'C'era stato un tempo in cui Evan amava Drake e Drake amava Evan. Forse una cotta estiva, forse qualcosa di più. Ad ogni modo, qualcosa che non fu. Semplicemente, non fu.
Gli ultimi di giugno erano giorni molto più caldi delle estati precedenti e per trovare refrigerio... quale luogo migliore della piscina?
Evan non amava nuotare, ma quei rompiscatole dei propri 'amici' avevano insistito così tanto affinché venisse anche lui che alla fine aveva ceduto e acconsentito.
Ora li stava aspettando, perché lui era un ragazzo puntuale e loro degli eterni bamboccioni. Stufo di fare avanti e indietro, adocchiò il muretto che costeggiava il prato e ci si diresse.
Lì v'era seduto un ragazzo piuttosto alto, magro, le cui lunghe gambe dondolavano come quelle di un bambino irrequieto. Non aveva nulla di particolare, se non un sorriso enorme e raggiante, candido.
Si voltò all'improvviso e, per quanto il biondo lo reputasse impossibile, sorrise ulteriormente.
- Ciao - disse con voce allegra, vibrante, calda. Evan percepì un piacevole brivido percorrerlo da capo a piedi.
- Ciao - replicò, imbarazzato. Quel bellissimo e sorridente sconosciuto doveva averlo scambiato per qualcun altro.
- Stai aspettando qualcuno? - chiese però l'affascinante moretto, non dando adito a fraintendimenti: non l'aveva scambiato per nessun'altra persona.
A questo punto no, rifletté il ragazzo dagli occhi verdi.
- Sì - rispose invece, mordicchiandosi il labbro inferiore. - Credo che stessi aspettando te...
I loro occhi s'incontrarono e lui scoppiò a ridere. Anche Evan rise, timidamente.
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A fine giornata (gli amici del biondo arrivarono ben quaranta minuti in ritardo, reputando poi che fosse meglio lasciarlo chiacchierare con il nuovo 'amico') Evan se lo sentiva: era già follemente cotto e stracotto di Drake, questo il nome del bel ragazzo dagli occhi quasi bianchi, stupendi.
- Ci rivedremo? - trovò il coraggio di chiedergli, guardando altrove perché altrimenti sarebbe diventato viola d'imbarazzo.
Drake gli donò uno dei propri caldi sorrisi, di quelli che avrebbero sciolto tutto il ghiaccio del Polo Nord.
- Ogni volta che vorrai, stesso posto stessa ora - rispose con tranquillità invidiabile. Poi s'alzò, borbottando un allegro 'devo andare'. Evan era quasi completamente certo che stesse per dargli un bacio in fronte, invece il moro si limitò a fissarlo a distanza ravvicinata e gli arruffò i morbidi capelli color oro.
E se ne andò, mollandolo lì confuso, speranzoso e già perdutamente innamorato.
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Tutto d'un tratto il ragazzo dagli occhi verdi, che mai aveva amato la piscina, si ritrovò a trascorrerci tutti i propri pomeriggi. Ci trascorse l'intera estate!
Ogni giorno alla stessa ora, stesso posto. Lui era sempre lì, seduto su quel muretto dove condivisero di tutto e di più, con le lunghe gambe a penzoloni che dondolavano spesso a ritmo coi motivetti che fischiettava.
Per quanto spesso lo vedesse, ogni volta era come la prima. Si sentiva svenire davanti al suo sorriso, fremeva da capo a piedi dal desiderio di non sapeva-bene-cosa e il cuore gli galoppava furioso nel petto.
Ed ora stavano parlando, ma il biondo non riusciva a concentrarsi, l'attenzione puntata sulle labbra dell'amico.
Drake sospirò.
- Senti - disse, quasi esasperato, o rassegnato, o qualcosa che finiva in -ato. - Perché non ci diamo un taglio? Sono mesi che non facciamo che parlare. Tu mi piaci e deduco che la cosa sia reciproca, dunque perché non ci baciamo e basta?
Evan rimase paralizzato.
Ma io... non so baciare, avrebbe voluto rispondergli, senza però averne il tempo. Il moro cinse dolcemente la sua guancia con la propria grande mano e avvicinò il volto al suo, facendo delicatamente incontrare le loro labbra.
Era un semplice, casto bacio, eppure bastò per far avvampare il quindicenne alla velocità della luce e mozzargli il fiato.
- D-drake... - balbettò, imbarazzato come il verginello qual era. Lui esibì uno dei propri enormi sorrisi e si guardò in fretta attorno, prima di prenderlo per mano e farlo stendere sul prato, per poi sovrastarlo e tornare a baciarlo.
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E anche l'estate finì, e ricominciò la scuola. Evan non si aspettava di vedere il ragazzo che gli faceva battere forte il cuore comparire al proprio liceo, ma il moro era bravo a sorprenderlo.
La domanda che gli sorse spontanea era: adesso stiamo insieme? O no?
Purtroppo non ebbe mai risposta. Semplicemente, non fu. Perché lui glielo portò via.'
Evan si guardò allo specchio, stanco. Sì, doveva proprio ammetterlo, aveva un aspetto orribile.
Gli occhi verdi erano iniettati di sangue dalle lacrime che aveva consumato - per l'ennesima volta in un arco di tempo troppo breve - durante il tragitto per tornare a casa e i capelli di solito rilucenti d'oro ora parevano spenti.
E, oh, certo, molto consolanti erano i propri dannatissimi ricordi legati a lui e quello stronzo di Drake.
Ed era stufo, fottutamente stufo del suo comportamento! Lo illudeva, l'aveva illuso, e poi l'aveva abbandonato come se alla fin fine non gli fosse mai davvero interessato. Lui, lui... provava dei sentimenti, ecco cosa! E Drake non aveva nessun diritto di spezzargli il cuore. Ripetutamente.
E tu non avresti dovuto permettergli di farlo, lo rimproverò una vocina, ovviamente ignorata.
- Da oggi basta - si disse, parlando ad alta voce davanti allo specchio. Strinse il labbro inferiore tra i denti, ma quello tremò comunque. E poi il naso. E gli occhi gli si riempirono di lacrime.
Singhiozzò.
Quante volte l'aveva ripetuto? 'Oggi' era diventato 'domani'. 'Basta' era diventato 'ci provo'. Ogni bacio era una speranza e una lama conficcata direttamente nel cuore. Era una lotta che non poteva vincere.
E mentre piangeva pensò con rammarico che forse, se gli si fosse concesso, be', forse Drake gli avrebbe sussurrato quelle due piccole parole che per quattro lunghi anni lui aveva soffocato giù per la gola.
Ma Drake era uno stronzo. Drake non sapeva più come si facesse ad amare. Drake evitava di parlare del proprio passato, eppure ci si aggrappava come un naufrago a una scialuppa.
Lui, Evan, non aveva più la forza di combattere per due. E non poteva nemmeno continuare ad appoggiarsi a ciò che era stato. Alla fine, l'avrebbe solo trascinato a fondo.
Sempre che già non lo stesse toccando, il fondo.
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Un bacio per caso
RomanceDrake ha ventun anni, i capelli dello stesso colore del pelo dei cavalli frisoni e dei particolarissimi occhi chiari che paiono bianchi. Qualcuno lo definisce emo, a lui non piacciono le etichette. È, insieme ad Ares, suo migliore amico numero uno...