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Kate si strinse la giacca al petto, guardando l'ambulanza portare via il suo amato.

L'agente Line aveva continuato a porle delle domande, ma senza ricevere risposta.

Il suo sguardo vuoto aveva portato l'agente a lasciata in pace, almeno per ora-

Luke, dopo essersi liberato dei poliziotti, corse dalla rossa e l'abbraccio.

-Mi dispiace tanto piccola.- disse lui.

Lei annuì e si allontanò dall'abbraccio. Odiava ogni tocco estraneo, ogni conforto, ogni persona estranea che pensava di capirla, ma nessuno poteva.

Non voleva consolazione, rivoleva il suo William, il suo profumo, il suo amore. Ma sembrava tutto così lontano, così misero, così vuoto.

-Vado a casa. - sussurrò.

Ma in verità la sua casa l'aveva persa, aveva perso di nuovo tutto e ora si sentiva mancare la terra sotto i piedi.

Si mise la giacca di William e s'incamminò verso quel nido, che un tempo, era la sua bolla di felicità.

L'agente Line corse da lei.

-Miss Kate, mi spiace ma non possiamo lasciarla andare. Deve venire con noi.-

Kate abbassò lo guardo e seguì l'agente in macchina, abbandonandosi a quel destino crudele.

Lui continuò a porle delle domande su William, ricevendo solo delle alzate di spalla o qualche no come risposta.

Alla fine si arrese e alzò la musica, mentre Kate spostò lo sguardo verso la città.

Avevano parlato di visitare il mondo, di vedere Parigi e magari sposarsi a Las Vegas.

'Erano solo dei castelli in area' pensò la rossa.

Ogni volta che programmavano qualcosa, lui faceva un casino, un disastro, rovinava tutto.

Il problema era sempre quello: la droga.

Pretendeva di venderla in posti non proprio 'liberi'.

La rossa l'aveva pregato di non continuare, di trovare un lavoro come ogni ragazzo che studiava all'università, ma gli rispondeva sempre allo stesso modo:

-Piccola, nessun lavoro mi paga così tanto e io voglio pagarti tutto. Voglio riempirti di regali, voglio renderti felice. Lo sai, vero?-

E lei ogni volta si scioglieva, si abbondava alla sue parole, sperando in cuor suo che cambiasse.

Perché, in verità, le sarebbe bastato solo lui. L'università non le piaceva più di tanto: ogni volta contava i minuti che le mancavano per tornare a casa e abbracciarlo, perché solo in quel momento si sentiva viva.

-Siamo arrivati.- disse Brandon risvegliandola dai suoi pensieri.

La rossa scese e seguì l'agente nel palazzo del F.B.I. di Detroit.

La condusse nello studio del capitano, lasciandola lì e poi salutandola.

La porta si riaprì e un uomo di colore sulla cinquantina entrò.

Aveva i lineamenti del viso contratti, come se portasse i pesi della giornata che aveva vissuto o di tutta la sua esistenza.

-Miss Kate, sono l'agente Derek Prince. Ora so che lei conosce tutto quello che, a noi del F.B.I., farebbe comodo per arrestare parecchie persone. Quindi, vuole collaborare con noi o finire in carcere? In fin dei conti, potrei anche pensare, che lei aiutasse William nello spaccio.-

Kate fece un respiro profondo e chiuse gli occhi, per calmarsi e riprendere fiato.

Cercò di ricordarsi quello che le diceva sua madre per farla addormentare e calmare:

-Respira piccola, chiudi gli occhi a poi riaprili. Il peggio è passato ed era è tutto sistemato.-

La rossa aprì gli occhi e poi parlò:

-Agente, io in quella merda non ho mai mosso nemmeno un dito. Collaborerò, ma a modo mio. Voglio seguire il caso, troverò quel figlio di puttana di Liam Swan e le assicuro che non avrà più nemmeno la capacità di parlare. Mi ha fatto del male e questa volta mi vendicherò. Non resterò a guardare, ancora una volta. Non sono così debole, ho le mie risorse. Vedrà.-

The punishment- The Mafia TrilogyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora