Quando li aprii, persi qualche battito del mio cuore.
La mia vista fu completamente presa da un ragazzo, davanti ad un armadietto (forse il suo), che mi stava guardando.
Il cuore che sentivo era il suo, ne ero certa, e ora i battiti erano diventati più veloci.
Continuai a guardarlo, non riuscivo a distogliere lo sguardo, mi aveva incantata. I capelli erano tagliati più corti ai lati e un po' più lunghi sopra, gli occhi erano azzurri, da quanto potei notare data la distanza, e le labbra erano schiuse per lo stupore o per l'agitazione, non sapevo definire la sua espressione. Erano comunque le labbra più irresistibili che avessi mai notato.
Scendendo verso il collo si poteva vedere una catenina d'oro con un lupo; le spalle robuste sorreggono due braccia muscolose che si poggiano a loro volta su un busto perfetto, anche se coperto dagli indumenti. Indossava una maglia fina nera e dei jeans chiari che terminavano con due converse nere ai piedi.
Mi guardava come se fossi la cosa più preziosa del mondo e per un attimo mi sentii tale. Lo sguardo era timido, ma anche penetrante, come se potesse vedere quello che tenevo dentro. Le mie paure, le gioie, il dolore. Mi sentivo scoperta, ma stranamente non a disagio. I suoi occhi sui miei mi facevano dimenticare tutto. Fu come se ci fossimo solo noi in quel corridoio pieno di studenti.Tun tun tun tun, tun tun tun tun
Ancora i suoi battiti, sempre più veloci, per un momento pensai che il suo cuore sarebbe scoppiato. Rimbombavano nella mia testa, forti e insistenti, ma quella volta quasi non me ne accorsi. Quel ragazzo era riuscito a rendere ogni cosa meno importante, a mettere tutto su uno sfondo e tenere noi due in primo piano.
Mentre il suo aspetto fisico lo rendeva il tipico 'cattivo ragazzo', qualcosa mi faceva pensare che era il contrario. Aveva un'aria innocente, insicura, e stringeva lo zaino in spalla come se lo stesse per rompere. Era una di quelle persone che si affezionava troppo e riceveva delusioni. Era come me.
Anche la velocità dei suoi battiti mi faceva pensare a lui come un ragazzo insicuro. Di solito il cuore accelera quando si è agitati, in pericolo, preoccupati,
o innamorati.
Mi resi conto che anche il mio stava battendo all'impazzata. Calmati, Maia.Credete nell'amore a prima vista? Nel colpo di fulmine? Io non lo credevo, fino a quel momento
L'amore è sorprendente, e strano.
È sorprendente e strano come un ragazzo che avevo appena visto sia riuscito a rapirmi il cuore con solo uno sguardo.
È sorprendente e strano come mi sentivo quando i nostri sguardi s'incatenavano e non volevano più separarsi. Sentivo che c'era una certa armonia tra di noi, come se fossimo legati. Questa parola, "legati", mi faceva pensare alla leggenda giapponese del Filo Rosso del Destino. Secondo questa ogni persona porta, sin dalla nascita, un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo unisce alla propria anima gemella. Questo filo è lunghissimo, indistruttibile è invisibile, serve a tenere legate due per onde destinate prima o poi a incontrarsi e a stare insieme per sempre.
Ecco.
All'improvviso il rumore dei suoi battiti cessò, lasciandomi un vuoto dentro, e la campanella suonò. Il ragazzo chiuse l'armadietto e s'incamminò verso le aule, insieme ad un suo amico, girandosi qualche volta a guardarmi.
Io continuai a seguirlo con lo sguardo.
-Liam Dunbar- la voce di Lydia mi ricordò che ero di fianco a lei
-cosa?- la guardai, stava sorridendo maliziosamente.
-il ragazzo che stavi fissando. Si chiama Liam Dunbar. È un mio amico e ha la nostra età quindi potresti trovartelo in qualche corso-
-non lo stavo fissando!- Lydia rise
-no, certo, era solo un'impressione di tutti- non mi lasciò ribattere che continuò a parlare -e comunque ti stava guardando anche lui. Anzi, ti stava mangiando con gli occhi- chiuse il suo armadietto e mi fece un occhiolino.
-devo andare in classe, ci vediamo domani, Em!- mi abbracciò prima di camminare velocemente verso la sua aula.
Dovevo muovermi anch'io.
La seconda e la terza ora passarono in un batter d'occhio. Pensai per tutto il tempo a Liam e anche se cercai di togliermelo dalla testa, non ce la feci perché ogni cosa di lui mi tornava in mente un secondo dopo, rendendomi impossibile concentrarmi nelle lezioni. Ero così presa da ogni suo dettaglio tanto da non accorgermi nemmeno che la campanella era suonata fino a quando rimasi da sola in aula. Presi il quaderno degli appunti in mano e mi diressi verso la classe di letteratura, la mia materia preferita.
A dispetto delle mie aspettative trovai subito l'aula 11, e quando entrai non c'era nessuno, potevo persino sentire i grilli e i loro "cri cri".
