Il mattino dopo Drake si svegliò con una brutta cera ma un sorrisetto sciocco a stirargli le labbra... e due nuovi messaggi sul cellulare.
Sbuffò, divertito.
'Buongiorno.'
E subito dopo:
'Hai dormito bene?'
Sorrise ulteriormente.
'Buongiorno a te', rispose, sentendosi in vena di essere gentile. 'Sì, ho dormito benone, come non mi accadeva da molto.'
'Oh, anch'io. Come mai?'
Inarcò un sopracciglio, mantenendo in viso un'espressione tutto sommato ancora divertita.
'Come siamo curiosi...'
'Scusa, mi sembravi di buon umore.'
'E con ciò?'
'Ti apri di più quando sei piuttosto felice o piuttosto triste.'
Non rispose, il sorriso che gli svaniva dalle labbra. Sospirò.
'No, faccio così solo con te', avrebbe voluto digitare, ma suonava stupido. Troppo stupido. Si limitò a riporre il cellulare in tasca, prima di prepararsi la colazione e uscire.
~~~
- Sei silenzioso - osservò Evan, scrutandolo con i grandi occhi verdi. Il moro si strinse nelle spalle. - Incubi?
Scrollò il capo.
- Non ho avuto incubi - rispose a bassa voce. Ed era la verità.
Alla macchinetta del caffè stava Dean, con il fidanzato che gli ronzava attorno con aria disgustosamente raggiante. Era ancora loro amico, Ares, eppure sempre più spesso si dimenticava del biondo e del moro per appiccicarsi 'al damerino'.
- Drake...
In quel momentò dall'entrata principale spuntò Tommy, soffocato dai propri numerosi compagni che si divertivano ad infastidirlo per il suo aspetto candido.
I suoi occhioni grigi si posarono supplicanti in quelli chiari del più grande, che si ritrovò a ignorare bellamente l'amico e ad attraversare il corridoio a grandi passi fino a raggiungere il ventenne.
- Ehi - ringhiò. Alla vista del moro, qualche importunatore se la svignò alla chetichella. - Cosa state facendo?
Uno dei tanti prese coraggio e, ahimè, decise di sfidarlo.
- Possiamo fare quello che vogliamo, non è affar tuo - disse impettito.
Drake sorrise inquietantemente.
- Potete fare quello che vi pare con chi vi pare, ma date fastidio ai miei amici e ve ne pentirete amaramente - replicò con lentezza estrema, per poi afferrare il rompiscatole per il colletto e alzarlo di peso. - CHIARO?
- S-sì - farfugliò questi, perdendo improvvisamente tutta la spavalderia. Lui lo mollò di botto, rivolgendosi a Tommy.
- Vieni? - domandò gentilmente. Il ventenne annuì e gli trotterellò timidamente dietro. Una volta al riparo da orecchie indiscrete sospirò rumorosamente.
- Grazie...
Drake abbozzò una smorfia a mo' di sorriso.
- È okay - lo rassicurò. Evan li fissò in silenzio.
~~~
Le settimane seguenti trascorsero monotone, seguendo sempre la stessa routine. Incubi, sveglia, scuola, chiacchiere, casa, incubi...
Il moro avrebbe voluto sentirsi soddisfatto di quella situazione piuttosto stabile, ma bramava di più. Agognava un briciolo di felicità, la scomparsa della solitudine che lo teneva prigioniero da... quel giorno.
Tommy lo evitava in modo abbastanza esplicito. Era ancora chiaramente imbarazzato da quella notte, nonostante non avesse alcun bisogno di esserlo. Insomma, le persone si baciavano in continuazione senza un motivo. O no?
Quel giorno, durante la pausa di metà pomeriggio, Drake ciondolava come di consueto per i corridoi, in compagnia di Evan.
Ares si era volatilizzato, dicendo di avere delle cose da fare. Gli amici avevano sogghignato.
'È proibito appartarsi nei bagni!', gli aveva gridato dietro il ragazzo dagli occhi chiari. Il rosso s'era voltato solo per mostrargli il dito medio.
- Che facciamo? - chiese Evan, annoiato.
- Boh...
Come da un po' succedeva dalla porta di un'aula vicina a loro sbucò Tommy. Si scambiarono un'occhiata veloce, poi il ventenne arrossì vistosamente e abbassò il capo.
Il moro cinse le spalle dell'amico con un braccio e lo strinse a sé. Lui non protestò, poggiandogli il capo sulla spalla.
- Com'è che adesso non ti lamenti? - bisbigliò Drake, sbirciando di sottecchi il ragazzo dagli occhi grigi.
Tommy continuò ad evitare di fissarlo, anche perché aveva le lacrime agli occhi.
- Ci sta osservando, Tom.
Faceva uno strano effetto sentire il suo vero nome uscire dalle labbra di Evan.
- E allora?
E perché sto sussurando?
- Mi chiede sempre di te - rispose il biondo, piuttosto evasivo.
- Uh?
- Sei così ingenuo, Drake - sospirò, mentre si allontanavano e toglieva il suo braccio dalle proprie spalle.
- Vaffanculo - borbottò lui, offeso.
Io non sono ingenuo.
- È vero - ribatté Evan, dopodiché gli picchiettò l'indice in fronte. - Hai un tale casino di emozioni, qui, che non sai più come esprimere né gestire. E questo ti rende ingenuo, se non confuso.
- Tsk.
Il ragazzo dagli occhi verdi si guardò attorno con circospezione, poi lo abbracciò.
- Lo stai facendo ancora, come l'ultima volta. E io non credo di poterlo sopportare... di nuovo.

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Un bacio per caso
RomanceDrake ha ventun anni, i capelli dello stesso colore del pelo dei cavalli frisoni e dei particolarissimi occhi chiari che paiono bianchi. Qualcuno lo definisce emo, a lui non piacciono le etichette. È, insieme ad Ares, suo migliore amico numero uno...