Giorno 1

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Questa città, Boston, era un tale casino.
C'era gente dappertutto: alcuni si avviavano verso l'aeroporto che noi avevamo appena superato in macchina, altri verso quello che doveva essere il centro (secondo i miei calcoli); altri ancora portavano sulle spalle un ombrellone, quindi presumo stessero andando o tornando dalla spiaggia. Mi appuntai mentalmente di costringere Althea ad andarci quale volta, anche se non sarebbe servito insistere per portarla, forse l'avrebbe proposto lei stessa. Nonostante questo via vai di persone, che era naturalmente comprensibile, i paesaggi che ci si presentarono davanti durante il tragitto mi fecero dimenticare del disordine continuo nella mia mente e delle continue domande che stavo facendo ad Althea, impegnata a guidare. Quando sorpassammo il cartello stradale con scritto "benvenuti a Beacon hills" il mio cuore fece una capriola dall'emozione. Ero nervosa, agitata: stavamo cominciando una nuova vita, che dovevamo vivere al meglio.
Il panorama era completamente come me lo immaginavo. Gli edifici non erano come quelli del paese in cui vivevo prima, grigi e rovinati. Tutt'altro, erano decorati con lunghe serie di lucette che venivano accese di notte, creando un'atmosfera e un paesaggio fantastico, degno di essere visto dal mondo intero. La natura non mancava affatto, oltre ai parchi e fiumi con un'acqua limpidissima, allontanandosi sempre di più dal centro, le varie sfumature di verde che coprivano i boschi aumentavano, insieme ad un'atmosfera apparentemente tranquilla, lontano dal caos della città. Nonostante Beacon hills fosse piccola, sentivo che sarebbero successe cose grandi.
Ancora una volta mi resi conto di quanto questo paese fosse giusto per me, e per Thea, ma soprattutto per me.

Il borbottio della mia migliore amica al volante mi svegliò dai miei pensieri. -ok, la nostra casa dovrebbe essere abbastanza vicina alla scuola- pensò ad alta voce
-quindi la cosa migliore è andare a scuola a confermare la nostra iscrizione e poi da lì orientarci per arrivare alla nostra bella e nuova casetta- conclusi, sapendo che la mia idea coincideva con la sua e ridemmo per il nostro "potere" di telepatia.
Un quarto d'ora dopo arrivammo al cancello di un enorme edificio con delle numerose scalinate conducenti ad uno spiazzo dove gli studenti si fermavano a parlare. Da lì proseguivi nella direzione che volevi, a destra c'era un campo, di Lacrosse pensai, a sinistra la scuola vera e propria, al centro la biblioteca. Almeno così sembrava, vista da fuori.
-wow- Thea si era fermata con la macchina per guardare fuori dal finestrino, incantata -penso che ci andrò volentieri a scuola- non riuscii a trattenere una risata, provocandole un sorriso in viso. Aveva sempre detto che la mia risata era contagiosa, ma che questo era una cosa positiva, non negativa e che quindi potevo stare tranquilla. Lei sapeva che mi facevo mille problemi per ogni cosa che succedeva.
-lì c'è il parcheggio- le feci notare puntando  dito davanti a noi, quindi lei avanzò e si infilò nel primo posto trovato libero. Una parte del parcheggio era occupata da mezzi di tutti i tipi, probabilmente erano ragazzi come noi dell'ultimo anno che si iscrivevano, o matricole. Una volta che la macchina fu spenta, smontammo e balzai giù dal sedile, energica come mai. Ci guardammo entrambe attorno, meravigliate, la nostra vecchia scuola rispetto a questa era una zanzara a confronto con un'aquila.
-da che parte andiamo?- chiesi, incerta su quale fosse la strada giusta per l'entrata. Forse era quella a destra, o forse a sinistra, beh se non l'avessimo trovata di sicuro avremmo trovato qualcuno a cui chiedere.
-puntiamo verso quelle grandi lettere- fu la sua risposta, dopo aver indicato la grande scritta scolpita in pietra che diceva "Beacon hills high school", a pochi passi da noi. La guardai male, lo stava facendo a posta o non aveva capito la domanda?
-che c'è?- mi chiese lei, convinta di avermi dato l'informazione più utile del secolo
-fin la ci arriva anche una gallina, intendevo dopo aver passato quel punto, dove ci dirigiamo? È grandissima, potremmo perderci- osservai.
-già- concordò, riparandosi la fronte dal sole con una mano -beh, ci penseremo dopo, intanto andiamo dove l'istinto ci porta- disse recitando come se fosse a teatro.
-va bene, andiamo- Thea mise un braccio intorno al mio collo e ci incamminammo verso quella che domani sarà la nostra nuova scuola.

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