Angelo o diavolo?

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Evee se ne stava con le spalle al muro. Si era rintanata in un aula vuota, il fiato corto e il petto che si abbassava e si rialzava freneticamente.
Kentin, il suo amico che era scappato senza averla nemmeno salutata era tornato, per giunta cambiato a tal punto che anche lei aveva faticato a riconoscerlo.
"Merda!" Disse battendo un pugno contro il muro.
Sembrava che l'universo si stesse accanendo su di lei. Come aveva potuto Kentin abbandonarla senza nemmeno una parola, come aveva potuto ripresentarsi a scuola come se niente fosse?
Qualcuno fece scorrere la porta per entrare, quando Evee si girò per vedere chi fosse rimase a bocca aperta Castiel era di fronte a lei con lo zaino penzoloni su di una spalla. Il suo viso non esprimeva nessuna emozione finché non vide le lacrime della ragazza.
"Che ti è successo?" disse a bassa voce facendo un passo verso di lei con la mano tesa pronta ad asciugare le sue lacrime. Ma Evee non si fece toccare fece un passo indietro scioccata da quel gesto, si sentiva presa in giro da tutte le persone che pensava tenessero a lei. Era ferita e non voleva più essere consolata o protetta voleva farcela da sola.
"Lascia stare Castiel!" E fece per andarsene, ma lui repentino le bloccó la via di fuga.
"Qualcuno ti ha fatto qualcosa?" I suoi occhi guardarono quello di Evee con un'intensità che la fece vacillare per qualche secondo, convinta che quegli occhi grigi che erano sempre stati la sua forza la stessero sottomettendo, ma Evee stava crescendo e si ribellò.
"E a te che importa? Sei voluto uscire dalla mia vita, sei scappato lasciandomi sola... Non puoi venire ora a consolarmi come se niente fosse!"
Castiel strinse il pugno cercando di soffocare la moltitudine di sentimenti contrastanti che lo stavano sopraffacendo. Era vero l'aveva abbandonata senza una spiegazione, aveva rotto non solo il suo cuore come ragazza, ma come amica e lo sapeva bene anche lui di non avere più diritto di essere colui che poteva asciugarle le lacrime non più, ma non gliene fregava nulla lei stava male e lui voleva esserci.
"Lasciami andare" sibiló a denti stretti Evee.
"Non voglio!"
Non stavano più parlando di quello che era successo ad Evee, ma di quello che era successo a loro.
"Il problema Castiel è che l'hai già fatto..."
Non sapeva che rispondere perché era vero, l'aveva persa perché era uno stupido cocciuto. Si era innamorato della sua migliore amica dalla prima volta che l'aveva vista, dalla prima volta che aveva assaporato quel bel sorriso che gli migliorava le giornate e la cosa peggiore era che non gliel'aveva mai detto, non aveva avuto il tempo di aprirgli il suo cuore sui sentimenti profondi che aveva maturato in tutti quegli anni. Deciso a non farla soffrire più di quanto non avesse già fatto  lasciò cadere il braccio lungo il fianco. Evee corse via senza voltarsi, lontana da lui.
Evee sentì un rumore di banchi che sbattevano provenire dalla aula in cui aveva lasciato il suo cuore. Sapeva bene che Castiel stava prendendo a calci tutto ciò che aveva davanti, ma non era colpa sua aveva deciso lui il finale di quell'amicizia storica, il finale di quell'amore. Era così sconvolta che urtò una ragazza che stava armeggiando nel suo armadietto.
"Scusa" sussurrò sinceramente dispiaciuta.
"Tranquilla"
La ragazza mora che raccattava i libri cadutigli a terra non sembrava arrabbiata o infastidita.
Non l'aveva mai vista, ma doveva ammettere che fosse molto bella e aveva qualcosa di familiare.
"Piacere sono Sophia" il suo sorriso era molto dolce, ma aveva una nota storta nella serenità che cercava di infondere a chi aveva di fronte.
"Eveleen" disse di rimando.
"Scusa devo cercare il delegato, sono nuova e qualcosa nei miei documenti non va"
"Tranquilla anche a me successe al primo anno quando mi trasferì, diciamo che è una costante in questo liceo" scherzò.
"Eveleen!" Nessuno la chiamava più con il suo nome intero, solo Rosa quando perdeva le staffe.
Quando si avvicinò a gran passi con Iris a seguito si fermò.
"E tu chi sei?" Rivolgendosi alla timida ragazza.
"Sophia" sussurro un po' a disagio. Rosa era di una bellezza travolgente ogni singola curva del suo corpo sprigionava sensualità e i suoi occhi gialli da gatto mettevano in soggezione anche l'essere umano più sicuro.
Senza prestare molta attenzione alla risposta le diede le spalle concentrandosi solo sulla sua migliore amica.
"Perché sei scappata? Dovevi cantargliele a quello stronzo"
"Però è diventato un gran bello stronzo" aggiunse Iris, ma venne repentinamente fulminata da Rosa.
"Comunque andiamo o faremo tardi a lezione. Finiremo il discorso dopo."
Evee si girò per guardare Sophia che la salutó con un sorriso mentre si avviava nella sala del delegato.
Evee ancora non sapeva che quella nuova ragazza tanto sorridente avrebbe portato con se una bella dose di guai.

Dolce Flirt-Un disastro d'amore|| CASTIEL <3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora