Gli studenti chiacchieravano rumorosamente, agitandosi attorno al professore.
- Prof! Prof! Quando iniziamo?
Egli sospirò e ridacchiò, passandosi una mano fra i capelli color ebano.
- Quando arriverà il materiale che ho dimenticato a casa - rispose, lanciando un'occhiata rapida all'orologio che portava al polso. Be', dieci minuti di ritardo su due ore non avrebbero poi influito parecchio sulla lezione.
In quel momento qualcuno irruppe in palestra, distogliendo subito l'attenzione della terza b dal professore per puntarla su chi era entrato.
Era un ragazzo che non dimostrava più di vent'anni (nonostante ne avesse ventiquattro), dall'aria affannata e i capelli arruffati, come se fosse uscito di casa senza pettinarsi.
- Scusa se ci ho impiegato tanto - disse, ansimando. - C'era molto traffico.
Poi avanzò fino a lui, ignorando gli sguardi insistenti che lo seguirono.
Che imbarazzo, pensò, mi sembra di tornare ai tempi del liceo.
- Ma chi è?
- Com'è carino!
- Forse il fratellino del prof?
- Ha un'aria familiare...
- Magari è uno studente...
- Chissà se ha la ragazza!
- Avete visto che occhi?
- Per me è fidanzato!
Questi i bisbigli in particolare della parte femminile della classe, ma da cui non erano esclusi anche alcuni maschi.
Ignorò pure essi, piuttosto infastidito e innervosito, prima di raggiungere Drake e poggiare sul cassone dietro di lui la cartelletta con i fogli che aveva dimenticato a casa. La loro casa.
- Grazie - sorrise il moro, il quale, come i propri allievi, non aveva occhi che per Tommy.
A seguito di una breve occhiata circospetta, il biondino gli si avvicinò ulteriormente e si alzò in punta di piedi, dopodiché gli cinse il collo con le braccia e gli diede un leggero e casto bacio sulla bocca.
Quando si staccarono arrossirono entrambi, il venticinquenne per la sorpresa e il più basso per l'imbarazzo.
- T-tommy... - mormorò il giovane professore, osservando i suoi occhioni argentati timidamente incantenati ai propri. Poi strofinò teneramente il naso contro il suo e posò le labbra sulla sua fronte. - Ci vediamo a casa.
Lui annuì, rosso fino alle orecchie, prima di staccarsi dal fidanzato e girare sui tacchi, puntando la porta della palestra. Uscì in tutta fretta, sperando che una qualche voragine si aprisse nel pavimento e lo inghiottisse sedutastante.
Alle spalle del ventiquattrenne giunsero un coro di domande, esclamazioni e sospiri.
- Prof! È il suo ragazzo?
- State insieme?
- È gay?
- Iniziamo la lezione?
- Che carini che siete, prof!
- Bleah...
- Come si chiama?
- Da quanto state insieme?
- Quanti anni ha?
- È uno studente?
Drake scoppiò a ridere, divertito e nell'insieme un po' imbarazzato. Si sistemò il ciuffo di lato come faceva Tom ogni mattina, prima che uscisse.
- No, non è il mio ragazzo...
~~~
Rincasò ch'era ormai sera, però non è che gli dispiacesse parecchio. Gli piaceva insegnare ai ragazzi, tenersi in forma con loro. Nonostante si occupasse di educazione fisica, infatti, gli restava sempre abbastanza energia per dedicarsi a piacevoli attività con Tommy.
Lui era seduto al tavolo in salotto e stava correggendo i compiti dei propri, di allievi. A quella vista, il ragazzo dagli occhi chiari sorrise nostalgicamente.
Che... déjà-vu.
- Sono a casa - annunciò. Il dolce biondino alzò la testa e sorrise a propria volta.
- Bentornato - replicò a bassa voce.
Il venticinquenne azzerrò la distanza fra di loro in pochi passi e gli arruffò la morbida zazzera color miele.
- Come sta il mio cucciolo? Com'è andata, oggi? - chiese, rubandogli un dolce bacio. Il suddetto 'cucciolo' avvampò.
- Bene, è andato tutto bene. La mia collega se l'è cavata egregiamente anche senza di me mentre io ti portavo il materiale - ridacchiò, così, solo perché era felice. - Uno dei bambini ha fatto questo per me.
Infatti Tom lavorava come maestro elementare ed aveva, insieme ad un'altra ragazza, una classe di prima.
Porse al fidanzato un foglio, mentre lui lo faceva alzare per poi farlo risedere a cavalcioni su di sé. Era un disegno ritraente due bizzarri omini abbracciati, con tanti cuori rossi attorno ad essi e, scritto con grafia tremante ed incerta, 'il maestro Tom vuole molto bene a Drake'.
Il moro rise.
- Probabilmente l'avrà fatto dopo quella volta in cui sei venuto a pranzare con me.
- Che carino. I miei studenti non mi fanno mai disegni così, mi pervengono unicamente lettere anonime dalle ragazzine. Erano molto curiosi di te, sai?
- Ah sì?
Drake gli baciò il naso.
- Sì. Mi hanno chiesto se tu fossi il mio ragazzo.
- E cos'hai risposto?
- No...
Il 'maestro Tom' lo guardò confuso e ferito, facendo per alzarsi. Il fidanzato lo trattenne, accarezzandogli i capelli.
- Non sei semplicemente 'il mio ragazzo', - spiegò - sei il grande amore della mia vita.
Tommy sospirò di sollievo e rise piano, poggiando il capo contro il suo petto ampio e muscoloso, i cui pettorali venivano sempre ben sottolineati dalle magliette attillate e che provocavano urletti estasiati nelle ragazzine. D'altronde chi non vorrebbe un professore giovane, figo e il cui corpo è scolpito come quello di un dio greco?
- Scemo - bisbigliò. - Ti amo...
Il più alto gli accarezzò la schiena.
- Anch'io.
Poi si alzò, sempre tenendolo stretto a sé, e lo mollò sul divano, sovrastandolo.
- Tommy... - lo chiamò con voce roca, prima di mordicchiargli un orecchio. Gli baciò il collo, strappandogli gemiti soffocati. Lui gli infilò le mani nei capelli, tirandoglieli senza fargli male.
- Drake... perché mi hai baciato, quella volta? - domandò timidamente. Il suo ragazzo smise per un attimo di dedicarsi al suo collo, alzando il capo.
- Non lo so... è stato un bacio per caso. Era semplicemente la cosa giusta da fare. E se potessi tornare indietro, be'... lo rifarei.
- Un bacio... per caso, eh? - rise Tommy, dopodiché gli spostò il ciuffo di lato. - Mi piace.
FINE

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Un bacio per caso
RomansDrake ha ventun anni, i capelli dello stesso colore del pelo dei cavalli frisoni e dei particolarissimi occhi chiari che paiono bianchi. Qualcuno lo definisce emo, a lui non piacciono le etichette. È, insieme ad Ares, suo migliore amico numero uno...