9. Hotel Caelum (pt. prima)

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Angolino dell'autrice: Ho deciso di usare il mio spazio per spiegarvi subito perché ho spezzato il capitolo in due parti anziché farne direttamente due. Il motivo è semplice: il capitolo era abbastanza lungo e ho preferito dividerlo e, siccome sto pubblicando la storia anche su Efp (potete trovarla a questo link ->  http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2964649&i=1), non volevo ritrovarmi con una numerazione diversa rischiando di avere poi problemi nella pubblicazione. Probabilmente farò la stessa cosa anche con il capitolo 11 che è il più lungo che ho scritto fino ad ora. Metterò la seconda parte tra un paio di giorni. Buona lettura!

- Shh! - Il professore di storia pose l'indice davanti alla bocca e ci ammonì.
Thomas e io tornammo a metterci seduti.
Il signor Skin, professore di storia, nato durante il quarto anno della quarantesima dinastia dei Faraoni, dedito alla scoperta di cose a cui non poteva fregare niente a nessuno, aveva deciso di farci passare l'ora a vedere un documentario sulla prima guerra mondiale. Ci aveva condotto nell'aula video, una piccola sala con i banchi posti in salita e, giusto per essere sicuro che io e Thomas non parlassimo, ci aveva messo lontani.
Una volta spente le luci non ci era voluto molto perché Thomas scivolasse tra i banchi e si sedesse di fianco a me e Iris. Skin non si era naturalmente accorto di nulla.
Dopo che si fu girato, Thomas riprese a parlare. - E tua madre come ha reagito?
- Ha detto che si sentiva come me, ma ci è rimasta molto più male - mormorai.
- Mi sembra anche giusto - disse Iris mentre guardava le inquadrature della tomba dell'arciduca Franz Ferdinand. - Scoprire che il mio ex marito, che amo ancora, aspetta un figlio da un'altra donna dov'essere devastante. Penso che io mi sarei messa ad urlare.
Sospirai. Mia madre doveva amare molto mio padre se dopo sette anni era ancora sola. C'erano stati uomini, anche se ci era voluto molto. Quando avevo quattordici e quindici anni, me ne aveva presentati due, ma non erano durati più di una manciata di mesi.
- Le prime operazioni militari del conflitto videro la fulminea avanzata dell'esercito tedesco in Belgio, Lussemburgo e nel nord della Francia... - continuò la voce del documentario.
- Cambiamo argomento - disse Thomas.
- Forse è meglio ascoltare - suggerì Iris.
Ci mettemmo tutti e tre d'impegno e ascoltammo la lezione. Thomas passò parte del tempo a muovere le mani ripassando le note di una canzone sulla chitarra.
Lui e Iris facevano parte del coro della scuola, che non era quel gruppo di sfigati che tutti si raffiguravano. Andavano forti. In realtà non era neanche un coro, non cantavano insieme, loro preparavano i pezzi per il concerto che si svolgeva a metà anno durante le ore scolastiche e quello che facevano a giugno la sera. Cantavano e suonavno insieme. Avevano circa quattro pezzi ognuno e, anche quell'anno, Iris e Thomas ne facevano uno insieme. Lei cantava, aveva una voce fantastica, mentre lui suonava la chitarra. Non avevano voluto dirmi il titolo della canzone.
Quando la campanella suonò, segnando la fine dell'ora, noi tre ci avviammo verso la sala mensa.
Sedendoci al quarto tavolo, prendemmo tutti un hamburger.
Dopo essersi accorta di non aver finito i compiti, Iris tirò fuori il suo libro di francese e si mise a scrivere mentre mangiava il suo panino.
- Odio il francese - disse Thomas nonostante non lo avesse mai studiato.
- Non puoi odiare una lingua - lo zittì Iris ricevendo un'occhiataccia dal nostro amico.
Vidi Elizabeth avvicinarsi al nostro tavolo con Hannah.
Non appena la bionda vide il libro di francese disse: - Tu parles français!
Iris alzò la testa dal libro e sorrise ad Elizabeth. - Oui! Je l'étudie.
- Es-tu au cour du professeur Rouge? - chiese.
- Non, je suis au cour de madame Jones.
Thomas mi guardò in cerca di una traduzione.
- Non studio il francese! - dissi.
- Ecco perché non ti ho mai visto all'avanzato - continuò Elizabeth nella nostra lingua, per farsi capire da tutti.
- Sí sono al corso intermedio.
- A otto anni mia madre e mia nonna hanno iniziato a darmi lezioni - spiegò la cugina di Thomas.
- Scusateci. Tutti i tavoli sono pieni, possiamo metterci qui? - chiese Hannah impaziente di addentare il suo hamburger.
Thomas annuì e lei andò a sedervisi vicino. Elizabeth prese posto accanto ad Iris.
Notai che Hannah guardava Thomas con un certo interesse e mi ritrovai a ridere.
- Tu non avevi detto che non volevi più vedermi? - chiesi.
In tutta risposta lei mi fece una smorfia.
- Melanie mi ha detto che l'impronta si è asciugata. Oggi vieni a scrivere il tuo nome? - chiese Elizabeth.
Annuii vigorosamente e improvvisamente mi ricordai ciò che avevo scoperto la sera prima. Decisi di voler andare comunque con lei, era un buon momento per parlarle.
- Dove? - chiese Thomas addentando l'hamburger.
- Siete usciti insieme? - Iris sorrise.
- Davvero? - domandò invece Hannah delusa perché Elizabeth non glielo aveva detto.
Dopo qualche minuto di chiacchiere con l'amica, Hannah tornò a guardare Thomas finché lui non diventò completamente rosso. Dopo aver bevuto un sorso d'acqua sotto lo sguardo della ragazza, si voltò verso di lei.
- Ho qualcosa in faccia? - chiese passandosi una mano sul viso.
- No. Sei molto carino - disse tranquillamente lei.
Thomas aprì la bocca stupito, non avendo mai incontrato nessuno di così diretto, e senza controllarsi sfoggiò un enorme sorriso da sbruffone.
- Hannah! - esclamò Elizabeth.
- Ho detto la verità - rispose l'amica.
- Tutto questo è imbarazzante. - Guardai Iris che non distoglieva gli occhi dal libro e stringeva la penna tremando, poi alzò la testa e cominciò a ridere.
Mi unii alla risata. Quella di Iris però era diversa dal solito. Diedi la colpa ad un ipotetico raffreddore e non ci feci molto caso.
Thomas strinse i denti, arrabbiato per le nostre continue prese in giro, che in realtà non erano fatte per essere offensive, e si rivolse ad Hannah. - 346...
- Cos'è? - chiese la ragazza fermandolo.
- Il mio numero. - Sorrise beffardo fissando Iris.

Elizabeth Lane  [sospesa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora