giorno 2- terza parte

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-Fenrir?- lesse la parola scritta sulla mia mano. Merda, e ora che gli dicevo? Non potevo dire "sai, la mia mano ha deciso di ribellarsi al mio potere e scrive quello che vuole. Inoltre, sento nella mia testa alcuni rumori amplificati. Oh, e sento anche il tuo cuore."
Il suo cuore, avevo sentito solo il suo. Perché solo lui?
-oh, uhm, è...- parla Maia, di qualcosa, qualsiasi cosa che abbia senso -è una parola che abbiamo inventato io e Althea- una parola che abbiamo inventato? Sul serio Maia? Qualcosa di meglio no, eh?
-chi è Althea?- per fortuna lui non diede molta importanza a questa mia invenzione.
-la mia migliore amica, quella con cui sono venuta qua- annuì. Presi il telefono tra le mani sotto lo sguardo curioso di Liam e guardai l'ora. Mancavano quindici minuti alla fine della lezione. Non volevo che terminasse perché così non sarei più stata vicina a Liam, ma allo stesso tempo lo volevo perché quel ragazzo mi faceva impazzire. Mandai un messaggio a Thea, chiedendole il luogo di ritrovo e aspettai la risposta. Non ricevendola, rimisi il telefono in borsa, sperando che a fine scuola avrei ricevuto un suo messaggio.
-allora- mi girai verso Liam -com'è Beacon Hills?- mi sembrava una domanda facile, invece lui pensò a lungo prima di rispondere.
-soprannaturale- disse, ma il secondo dopo si pentì -nel senso che è movimentata, sì, direi movimentata- si corresse e continuò a parlare a raffica, segno di nervosismo -e ci sono molti boschi, c'è un ospedale, un bowling, c'è una centrale della polizia, sai, ci proteggono dalle cattive persone- mollai una risatina per la sua ultima frase e per la velocità con cui aveva parlato, era agitatissimo.
-come in ogni città- aggiunsi interrompendolo.
-si, esatto. È movimentata, Beacon Hills è piena di sorprese- pensai che avesse finito, invece aggiunse -e disastri- lo disse in un sussurro per non farsi sentire, quindi feci finta di non aver capito. Disastri?
Soprannaturale, disastri, Fenrir: confusione totale nella mia testa.
Il prof tornò in classe e continuò la lezione, ma ormai non riuscivo più a concentrarmi. Pensai tutto il tempo a quello che aveva detto Liam.
Quando la campanella suonò, buttai in borsa quaderno e penna e uscii con passo fulmineo dall'aula, per cercare di fuggire da Liam. Avevo bisogno di stare da sola e riflettere su tutto quello che era successo in quella mattinata. Lui però non impiego molto a raggiungermi e camminò al mio fianco, come se fossimo amici da un tempo infinito.
-dove sei diretta?- mi chiese mentre attraversavamo il corridoio
-non lo so, devo cercare Althea, dobbiamo andare a casa insieme-
-Liam!- urlò una voce maschile dietro di noi. Entrambi ci girammo e un ragazzo con la carnagione più scura spostò lo sguardo da Liam a me, pensando di aver interrotto qualcosa di importante.
-vai pure, io devo cercare Thea- mi rivolse un sorriso di scuse, poi raggiunse l'amico. Mi rigirai verso la porta d'uscita e percorsi la breve distanza che ci separava. Uscii in giardino e mi fermai in un punto all'ombra, vicino ad un albero che era più grande di tutti gli altri. Presi il cellulare e riempii di messaggi e chiamate la mia migliore amica, che finalmente rispose dicendo 'sto per andare nel parcheggio, ti aspetto fuori dai cancelli' quindi più o meno davanti a dove mi trovavo.
Poco dopo vidi Lydia scendere i gradini, seguita da Scott e Stiles che ormai erano diventati irriconoscibili, e Liam. Liam. Vedevo solo lui. Lydia mi notò immediatamente e venne verso di me.
-Em!- le andai incontro, rimanendo comunque all'ombra. -che ci fai qui?- mi chiese
-sto aspettando la mia migliore amica- anche i ragazzi ci raggiunsero, rivolgendomi tre bellissimi sorrisi.
-io sono Stiles- mi porse la mano
-lo so, io sono Maia- gli sorrisi e lui fece un'espressione strana, tra il divertito e il confuso. -sono diventato famoso senza saperlo?- Risi alla sua battutina e mi rivolsi al suo migliore amico
-tu sei Scott- il ragazzo sorrise
-esatto, piacere- aveva un viso dolce.
Stiles era ancora più incredulo di prima
-sei una specie di maga?- mi chiese, ma la cosa che mi sembrò più strana era il suo tono serio.
-ho visto una vostra foto nell'armadietto di Lydia- spiegai, lui sembrò rilassarsi. Sorrise e portò le mani sui fianchi
-mi piace di già questa ragazza, Lydia hai fatto bene a fare amicizia con lei- venne accanto a me e mi circondò il collo con il braccio
-lo so- disse Lydia. Liam stava osservando la scena, ma non sapevo descrivere la sua espressione.
-per me può entrare nel branco- disse Stiles, e tutti si voltarono di scatto verso di lui con gli occhi spalancati. Stiles si fece piccolo. -Liam, in questo momento vorrei cadere nella tua buca- branco? Buca? Di cosa diavolo stavano parlando? Scelsi una sola domanda.
-branco? Non è quello dei lupi?- le loro reazioni mi lasciarono più confusa di prima: Scott tossì, Stiles si schiarì la gola, Liam guardò nervoso Lydia, Lydia parlò.
