capitolo 3

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-Draco
Quel mattino mi svegliai stanco, come sempre, ultimamente, la notte avevo dormito poco e male, mi ero svegliato varie volte, soffocando le urla nel cuscino, avevo sognato per la terza notte di seguito mia zia Bellatrix torturare la Granger, ero quasi stufo, era ora di cambiare repertorio, se avessi potuto sognare che torturasse me sarebbe stato meglio.

Sospirai, mettendo a fuoco la stanza buia e pensando che questa sarebbe stata una giornata di merda, mi tirai a sedere bestemmiando per i dolori alla schiena a causa delle ripetute cadute dal letto e del dormire storto e per il giramento che segui subito dopo, imprecai sottovoce quando alzandomi cercando di non fare rumore le gambe mi cedettero - vaffanculo, vita di merda - Mi trascinai fino in bagno orientandomi malamente nella penombra cercando di non svegliare Zabini e Nott.

Quando raggiunsi il bagno imprecai nuovamente, avevo dimenticato il coltello per terra, mi tagliai il piede e caddi a terra perdendo l'equilibrio - Ma fanculo pure a te - scagliai il coltello nel lavandino, presi uno straccio e ripulii il sangue che avevo perso nella notte, mi ero abituato, nonostante ormai Blaise sapesse dei miei tagli, a cercare di lasciare meno tracce possibili e, ogni mattina, ad alzarmi presto per pulire quello che combinavo la notte. Mi cambiai le bende impregnate di sangue e resistetti alla voglia di infierire ancora sul braccio ormai martoriato, il marchio nero era ormai quasi cancellato dai segni rossi ma, appena essi guarivano, rispuntava fuori, così non avevo altra scelta che continuare a cancellarlo.

Entrai in doccia senza nemmeno togliermi il pigiama e lasciai che l'acqua gelida mi scivolasse addosso, pensai al giorno prima, al mio tentato suicidio, se solo avessi esitato di meno e quella troia di Lunatica Lovegood non se ne fosse accorta ora in questo cazzo di mondo avvelenato ci sarebbe un problema, o anche più di uno, in meno. Sospirai - Schifo - Sì, schifo, la mia vita faceva schifo, questo mondo faceva schifo, io facevo schifo. Uscii dalla doccia, mi asciugai con un incantesimo e trasfigurai il pigiama nella divisa, poi feci sparire i segni dei tagli, tranne che sopra il marchio, perché nessuno li vedesse e le occhiaie, presi la cipria rubata a Daphne e diedi un po' di colorito al mio volto.

Uscii dal bagno e svegliai i miei compagni, poi lasciai i sotterranei.

Sgattaiolai fra i corridoi e uscii dalla scuola evitando, come ogni mattina, per poco, Gazza, andai fino al lago nero e mi sedetti sulla riva. Amavo andare lì la mattina, all'alba, immerso dalla nebbia con tutti i suoi segreti, andavo lì e pensavo, tirai fuori il mio libro nero, dove scrivevo tutti gli sfoghi e iniziai:

10-09

Oggi è solo il decimo giorno che sono qui ed è tutto

uno schifo, ieri un coglione di primino di cui non mi importa

sapere il nome mi ha urlato contro che sono un mostro

lo so, aveva ragione, Daphne, la dolce Daphne, è

intervenuta per difendermi, inutile.

Stanotte ho perso il conto di tagli, ho sognato nuovamente

la Granger... perché lei è sempre così felice e perfetta?

Perché non sono nato Grifondoro? Magari come lei?

E sempre così allegra, circondata da amici, la eroina

del mondo magico, mentre io sono un mostro, un assassino...

Ieri stavo per buttarmi finalmente dalla torre di astronomia

ma la Lovegood mi ha visto ed è venuta a costringermi a

scendere "Chiamo la McGranitt" si è messa a sbraitare

con la sua vocetta stridula come unghie su una lavagna

Cicatrici di guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora