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Sento il suono insopportabile della sveglia che mi avvisa di alzarmi per andare a scuola. Ringrazio Dio che sono priva di forze al mattino, altrimenti l'avrei già scaraventata contro al muro.
Metto i soliti vestiti di sempre e scendo, senza nemmeno fare colazione esco e mi incammino a scuola. Frequento il Professional Technique Institute di Londra, non é stata una mia scelta, l'hanno deciso i miei genitori e sono stata costretta ad accettare. Loro vorrebbero che finita la scuola lavorassi con loro nel negozio di elettronica, la verità é che non gliene fotte un cazzo di quello che voglio io, non mi conoscono veramente, anche se sono la loro unica figlia.

Varco il cancello dell'Istituto e, come ogni giorno, tutti gli occhi sono puntati su di me. Lancio occhiate maligne a quelli che mi bloccano il passaggio del corridoio e quando entro in classe butto a terra il mio zaino e mi siedo al mio solito e amato banco nell'angolo in fondo alla classe.

Quando la professoressa entra si appresta a fare l'appello. É l'unico momento della giornata in cui ascolto qualcosa...

"Sophia Smith" dice osservandomi ma io non le do una risposta.

"Sophia Smith!" ripete fissandomi intensamente.

"Che c'è? Non lo vede da sola che sono qui?" rispondo acidamente.

"Lo vedo, ma vorrei anche vedere un po' di rispetto nei miei confronti d'ora in poi, non posso permetterle di trattare i docenti così fino alla fine dell'anno!" alza la voce e io roteo gli occhi. Che si fotta se si aspetta il mio rispetto.

Ho diciotto anni, ho dovuto sopportare davvero molto, pensavo di farcela a superare ogni cosa ma mi sbagliavo.
Dopo quello che é successo l'anno scorso non sono riuscita a reggere e sono cambiata.

Prima mi vedevano tutti come una ragazza pulita, una che indossava sempre maglioni extralarge per paura di essere guardata in un modo in cui non volevo essere guardata, ora mi vesto sempre di nero, con magliette e pantaloni attillati, trucco pesante e capelli sempre lisci che ho voluto tingere dello stesso colore. Tutti mi temono, prima ero conosciuta come quella dolce, ora mi chiamano La Bestia. I loro sguardi sono sempre intimoriti intorno a me ed é questo il modo in cui voglio essere guardata.

Non ho problemi ad infilarmi in risse o semplicemente a minacciare i primini per puro divertimento, infatti passo spesso pomeriggi in punizione e molti dei genitori mi vengono a cercare e si lamentano col preside.

Dall'anno scorso hanno cambiato le disposizioni degli studenti in sezioni, quindi, nonostante la scuola sia iniziata da mesi, non conosco nessuno. Tranne Grace, una ragazza semplice, bellissima, dai capelli rossi e dal corpo invidiabile. É la preda preferita da quelle merde comunemente chiamate 'ragazzi'. Era la mia migliore amica ma l'ho allontanata con il mio comportamento, ora anche lei ha paura di me, quello che non sa é che la tengo lontana dai guai mentre non se ne accorge.

Oggi i vari professori calcolano le medie dei voti di fine trimestre e non perdono tempo a ricordarlo.

"Mi raccomando, domani verranno pubblicate le vostre medie sul sito della scuola. Andate a controllare e chiunque abbia debiti, venga da me per sapere quando si svolgeranno i recuperi" gracchia la prof.

L'anno scorso ero la prima della classe, la classica perfettina, quest'anno mi mantengo al limite, é il mio ultimo anno e dovrei impegnarmi ma sinceramente me ne fotto anche di questo.

...

Dopo la fine delle lezioni, percorro il solito vialetto per tornare a casa.
Apro la porta e sento quella puzza di merda, ormai abituale, creata dalla cucina penosa di mia madre.
Non riesco a credere che papà possa davvero mangiare quella roba.

"Io passo" dico salendo le scale.

"Non mangi niente neanche oggi?" urla da sotto.

"No" rispondo sbattendo la porta dietro di me.

Avrei delle equazioni del cazzo da fare per domani, che non farò ovviamente, non mi sentirò in colpa di certo.
Mi accascio sul materasso e inizio a improvvisare qualche frase di canzoni, immaginando come sarebbe la mia vita se potessi cantare come se esistessi solo io e la mia musica.
Faccio scrocchiare la schiena e mi alzo per prendere la mia chitarra elettrica. La accordo e ricomincio a improvvisare, fino a quando mia madre non urla.

"Sophia!! Cosa ti ho detto?! Non puoi suonare a quest'ora, le persone anziane dormono!!" mi riprende.

"Sono le due e mezza di pomeriggio, sono cazzi loro se decidono di dormire!!" urlo in risposta.

"Non costringermi a sequestratela! Smetti subito!!" mi minaccia.

"Ok!!" sbuffo."Vaffanculo" sussurro tra me e me.

...

L'intera giornata é stata sprecata a sopportare mia madre che si lamenta del fatto che non aiuto mai in casa e che sono 'troppo ribelle' secondo lei. L'ho ascoltata per i primi cinque minuti dopodiché ho letteralmente staccato l'interruttore pensando ad altro.
Se la mia vita non prende una piega decente sarò costretta a commettere un omicidio! Non mi interessa chi sarà la vittima. Per ora in lista primaria c'è mia madre. Poi chi lo sa.

...

Altra sveglia. Altra merda. Non riesco nemmeno a guardare male la gente oggi, non sono abbastanza energica ma sono sicura che mi rifarò con qualche primino sfigato all'intervallo.

La prima e la seconda ora sono dedicate a Leopardi, la terza a informatica e la quarta a ripetere ancora e ancora quelle cazzo di medie che pubblicheranno oggi. Non so se voglio davvero sapere quali sono i miei voti.

Al suono della campanella raccolgo le mie cose e mi dirigo alla porta. Quando la professoressa mi richiama dentro.

"Smith, vieni qui per favore" gesticola lei. Senza dire una parola la lascio parlare pregando che finisca in fretta.

"Il tuo rendimento scolastico é calato notevolmente rispetto all'anno precedente, non capisco quale sia il motivo di questo tuo cambiamento radicale ma voglio aiutarti".

"Non ho bisogno dell'aiuto di nessuno" rispondo con fermezza, ci manca solo che mi trovi un appuntamento da uno psicologo.

"Ascoltami almeno, non dovrei dirlo ancora ma hai diversi debiti e se non decidi di impegnati nel semestre rischi di non avere l'ammissione alla maturità. Sono disposta a fare un programma differenziato per te. Non dovrai andare ai recuperi pomeridiani, ma dovrai affrontare delle verifiche differenziate durante l'anno. Non affronterai verifiche sulle materie sufficienti ma dovrai impegnarti tutto l'anno in questi pre-esami. Sarai sotto la guida di un tutor."

"Che?? Sta scherzando spero!" urlo. Ecco, questo é peggio di uno psicologo, mi ha dato una babysitter!

"É l'unico modo per portarti alla pari con gli altri" dice sconsolata.

"Non voglio essere alla pari con gli altri! Io sto benissimo così!" ribatto a denti stretti.

"Sophia, vuoi davvero ripetere l'anno? Se é quello che vuoi allora prego, ma non otterrai niente."

Vorrei dannatamente sbatterle la faccia sulla cattedra.
In realtà non ha torto, non voglio proprio ripetere l'anno.

"Ah eccolo qui, prego vieni pure" accoglie un ragazzo e quando mi accorgo di chi si tratta scoppio in una fragorosa risata.

La Bestia |Liam Payne|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora