15. Hermione
Quando Draco mi sussurrò quelle parole per un attimo non capii, ci misi un secondo a realizzare che proprio lui si era innamorato di me.
Non sapevo che fare, i pensieri mi stavano dilaniando, lo stavo facendo soffrire, io che lo avevo salvato senza volerlo ora lo stavo facendo soffrire, come potevo fare? Lo amavo? No, o forse si?
Il giorno dopo mi svegliai nella stanza delle necessità relativamente presto e ci impiegai un attimo a ricordare. Come un automa andai in camera a cambiarmi e poi scesi in sala grande.
Mi pareva di essere in coma, immersa nei miei pensieri, non riuscivo ad uscirne, come prigioniera dei miei dilemmi. Non facevo caso a ciò che mi accadeva intorno, non feci caso nemmeno alle parole dei miei amici
– Hermione ma ci sei? –
Alzai lo sguardo, chi aveva parlato? Aveva parlato qualcuno o me lo ero immaginato?
– Hermione? –
– Ehm, si, scusa? –
– Stai bene? –
– Si si, vado in classe – I mie amici mi guardarono stupiti
– Di già? –
– Devo riordinare degli appunti – Luna, la dolce luna, si avvicinò con innocenza al tavolo e mi guardò sospetta – Sei innamorata Hermione? – Mi sorrise, sussultai – No ma che dici? – Scappai in aula, nessuno credette al mio No, forse nemmeno io stessa.
Mi allontanai, nella mia trans di pensieri e raggiunsi l'aula mi sedetti e non parlai, facendo ghirigori senza senso sul bordo del libro a matita, non mi ero mai trovata così assente, così incapace di tornare alla realtà. Non mi accorsi dell'arrivo dei miei compagni ne dell'insegnante non prestai attenzione a nulla se non al mio disegno che andava sempre più ad assomigliare ad un occhio di ghiaccio – Signorina Granger? – Una gomitata nelle costole probabilmente di Ginny mi riportò alla realtà e alzai lo sguardo
– Hermione? –
– Si mi scusi professore –
– Le ho fatto una domanda –
– Non ho sentito –
– Si sente bene signorina? –
– Ehm... –
– Già stamattina non stava bene la accompagno fuori professore credo abbia la febbre – Intervenne Ginny a mio favore e mi trascinò quasi di peso fuori dalla stanza.
– Hermione si può sapere cos'hai oggi? Non ci sei con la testa! –
– Sto bene Ginny torna pure in classe vado a dormire – Mi guardò sospetta poi mi congedò. Uscii dal castello, fregandomene del freddo e presi a passeggiare nella neve.
C'era un leggero venticello che sollevava i fiocchi e scuoteva delicatamente i miei capelli, mi infilai il cappuccio e mi immersi nei boschi per evitare di essere scoperta.
C'era tanto silenzio, una quiete estranea alla foresta. Mi ritrovai a pensare a quanta paura avevamo io, Ron ed Harry ad entrare nella foresta oscura solo qualche anno fa mentre invece adesso era diventata il mio rifugio. Quando dovevo pensare.
Anche se, a dire io vero, oggi avevo tutt'altro che bisogno di pensare.
Senza volerlo finii per arrivare davanti al lago nero e mi sedetti su un masso lì vicino. C'era un paesaggio così bello lì, incantevole, silenzioso, di pace. Pace che avrei tanto voluto scendesse sulla mia mente che continuava a ricorrere alla notte prima, all'albero di natale a al nostro volo nella notte, a come mi era piaciuto stare stretta a lui su quella scopa nonostante io odiassi con tutta me stessa volare.
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Cicatrici di guerra
FanfictionParto con il dire che questa storia non l'ho scritta io, l'ha scritta la mia migliore amica su efp tempo fa. Adesso è morta, infatti si è suicidata 11 maggio 2015 e tramandare questa storia su wattpad e che ne so, farla diventare "famosa" mi sembrav...