-no, no! Ti porto a casa io.-
Rimisi il telefono in tasca e lo ringraziai, uscimmo dalla pizzeria per tornare in macchina e quando mi toccò la schiena per guidarmi all'uscita un brivido mi attraversò la colonna vertebrale.
Il ritorno fu ancora meglio dell'andata. Forse per l'orario, forse per l'atmosfera o forse per la persona che avevo accanto, fatto sta che fui pervasa da emozioni mai provate prima e la cosa mi spaventava un po'.
Il cielo ormai era buio e il sole aveva lasciato posto alla luna, insieme a tante stelle che riempirono il cielo in quella limpida notte di settembre.
Liam abbassò i finestrini e il vento si scontrò sui nostri visi, spettinandomi i capelli. Inizialmente cercai di tenerli appoggiati al petto, ma dopo vari tentativi rinunciai.
-dove la devo portare, signorina?-
-sai dov'è Via Victoria?-
-certo, abiti lì?- annuii.
-allora, come ti sono sembrati i primi tre giorni di scuola?-
-diversi, ma sono stati i migliori- ammisi, e sorrisi di nascosto. Erano davvero stati i più belli. Avevo conosciuto degli amici fantastici, e forse mi ero innamorata.
-eh, ti credo, hai conosciuto me- ridacchiai per il suo orgoglio.
-se è per questo allora è stato stressante-
-so che stai mentendo anche senza guardarti negli occhi- disse continuando a guardare la strada -a proposito, hai degli occhi bellissimi. Porti le lenti a contatto azzurre?-
-no, stupido, sono naturali-
-allora sono ancora più belli- mi guardò mentre cercavo di trattenere un sorriso. Sorrise.-qual'è casa tua?- non mi ero nemmeno accorta che eravamo nella mia via, il tempo era passato troppo velocemente.
-quella lì- la indicai e lui guidò la macchina dove gli avevo detto io. Parcheggiò in giardino, slegai la cintura mentre Liam scavalcò il cofano e mi aprì la portiera. Smontai e la richiuse. Mise una mano in tasca e l'altra se la passò sui capelli, guardando la casa davanti a lui -hai una bella casa-
-sì, lo penso anch'io- seguì un momento di silenzio, in cui ci perdemmo l'uno negli occhi dell'altra.
-allora...- iniziai -grazie per la pizza. E per il passaggio-
Si sistemò ancora i capelli e intuii che compiva questo gesto quando era nervoso. -grazie a te per le ripetizioni, e per aver accettato il mio invito-
Infilai le mani sulle tasche posteriori dei jeans e feci un sorriso timido.
-io... Io entro- indicai la porta con fare imbarazzato -ci vediamo domani- lo salutai con la mano e attraversai il giardino, potendo sentire il suo sguardo addosso a me. Appoggiai la mano sulla maniglia, ma prima di entrare mi girai a guardarlo e con grande piacere notai che era ancora appoggiato alla sua macchina a guardarmi. Quando se ne rese conto fece un sorrisetto, dopodiché sparì nella macchina e partì nel buio della notte.
A quel punto entrai in casa col sorriso, ripensando alla magnifica serata.
-Thea, sono a casa!- gridai per farmi sentire e buttai lo zaino a terra. Levai anche le scarpe, poi sentii la voce della mia migliore amica in cucina. Stava parlando da sola? Mi avvicinai e appena aprii la porta vidi lei e Brett seduti a parlare. -oh- mi lasciai sfuggire -ciao Brett- lo salutai e lui ricambiò con un sorriso.
-Maia!- Thea saltò giù dalla sedia e venne ad abbracciarmi, sotto lo sguardo tenero che Brett aveva in quel momento.
-dopo ti racconto tutto- le sussurrai, poi riguardai lo sguardo e dal modo in cui il suo sguardo era perso nella figura della mia migliore amica, capii che era innamorato di lei.
-ora vi lascio soli, buonanotte morosetti, a domani- ridacchiai per le espressioni dei due e uscii dalla stanza sentendo Thea dire "sta scherzando". Salii le scale facendo i gradini due a due e quando entrai in camera mi lasciai cadere sul letto, ancora con un sorriso da idiota stampato in bocca. Mi sfilai i jeans neri e abbracciai il cuscino, ripensando alla serata, a Liam e all'effetto che mi faceva stargli accanto. Mi faceva star bene, non ero mai stata così, non mi era mai importato un ragazzo tanto quanto ora di lui. Ma dovevo ammettere che tutto questo amore mi terrorizzava.
Si sa che più ti affezioni ad una persona, più soffri. E io ero stanca di soffrire. Ma lo amavo e non potevo evitarlo.
-Maia? Posso entrare?- la voce di Thea al di fuori della mia stanza interruppe il vagare dei pensieri nella mia testa.
-certo- la porta si aprì e Althea entrò. Si lanciò accanto a me e mi disse di raccontarle tutto, senza tralasciare i dettagli. Accennai un sorriso, era bello che qualcuno si interessasse della mia vita e delle decisioni che prendevo.
Feci come mi disse: le raccontai tutto, ripetendo molte volte le parti più importanti. Thea aveva sempre il sorriso mentre le parlavo, e quando mi fermavo mi rimproverava e mi incitava a continuare. Mi ascoltò attentamente tutto il tempo cambiando espressione dallo stupore all'allegria che provava nel vedermi felice. Quando finii di parlarle della serata, lei insistette sul fatto che io e lui formavamo una coppia perfetta. Io la cacciai dal mio letto perché avevo sonno, Thea inizialmente pose resistenza, ma dopo poco si arrese e andò a dormire anche lei.
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Insecure
Fanfiction"Ed è vero, che un viaggio ti cambia la vita" pensò Maia, guardando il ragazzo disteso accanto a lei.