Mi sedetti in seconda fila perché la materia mi interessava e appoggiai quaderno e penna sul banco. Poco dopo arrivò qualche studente. Girai la penna tra le dita, poggiai la punta sulla base del pollice e tracciai delle lettere, involontariamente. Era come se non avessi più alcun tipo di controllo della mia mano. Non riuscivo a fermarla, stavo scrivendo contro la mia volontà, era stranissimo e spaventoso. Quando potei di nuovo comandare la mia mano mollai subito la penna facendola cadere sul banco, e guardai la scritta sulla mia pelle.
Fenrir
Fenrir? Cosa cazzo era? Un nome, un animale?
Stavo ancora rielaborando ciò che era appena successo quando sentii delle voci maschili salutare qualcuno e alzai lo sguardo.
Liam. Era Liam, che stava entrando in classe dopo aver detto "ci vediamo dopo" a due ragazzi. Un momento, li avevo già visti. Scott e Stiles! Sì, quei due erano proprio Scott e Stiles.
Riguardai Liam, Dio, era bellissimo. Distolsi subito lo sguardo appena lui si accorse che ero incantata a fissarlo e mi sentii diventare rossa dall'imbarazzo. Pochi secondi dopo la sedia del banco accanto al mio si tirò indietro e un ragazzo ci si sedette sopra. Mi voltai a guardare chi era, e cercai di non sembrare troppo sorpresa a quella vista. Era lui, che ora mi stava rivolgendo uno dei migliori sorrisi del suo repertorio.
-ciao- disse, aveva una voce irresistibile. Con una sola parola riuscì già a mandarmi in iperventilazione.
-ciao- risposi io, cercando di calmare i battiti cardiaci.
-sono Liam- mi porse la mano. Non accennai il fatto che già conoscevo il suo nome
-Maia- quando strinsi la sua mano in segno di piacere, un brivido mi percorse il braccio fino a diffondersi su tutto il corpo. Notai meglio i suoi occhi, erano la cosa più bella di questo mondo. I miei sospetti erano fondati, il colore era l'azzurro. Ma era un azzurro diverso, era come il mare, o il cielo. Era un azzurro introvabile.
-hai degli occhi molto belli- mi uscì come un sussurro. Merda, lo avevo detto sul serio? Non me ne ero nemmeno resa conto finché non lo sentii ridacchiare nervoso e dire -anche i tuoi sono bellissimi- arrossii, e il suo sorriso si allargò.
L'arrivo del prof mi salvò, non avrei mai pensato di dirlo. Aprii il quaderno ma quando vidi scritto "Liam" con un cuore sulla prima facciata girai immediatamente pagina, sperando che lui non stesse guardando.
Mentre scrivevo i nomi dei libri che citava il prof seguiti da una breve trama, sentii spesso il suo sguardo addosso a me, facendomi sbagliare qualche parola per l'imbarazzo.
-di dove sei?- mi chiese ad un certo punto
-Lancaster, in Pennsylvania- sussurrai per non farmi sentire dal prof, mentre continuavo a scrivere. Se mi fossi girata a guardarlo avrei potuto non rispondere delle mie azioni.
-è da tanto che sei qui a Beacon Hills?-
-no, per niente, da ieri- la mia risposta lo stupì.
-e ti sai già orientare?-
-a dire il vero no, so solo la strada da scuola a casa mia. Per ora- feci una pausa per controllare che il prof non ci avesse scoperti parlare, mentre Liam mi scrutava con uno sguardo attento, come se gli interessasse ogni parola che usciva dalla mia bocca. Era bello sentirsi ascoltati.
-e qui a scuola mi capisco ancora di meno, è grandissima- continuai.
-allora sarà meglio che ti faccia da guida turistica- disse, e l'idea mi piacque da morire.
-si potrebbe fare- sorrise alla mia risposta.
Schiuse la bocca per dire qualcosa, ma il momento dopo la richiuse e cambiò discorso.
-sei venuta qui da sola?- ero preparata a quell'interrogatorio. Ero nuova a scuola, quindi era impossibile evitarlo.
-no, con la mia migliore amica-
-ragazzi, vado un secondo a stampare dei moduli, fate i bravi- detto questo il prof uscì dall'aula e alcune coppie cominciarono a chiacchierare tra di loro, ma non scoppiò il casino. Liam girò il busto e le gambe verso di me, poggiando un gomito sul banco e uno sulla sedia, intanto che io scarabocchiavo nervosamente sul bordo del foglio.
-fenrir?- lesse la parola scritta sulla mia mano. Merda, e ora che gli dicevo? Non potevo dire "sai, la mia mano ha deciso di ribellarsi al mio potere e scrive quello che vuole. Inoltre, sento nella mia testa alcuni rumori amplificati. Oh, e sento anche il tuo cuore."
Il suo cuore, avevo sentito solo il suo. Perché solo lui?
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Insecure
Fanfiction"Ed è vero, che un viaggio ti cambia la vita" pensò Maia, guardando il ragazzo disteso accanto a lei.