sophia aggiunse: " come vedi non erano tutte bugie"
"Si buttò sul lavoro lasciandoci soli. Ci siamo innamorati e per tenere vivo il nostro amore facciamo qualche giochetto."
Ero sconvolta, Blake la persona che avevo tenuto al mio fianco, a cui avevo confidato i miei dolori, i miei sogni... Si era preso gioco di me.

"E Clare" chiesi sempre più sconvolta.
"Con lei è stato troppo facile, convincerla a tradire la sua nuova amica, un gioco da ragazzi, con te É stato più difficile, ma anche più divertente, non hai ceduto alle lusinghe ai discorsi romantici, ma senza che te ne accorgessi ti ho aiutata a far piazza pulita di tutte le persone che avevi intorno."
"Alexi era così sospettoso, poverino" aggiunse Sophia e sentirla nominare uno dei miei amici mi fece ribollire il sangue.
In tutto ciò mentre c'era stata la finta colluttazione tra Blake e Sophia ero riuscita a prendere il coltello con il quale stavo provando a tagliare le faccette che mi tenevano legate le mani, dopo qualche momento di dolore finalmente le sentì libere e appena ne ebbi il tempo cominciai a correre verso l'uscita secondaria.
"Merda!" La voce di Blake risuonò come un eco lontano.
Cominciai a correre più velocemente che potevo e mi rintanai dietro alla palestra. Sapevo bene di non poter battere Blake nella corsa quindi cercai il telefono per chiedere aiuto, ma non lo trovai, mi ero scordata che Sophia se l'era preso poco prima.
Non sapevo più che fare, la paura mi teneva incollata li a terra, il terrore di uscire da quel posto apparentemente sicuro mi faceva tremare le gambe.

"Evee?" Quella voce, così bella, così sua, mi sembrò di essere impazzita.
Ma quando lo vidi non credetti ai miei occhi Castiel era lì di fronte a me con la sua solita giacca di pelle. I nostri sguardi si incrociarono, aveva la faccia terrorizzata.
"Finalmente ti ho trovata" e mi prese tra le braccia. Inizialmente non ri cambiai l'abbraccio, ancora non potevo credere di essere tra le sue braccia.
"Mi hai trovata" Singhiozzai.
Mi prese la faccia tra le mani risoluto come solo lui riusciva ad essere.
"Sempre"
"Blake, Sophia..." Cercai di spiegare ma mi zittì.
"So già tutto"
"Come sai già tutto!?"
"Vedi un po' di tempo fa mi sembrò di vedere Sophia e Blake baciarsi mentre venivo a casa tua, ma pensai che mi fossi sbagliato, ma quando sono andato a prendere quel caffè con Ambra siamo finiti a parlare di questo e a nessuno dei due tornavano delle cose, in questo periodo abbiamo indagato e scoperto di Biff e psycho."
Gli buttatai le braccia al collo abbracciandolo. 

Eravamo rimasti abbracciati per qualche minuto, Castiel aveva la capacità di tranquillizzarmi, di farmi sentire protetta.

«Sei ancora arrabbiata?» Gli lanciai un'occhiata truce.

«Non sono arrabbiata»

«Oh, si che lo sei, eccome se lo sei» rideva sotto i baffi.

«Non è vero» non ero arrabbiata, non più almeno, ero solo spaventata in quel momento e lui lo capì, Il suo viso si corrucciò.

«Vedrai che troveremo un modo»

Mi buttai a terra nascondendo la faccia tra le ginocchia.

«E' tutta colpa mia»

«Non dire così» mi mise una mano sulla testa arruffandomi i capelli. Il suo sorriso al chiaro di luna era particolarmente bello, non che solitamente avesse qualcosa in meno di adesso, ma era bello vedere come i raggi di luna giocassero sul suo viso.

Il telefono non prendeva la linea è avremmo dovuto spostarci per chiamare aiuto, ma lasciate quel posto era un azzardo così Castiel si alzò dicendo:
«Aspettami qua vado a cercare aiuto»
Cercai subito di fermarlo piantandogli le mani sulle braccia.
«E' pericoloso è meglio se rimani qua» i suoi occhi gravitarono sui miei polsi tagliati dal coltello e dalle fascette. La sua rabbia era profonda, ma si controllò.

«Non abbiamo altra scelta» il suo sguardo ero risoluto.

Si avvicinò lentamente e mi poggiò le labbra sulla fronte. Il bacio fu dolce e prolungato. Chiusi gli occhi assaporando quel momento traendo da esso la forza di resistere.

Si scostò piano accarezzandomi con il pollice la guancia fredda.

«Cerca di resistere»

«E tu cerca di tornare sano e salvo»

«Contaci piccola» mi fece l'occhiolino. Solo lui poteva flirtare in una situazione del genere.

Dopo di che tutto accadde a gran velocità, ma a me sembrò che stesse succedendo a qualcun altro che si era temporaneamente impadronito del mio corpo...

Dolce Flirt-Un disastro d'amore|| CASTIEL <3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora