-hey, ciao- mi sedetti di fronte a lui e gli sorrisi gentilmente. Al suono della mia voce alzò immediatamente la testa.
-ciao, grazie per essere venuta-
-grazie a te per avermi aspettata, sono in ritardo- storsi la bocca scusandomi.
-tranquilla, capita a tutti-
Ci mettemmo subito al lavoro e inizia a spiegargli alcuni argomenti che non aveva capito, anche se era difficile concentrarsi su storia quando lui era davanti a me che mi guardava mentre gli parlavo dell'argomento. Comunque era un bravo alunno, capiva le cose al volo e aveva un'ottima memoria. Studiammo per tre ore consecutive senza mai fermarci, ma alla fine nessuno di noi due era stanco.
-le cose le hai capite, vediamo domani come va la verifica- dissi, chiusi il mio quaderno e glielo diedi. -tienilo, ti può servire-
-grazie, domani te lo ridò- lo infilò nel suo zaino insieme alle altre cose.
-sei preoccupato?- gli domandai, io di solito ero sempre in ansia prima di un test o interrogazione.
Scosse la testa -no, andrà bene- poi aggiunse -senti, visto che sono quasi le 19:30, ti va di mangiare una pizza?- dato che Thea non sarebbe venuta a prendermi, non potevo non accettare e non volevo rifiutare.
-certo, andiamo?- fece un sorriso che fece sorridere anche me e si alzò.
Aveva una macchina bellissima, e quando salii scoprii che era anche comoda. Ma, cosa più importante, vederlo alla guida era una cosa così sexy che mi faceva venire giramenti di testa. Ho un debole per i ragazzi che quando guidano sembrano avere il pieno controllo, ti fanno sentire sicura.
Ci fu un momento di silenzio, ma mi sentivo perfettamente a mio agio quando stavo con lui. Con lui anche i silenzi avevano un significato.
Alla radio partì una delle mie canzoni preferite, Photograph di Ed Sheeran. Con un gesto fulmineo allungai le dita sul tasto del volume, ma una volta resa conto di quello che stavo per fare mi fermai. Non ero in macchina con Althea, non potevo fare quello che volevo. Ritirai la mano e la lasciai appoggiata alla gamba.
-alza pure- disse lui, girandosi verso di me per qualche secondo.
-no, non importa, non vorrei disturbarti dalla guida- dissi, ma lui non mi badò e alzò il volume quasi al massimo. Mi voltai a guardarlo per capire se era una specie di scherzo, però niente, stava facendo sul serio.
-grazie- sussurrai, per non rovinare la canzone.Photograph finì, quindi abbassai perché la canzone dopo non mi piaceva.
-era bella, si intitolava Photograph?- m'illuminai, giurai di avere quella scintilla sugli occhi di cui Thea mi parlò.
-sì. Davvero ti piace?-
-sì. Perché ti dovrei mentire? Canta bene- non seppi cosa dire, quindi sorrisi. Ero felice che a Liam piacesse una canzone di Ed Sheeran.
Osservai le sue mani strette intorno al volante. La prima cosa che notavo nei ragazzi erano le mani. Se avevano delle brutte dita, allora non potevano piacermi, ma le sue mani non le avevo ancora guardate. Ero stata distratta dal resto del corpo, cercando per tutto il tempo almeno un segno di imperfezione, che ancora non trovai. Ora stavo avendo la giusta occasione per guardarle e, oh, erano perfette. Nulla in confronto a quelle degli altri ragazzi. Liam mi avrebbe mandata fuori di testa.Il tragitto in macchina fu breve, ma molto piacevole: stare con lui mi metteva sempre di buon umore.
Senza aspettarmelo, fu lui ad aprirmi la portiera e a richiuderla quando smontai. -non è un vero e proprio ristorante, ma fanno delle ottime pizze- disse entrando.
-amo la pizza, le pizzerie non mi deludono mai- ci sedemmo su un tavolo all'aperto, dove c'erano altre coppie.
Sembrava un appuntamento.
Oddio, Thea. Dovevo avvisarla. Presi il cellulare e le scrissi che sarei stata con Liam per tutta la sera, e la sua risposta non tardò ad arrivare: "che ti avevo detto? Quel ragazzo è cotto di te. Fatti portare a casa da lui, a dopo" quasi risi. Spensi il telefono e lo rimisi in tasca.
-allora, parlami un po' di te- disse Liam dopo che ordinammo.
-non c'è molto da dire su di me, e poi sai già molte cose- non era la prima volta che ci facevamo delle domande per conoscerci.
-sono sicuro che c'è ancora molto da scoprire- la cameriera ci portò da bere, una coca per me e una birra per lui.
-raccontami della tua vita prima di venire a Beacon hills- la coca cola mi andò di traverso e per poco non gliela sputai in faccia. Feci qualche colpo di tosse e mi ripresi.
-parlami di te, quando compi gli anni?- cambiai argomento.
-7 luglio. Tu?-
-11 novembre- ridacchiai, sembrava un interrogatorio.
-tra poco quindi-
-beh, mancano circa due mesi-
-facciamo una specie di gioco. Ci facciamo una domanda a turno e abbiamo un "passo" a disposizione. Che ne dici?- propose
-mi sembra un'ottima idea- risposi, anche se avevo un pizzico di paura.
-sei figlio unico?- chiesi
-tocca a me farti la domanda, non barare- alzai le mani in segno d'arresa e annuii.
-preparati, perché sarà la domanda più importante e complicata che una persona possa chiederti- andai nel panico. Cominciai a farmi mille paranoie, cosa poteva mai chiedermi di terribile?
-qual è il tuo colore preferito?- scoppiai a ridere, che cretino. Volevo picchiarlo ma allo stesso tempo gliene ero grata.
-mi avevi fatto preoccupare. Rosso-
Sorrise nel vedermi ridere -tocca a te- avevo tante, troppe domande da fargli. Scelsi quella che mi venne in mente per prima.
-come hai conosciuto Scott?- lo vidi in difficoltà. Giurai che avrebbe usato il passo, invece rispose -in ospedale. Io ero andato a trovare mio papà e Scott sua mamma-
-i tuoi genitori lavorano in ospedale?- chiesi ancora.
-mio padre sì- rispose soltanto. Capii che non voleva parlare di sua madre, quindi non insistetti.
-sei figlia unica?- annuii. Continuammo così per tutta la serata e scoprimmo tantissimo l'uno dell'altra. Per esempio che anche lui era figlio unico ma aveva sempre voluto avere una sorellina, oppure che aveva avuto varie ragazze ma nessuna storia seria. Entrambi evitammo di farci domande troppo private: io non gli chiesi di sua madre, quando sarebbe stato pronto me ne avrebbe parlato di sua spontanea volontà, e lui non mi domandò del mal di testa. Ci divertimmo molto, era da molto tempo che non passavo una serata piacevole come quella. Con Liam tutto era più bello.
Confermai il fatto che aveva un carattere particolare, misto. A volte era dolce e timido, altre non aveva peli sulla lingua ed era sicuro di sé. Dipendeva dalla persona che aveva davanti e dalla situazione che si presentava.Quando la cameriera ci portò il conto litigammo su chi avrebbe pagato.
-pago io, non insistere- alla fine fu Liam a vincere e diede i soldi alla cameriera. -grazie- gli sorrisi timidamente -ma la prossima volta pago io- incrociai le braccia al petto.
-non ci contare- fu la sua risposta. Rimanemmo lì seduto a parlare ancora per un poco. Stavo così bene, volevo che quella serata durasse per sempre, ma purtroppo si stava facendo tardi e il giorno dopo dovevamo andare a scuola.
-uhm, Liam, io ora dovrei andare. Chiedo a Thea di venirmi a prendere- mi alzai e tirai fuori il telefono dalla tasca.
-no, no! Ti porto a casa io.-
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Insecure
Fanfiction"Ed è vero, che un viaggio ti cambia la vita" pensò Maia, guardando il ragazzo disteso accanto a lei.