capitolo 14

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14. Draco

Che avevo fatto? Ero un cretino! Quella sera, appena avevo visto la sua espressione dopo la mia fantastica uscita, avevo capito di essere più coglione di quanto pensavo: come potevo pretendere che Hermione Jane Granger potesse innamorarsi di me?

Mi ero illuso da solo, avevo rovinato tutto quel poco che avevamo creato, che genio!

Due mesi fa avevo fatto di tutto per allontanarla proprio per evitare che succedesse ciò: io, quel coglione di Draco Malfoy, avevo pensato bene di innamorarmi della ragazza che meno poteva ricambiare in tutta la scuola. Se solo avessi saputo che bastava dirle che l'amavo per allontanarla avrei evitato che diventassimo amici sin da subito!

Scappai fuori dalla stanza delle necessità, ricacciando indietro le lacrime, attraversai il castello, silenzioso, e scappai nella foresta.

Mi infilai fra i cespugli e le sterpaglie e mi inoltrai nel buio, nonostante fosse notte alla flebile luce della luna riuscivo comunque ad orientarmi. Arrivai fino alla radura dove andavo con Daphne, dove avevo portato Hermione. Mi sedetti e piansi, finalmente, urlai, in preda al dolore, e alla rabbia. Rabbia, verso me stesso, per ciò che avevo combinato.

Presi la bacchetta e colpii un sasso, rompendolo in due, facendolo diventare tagliente, lo posai sul polso e iniziai a scrivere.

Mostro

Una goccia di sangue, due gocce di sangue, tre, creavano una striscia, una colatura, sul braccio, sulle mani, sul sasso, a terra, sulla neve. Aveva smesso di nevicare, neve, a Hermione piaceva la neve.

Incisi ancora sul braccio: una riga, due righe, tre righe, una croce, una scritta, un'altra:

Loser

Una lacrima, due lacrime, tre lacrime, un sussurro:

- Basta... -

Un singhiozzo, due singhiozzi, tre singhiozzi, un grido, più di uno, nella notte, grida di un ragazzo che vuole morire:

- BASTA! Basta per favore! Non ce la faccio! È troppo! -

Un fiocco, due fiocchi, tre fiocchi, un ultimo singhiozzo:

- Fottuta neve -

Silenzio.

Nella notte.

Silenzio.

Un tonfo, un corpo che cade a terra: ha perso i sensi.

Mi svegliai in un posto che non conoscevo, però mi era famigliare, lo avevo già visto, ma non capivo dove fossi

– Oh finalmente sveglio! – Un vocione invase l'ambiente, mi voltai: un gigante

– Pr-Professore? –

– Puoi pure chiamarmi solo Hagrid –

– Ehm, certo... –

– Che credevi di fare nella foresta? – Foresta? Ma cosa? Oh, certo: un'onda anomala di ricordi mi investì, oh, certo

– Nulla, scusi, grazie per essere venuto –

– Ero in giro e ho sentito le grida –

– Certo, posso chiederle di non menzionare con nessuno questo fatto? Non succederà più –

– Dovrò dirlo alla preside –

– No! La prego, ho già abbastanza problemi –

– Ah, okay – Sospirò

– Grazie – Scappai fuori.

Che potevo fare ora? Non avevo più nemmeno la mia migliore amica!

Cicatrici di guerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora