La professoressa batte le sue unghie chilometriche sulla cattedra mentre smista le nostre verifiche, avendone una differenziata, il mio voto verrà comunicata per ultimo.
Nomina tutti in ordine alfabetico e alla fine arriva a me."Smith, ti ho dato una C. Se volete commentare il voto venite uno per volta alla cattedra in ordine, grazie."
Una C...é il voto migliore di quest'anno. Bene. Una rogna in meno, diciamo che mi è andata di culo sta volta. In programma domani dovrei iniziare ripetizioni per matematica e fisica, purtroppo quel coglione del professore me le vuole far fare insieme.
...
"Da cosa vuoi iniziare?" mi chiede Liam.
"Stessa cosa" borbotto.
"Direi di iniziare con fisica che é teorica. Ah, com'è andata la verifica?" chiede curioso.
"Normale, ho preso una C" faccio spallucce.
"Lo sapevo che ce lavresti fatta!!" dice euforico battendo le mani. Non capisco cosa lo ecciti tanto.
"Allora, dobbiamo fare per martedì...Pascal, Boyle, Lussac e...Newton. Sai cosa penso? Dovremmo fare oggi tutta fisica e venerdì tutta matematica. Ti dovrai impegnare tantissimo!" mi avvisa.
"Come vuoi, tanto sta volta so che non andrà" sospiro.
"Puoi farcela! Bando alle ciance, diamoci una mossa!".
Parla per più di due ore...non so come faccia a non stancarsi e a sapere tutto poi. Teoricamente la biblioteca dovrebbe chiudere ma sembra che non ci sia nessuno a parte noi.
"E abbiamo finito! Possiamo andare, che dici?" mi chiede.
"Non vedo l'ora." sbuffo, mi sorprende con una domanda.
"Posso vedere il tuo libro?" chiede pensieroso.
"Ehm. Intendi quello che ho rubato?" alzo un sopracciglio.
"Si, mi piacerebbe sapere di più sulla trama. Posso?" sorride.
"Come vuoi" lo tiro fuori dallo zaino e glielo porgo.
Lo apre e inizia a leggere, mi chiedo dove voglia arrivare, so che ha un motivo preciso per volerlo leggere."Ti piace?" mi chiede.
"Si, sembra una storia interessante".
"O realistica..." alza lo sguardo su di me. Lo sapevo.
"Ti ho già detto che..." mi interrompe.
"...che non mi devo fare i fatti tuoi. Lo so. Ma vorrei davvero sapere come stai vivendo la tua situazione. O almeno sapere qual'è questa situazione." continua a guardarmi.
Non sono affatto convinta sul fatto di raccontare la mia storia a qualcuno. Ma...allo stesso tempo, so che se lo raccontassi a questo sfigato, lo terrebbe per sé e non diventerebbe una questione di stato. Prima o poi glielo dovrò dire...quindi perché non qui? Perché non adesso?
"E va bene, hai vinto" sospiro sconfitta.
"Potremmo fare una cosa. Se non vuoi proprio raccontarmi tutto, ti posso chiedere solo quello che ci terrei a sapere. Ti va?" sorride e io annuisco ascoltando le sue richieste, "perché sei cambiata così tanto in così poco tempo? Cosa ti ha fatto diventare La Bestia?".
"Ho dei seri problemi famigliari. All'inizio, fino a quando avevo sette anni, era tutto normale, eravamo una famiglia felice, senza che ci mancasse nulla. Poi al mio primo anno di elementari é morta mia nonna, la madre di mio padre, da quel giorno lui é cambiato...e tutto é iniziato a ruotare intorno a lui" spiego.
"Cosa intendi? Cos'è cambiato in lui?" chiede confuso.
"Ecco...ha mostrato il 'vero lui'...un padre alcolizzato e chissà, magari anche drogato. Violento e prepotente. Ultimamente, intendo...prima che se ne andasse, lo era diventato molto più frequentemente. É arrivato al punto di picchiare mia madre. Ma non so perché ti sto raccontando queste cose dato che non é questo il vero motivo" mi soffermo a pensare. Non é realmente questo che mi ha fatta diventare quella che sono.
"Allora qual'è il vero motivo?" sembra davvero interessato alla situazione. Mi fa quasi piacere.
"Il fatto é che mia madre é sempre stata molto severa. Fin da piccola non mi faceva uscire con gli altri bambini per 'proteggermi' diceva lei. Da quel tempo fino ad oggi, litighiamo per ogni cosa. Devo fare quello che vuole lei anche se non fa star bene me. É capace di usare mezzi che mi feriscono davvero per arrivare a quello che lei vuole e che é giusto per lei" dico sottolineando 'lei'.
"E lei ha voluto che tu diventassi così?" chiede.
"No, l'ho deciso io. Perché mi é sembrata e ancora mi sembra la strada migliore per riuscire a fare o dire quello che voglio e che realmente penso" affermo con un tono esasperato.
"Quindi ti senti come chiusa in gabbia? E non compresa da tua madre e dagli altri?" chiede non distogliendo lo sguardo da me.
"Si. Nessuno si interessa a quello che provo, valutano solo quello che vedono. Non gli interessa se sono così per un motivo, per loro sono solo La Bestia" i miei occhi si offuscano e lascio cadere una lacrima. Non mi sono mai aperta così tanto con qualcuno e sono in qualche modo felice di averlo fatto con Liam.
"A me importa di quello che provi. Non sarei qui a chiedermelo altrimenti" sorride, "io penso che il libro che stai leggendo abbia ragione, dovresti smetterla di tenerti tutto dentro e fidarti di chi veramente tiene a te. Se tu mi darai questa fiducia, prometto di proteggerti da ogni tuo nemico e da ogni tua paura. Insieme possiamo farcela, devi solo accettare il mio sostegno, io sono qui per te" appoggia incerto una mano sulla mia spalla mentre io cerco di trattenermi dallo scoppiare seriamente a piangere.
"Posso abbracciarti?" chiede sussurrando. Annuisco e mi accoccolo tra le sue braccia, lasciando che mi accarezzi i capelli per farmi capire che lui é davvero dalla mia parte e mi capisce.
Mi vengono in mente le battute che ho letto tempo fa su quel libro...
"Capirai che sono qui per te e per aiutarti a risolvere i tuoi problemi, vedrai che le cose cambieranno"
Disse Harry a Beth. Ed é più o meno quello che mi ha appena detto Liam, le cose però stanno veramente cambiando. Non lo sento più come un ostacolo ma come un alleato. Forse dovrei davvero fidarmi completamente di lui."Dai, non starci troppo male OK? Aspetta..." fruga nelle sue grandi tasche, "mi daresti il tuo numero? Così ti mando un messaggio e puoi salvare il mio" sorride.
"Idiota..." mi asciugo le ultime lacrime rimaste sul viso, "faccio prima a darti il mio no?" quasi rido.
"Certo, scusa" sorride. Prendo il suo telefono e digito il numero per salvarglielo nella rubrica.
"Chiamami se hai bisogno. Davvero, non farti problemi, per qualsiasi cosa" mi regala un sorriso più grande. Annuisco e andiamo fuori.
...
Nella mia stanza c'è il caos più totale, devo decidermi a mettere a posto, solo non ora. Ho bisogno di suonare un po' per sfogarmi.
Non controllo nemmeno se la chitarra é accordata o no, l'attacco all'amplificatore e pizzico le corde.Dei colpi sulla porta mi fanno sussultare e, quando sento la voce di mia madre, ricomincio a strimpellare.
"Sophia!!! Quante volte devo dirtelo di non suonare a quest'ora!!" urla aprendo la porta e piazzando le mani sui suoi fianchi sporgenti.
"Per te non posso suonare a qualsiasi ora..." sospiro.
"Dammi la chitarra!" stringe i denti.
"No!! É mia! Voglio solo suonare!" ribatto a voce alta.
"Dammela. Subito." avanza verso di me strapoandomela di mano. Cerco di tenerla salda ma lei é più forte. "Adesso studia! Perché ti ricordo che se verrai bocciata, non ti pagherò un altro anno scolastico! E non rivedrai più questa" la alza come se fosse un premio. Effettivamente lo é. Lei ha vinto di nuovo.
Chiude la porta dopo essere uscita e io mi butto sul letto cercando di prendere sonno.