La testa della ragazza pulsava, come se dei chiodi l'avessero incisa. Portò d'istinto le mani alle tempie per calmare le pulsazioni, ma non riusciva a placare quel malessere.
Ruotò su se stessa e cadde a terra, emettendo un urlo sommesso. Non riusciva ad aprire quasi gli occhi, le faceva male ovunque e non sapeva manco dove si trovasse.
L'ultima cosa che ricordava e che stava scappando.
Liam, fuggire, nonna Lenè.
Aprì gli occhi di istinto, scontrandosi con una luce lieve che illuminava quel pavimento tetro.
Dove si trovava?
Gli richiuse, mentre cercava di sedersi appoggiandoli al letto. Guardò l'ambiente circostante e si scontò con delle sbarre.
Come ci era finita lì? Che cosa le era successo?
Si alzò lentamente, cercando di acquistare le forze che le mancavano e si avvicinò a quelle sbarre rovinate dal tempo. Le sue gambe erano instabili, come se avesse corso per giorni o le avessero fatto del male.
Appoggiò la mano sulle sbarre e osservò il posto; c'era un immesso corridoio con altre celle, l'illuminazione era tropo bassa per distingue ogni tratto e la sua testa le pulsava troppo per attingere altre informazioni, ma di una cosa era certa: era stata rapita.
Chi era stato? Liam? Non immaginava potesse arrivare subito a tanto e come aveva fatto a trovarla così velocemente?
Aveva vagato per la villa, guardando ogni spazio e scoprendo ogni passaggio segreto, ma non aveva mai provato niente di simile, quindi non era sicuramente lì. Allora dove si trovava?
Iniziò a tremare involontariamente. Era così vicino la sua fine?
Si girò e notò piccolo specchio presente nella sulla cella, appeso al muro.
Si avvicinò lentamente, come se avesse tutto il peso del mondo, come se tutto fosse finito. Il suo viso era anemico, ricoperto di lividi come se l'avessero picchiata, come se avessero giocato con lei.
I suoi capelli erano crespi, sporchi, per quanto tempo era rimasta chiusa lì?
Gli occhi le si riempirono di lacrime, persino le sue mani erano piene di graffi.
Si accasciò a terra sentendosi sempre più sola, sempre più in pericolo, sempre più vicino alla morte. Chiuse gli occhi e si strinse al petto le sue mani, cercò di rianimare il ricordo che aveva di William ma ormai le pareva sfocato e involontariamente pensò a Liam.
Se da prima in modo romantico, pieno di aspettative e speranze che potesse salvarla, poi in modo angusto: era tutta colpa sua, interamente colpa sua, e lei si stava facendo gongolare dalla sua innata bellezza. Gliela avrebbe pagata, in un modo o nell'altro.
Un rumore azzittì i suoi pensieri, bloccando le sue lacrime e facendole aprire gli occhi. Sentì dei passi, pensanti, avvicinarsi sempre di più alla sua cella.
Lei si strinse le gambe al patto per proteggersi, da chiunque questa persona fosse.
Una figura nera si fermò davanti alla sua cella, lei lentamente alò gli occhi scontrandosi con un viso familiare.
-Ci rivediamo signorina Kate.-
La sua fine era vicina.
Liam non si dava pace, aveva messo tutti i suoi uomini sulle tracce della ragazza, sperando in vano che fosse ancora possibile trovarla. Nonna Lenè le raccontò la storia di Elisabeth ancora e ancora, affinché potesse attingere ogni particolare, ma persino la signora non riusciva ad immaginare chi potesse esserci dietro la sparizione della nipote.
Era esausto, Kate non si trovava da 3 giorni e lui si sentiva, per la prima volta dopo anni, impotente e questa sensazione lo stava uccidendo.
Però poi, si ricordò di un particolare della lettera, di un indizio che gli aveva lasciato sua madre in modo velato che forse gli avrebbe permesso di ritrovare la giovane donna e di porre fine a questa faccenda.
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The punishment- The Mafia Trilogy
RomanceSeconda storia della serie ' The Mafia Trilogy.' La morte ti passa davanti in un secondo e ti porta via tutto. Ti porta via la pace, la libertà e l' amore. Come quello che accade a Kate Zone. Tutto quello che considerava indispensabile, fu ucciso d...