-è per dire gruppo, il nostro gruppo- disse mantenendo il controllo della situazione, non si sentiva una punta di agitazione nella sua voce, al contrario degli altri. -comunque, lui è Liam- disse, sorridendomi probabilmente ricordandosi del nostro discorso dagli armadietti.
-riciao- mi sorrise e ricambiai.
-aspettate, vi conoscete già?- chiese Lydia
-si, all'ultima ora avevamo lo stesso corso-
-Stiles, noi due eravamo gli unici ignari di tutto- disse Scott
-non ti senti un po' deluso da questi individui che ci stanno vicino? Io sì, e molto- scherzò e andò ad abbracciare Scott, improvvisando un finto pianto che mi fece ridere. Guardai Liam che stava sorridendo nel vedermi sorridere. Esisteva una cosa più bella di questa?
-anche per me può entrare nel nostro gruppo- la voce di Scott mi riportò alla realtà.
-branco- lo corressi -non lo chiamate così?- mi guardarono tutti e quattro sorridendomi come se li avessi resi fieri. Avete presente dei genitori che stanno guardando loro figlio entrare a scuola al suo primo giorno delle elementari? Ecco, io ero il figlio, loro i genitori.
-continui a piacermi sempre di più, ragazza- disse Stiles, e mi sentii onorata. Percepii il telefono vibrare sulla mia mano, così guardai lo schermo. Era Althea.
-ehm, io devo andare. La mia amica mi sta aspettando- dissi, un po' in imbarazzo. -è stato un piacere conoscervi- aggiunsi sinceramente.
-ti vogliamo con noi domani, mi raccomando- dissero facendomi sorridere e mi salutarono.
Mi girai e feci qualche passo, sentendo Stiles dire "sul serio ragazzi, Maia mi sembra una tipa in gamba" e Scott concordare. Liam non parlò.
-Em, aspetta!- questa era Lydia, mi girai e fu davanti a me. Mi strinse in un abbraccio e sussurrò -sono felice che tu e Liam vi siate conosciuti. Nascerà qualcosa tra di voi, me lo sento- le sorrisi ringraziandola -a domani, Em.-
Uscii dai cancelli e individuai subito la nostra macchina. Quando montai, Thea aveva un sorriso a 40 denti. Una volta chiusa la portiera cercammo di abbracciarci, anche se in macchina era scomodo e finimmo per ridere. Thea mise in moto e partì, dichiarando concluso il primo giorno alla Beacon Hills High School.
-allora, come è andata?- mi chiese su di giri, era più euforica del solito.
-bene- risposi senza esagerare -a te? Ti vedo contenta, cosa è successo? Raccontami tutto e non saltare i dettagli-
-ho conosciuto un ragazzo a scuola, si chiama Brett- continuò per tutto il tragitto a parlare di lui e di come si scontrarono in corridoio, ma io dopo un po' smisi di ascoltarla. C'era qualcos'altro che mi occupava la mente: Liam. Liam e tutte le cose strane che avevano detto lui e i suoi amici. Soprannaturale, branco, disastri. Mi convinsi a lasciare perdere, pensando che avevano semplicemente sbagliato parole, e mi concentrai su Althea.
-e quindi mi ha chiesto di andare a vedere gli allenamenti di lacrosse. E tu verrai con me-
-cosa?! No- arrivammo a casa.
-Maia, non fare la testarda- smontammo e ci avvicinammo alla porta d'ingresso.
-non sto facendo la testarda-
-sarà pieno di ragazzi bellissimi e tu non ci vuoi venire?- aprii la porta ed entrai, seguita da Thea che a momenti gridava, mentre io mantenni la calma.
-proprio così-
chiuse la porta e lanciammo le borse sul divano. -non ti capisco-
Presi una lattina di Coca-Cola dal frigo con Althea dietro di me che seguiva ogni mio movimento e cercava di convincermi ad andare a vedere gli allenamenti. Gliene lanciai una e lei la prese al volo.
-dico sul serio, dovresti venire. Magari conoscerai qualcuno- Avevo già fatto amicizia con Stiles, Scott, Lydia e Liam e mi sembravano delle persone meravigliose. Non mi serviva conoscere altra gente.
-quindi, vieni?- mi chiese per la centesima volta e io per la centesima volta alzai gli occhi al cielo. Feci un respiro profondo prima di rispondere un "sì". Althea mi saltò sopra abbracciandomi, in verità mi stava soffocando ma non se ne rendeva conto.
-sono domani, gli allenamenti, dopo scuola-
-ci sarò- le sorrisi. Lei aveva sempre fatto tanto per me.

-buonanotte Thea- la salutai barcollando in camera mia. Lasciai cadere il mio corpo sul letto morbido e mi coprii con il lenzuolo.
Prima di addormentarmi pensai. A Liam.
Pensai al modo in cui mi aveva guardata dagli armadietti, come se fossi stata una luce in mezzo al buio più scuro.
Pensai a quando in classe si era seduto vicino a me, alla nostra chiacchierata e a come era nervoso e agitato.
Pensai a quanto fosse adorabile.
Pensai a quando camminammo in corridoio assieme, a quando in giardino sorrideva nel vedermi sorridere.
Pensai anche a Lydia, Stiles e Scott. Avevo fatto una buona impressione su di loro. Lydia e io ci comportavamo come vecchie amiche che non si vedevano da molto, Stiles aveva ripetuto più volte che gli piacevo, nel senso che gli stavo simpatica, e che mi voleva nel loro branco. Scott aveva confermato ogni cosa che usciva dalla bocca del suo migliore amico e mi sorrideva dolcemente.
Erano un bellissimo gruppo di amici.
Pensai a quanto sarebbe stato bello entrare nel loro gruppo.
Anzi, branco.

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